La distribuzione dell’acqua per il consumo umano nei condomini deve avvenire utilizzando degli impianti che operino nel rispetto delle normative vigenti in termini di affidabilità, sicurezza e salubrità. Ma quali sono gli obblighi degli amministratori di condominio in tal senso alla luce del nuovo decreto legislativo 18 2023?
La direttiva europea sull’acqua
La direttiva europea 2020/2184 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2020, ha riguardato la qualità delle acque destinate al consumo umano. Sulla base di quanto deciso a livello europeo è stato emanato il decreto legislativo n. 18 del 23 febbraio 2023 i cui obiettivi sono:
- proteggere la salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque destinate al consumo umano, assicurando che le acque siano salubri e pulite;
- migliorare l’accesso alle acque destinate al consumo umano.
Nello stesso decreto viene inoltre riferito che le Regioni hanno l’obbligo di formare, in coordinamento con il ministero, i gestori dei sistemi idrici interni, gli idraulici e gli altri professionisti che operano nei settori dei sistemi di distribuzione idrici interni. Il tutto sempre nella logica di una tutela della salute umana. In particolare, l’acqua destinata al consumo umano deve essere salubre e pulita, non deve contenere microrganismi, virus e parassiti così come nessun’altra sostanza in quantità tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana.
Qualità dell’acqua in condominio: gli obblighi degli amministratori
Nel decreto legislativo n. 18 del 23 febbraio 2023 viene chiarito che la responsabilità del gestore idrico (chi fornisce l’acqua) si estende fino al punto di consegna, ovvero fino al punto in cui la condotta di allacciamento idrico si collega all’impianto dell’utente finale (al contatore). Invece, il responsabile del sistema idro-potabile di distribuzione interno, cioè dal punto di consegna al punto d’uso dell’acqua destinata al consumo umano, è l’amministratore di condominio.
A quest’ultimo spetta dunque il compito di effettuare le opportune valutazioni del rischio dei sistemi di distribuzione idrica interni alle strutture prioritarie. Allo stesso modo è chiamato ad adottare le necessarie misure preventive e correttive, proporzionate al rischio, per ripristinare la qualità delle acque nei casi in cui si evidenzi un rischio per la salute umana derivante da questi sistemi.