Quali sono i Paesi Baltici e perché ora sono nel mirino di Putin?
Quali sono i Paesi baltici? Putin potrebbe avere in mente di recidere il loro legame con la Nato attraverso la Bielorussia e Kaliningrad.
Mentre continua l’attacco russo in Ucraina, in molti si domandano fin dove si spingerà Vladimir Putin con l’offensiva. Lo zar del Cremlino probabilmente non si fermerà davanti alle sanzioni occidentali e proseguirà con l’invasione finché lo riterrà necessario. Per questo i Paesi baltici temono l’avanzata delle truppe russe all’interno dei loro territori e invocano l’articolo 4 del Trattato dell’Atlantico del nord. Ma ecco quali sono i Paesi Baltici e perché potrebbero essere nel mirino di Putin.
Quali sono i Paesi Baltici?
Con il termine Paesi baltici si identificano le tre repubbliche sulla costa orientale del mar Baltico, ovvero Estonia, Lettonia e Lituania. I primi due Stati confinano con la Russia, mentre la Lituania ha una frontiera in comune con la Bielorussia e con l’oblast’ russa Kaliningrad.
Tutte e tre repubbliche parlamentari indipendenti, nel 2004 hanno fatto accesso all’Unione Europea e alla Nato, adottando la moneta degli stati membri.
La reazione dei Paesi baltici all’invasione russa in Ucraina
I Paesi baltici e la Polonia la mattina del 24 febbraio, dopo l’inizio delle operazioni russe in Ucraina, hanno invocato l’articolo 4 del Trattato istitutivo della Nato in base al quale “le parti si consulteranno ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata”. Il vertice è utile a coordinare eventuali risposte, ma soprattutto “a mostrare unità”, come è stato detto dai leader politici dei governi baltici.

Inoltre, il ministro degli Esteri lettone Edgars Rinkevics, la ministra degli Esteri dell’Estonia Eva-Maria Liimets e il ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis hanno firmato un comunicato congiunto in cui chiedono alla comunità internazionale una condanna dell’aggressione russa “nel modo più forte possibile”. Un’arma sarebbe quella di imporre forti sanzioni alla Russia. Tra le altre, sono state proposte il disimpegno della Russia dal sistema SWIFT e il suo isolamento politico. Ma anche il fermo sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina indipendente.
I ministri hanno anche richiesto alla comunità Europa di “fornire urgentemente al popolo ucraino armi, munizioni e qualsiasi altro tipo di supporto militare per difendersi, nonché l’assistenza e il supporto economico, finanziario e politico, oltre che aiuti umanitari. In questo momento difficile, siamo uniti al popolo dell’Ucraina”.
L’obiettivo di Putin
Mentre continua l’offensiva russa in Ucraina, si cerca di immaginare quale sia l’obiettivo ultimo di Vladimir Putin. C’è chi ritiene che lo zar del Cremlino intenda togliere i rifornimenti alla presenza Nato in Europa nord orientale, in particolare cercando di recidere il legame tra l’Alleanza Atlantica e i paesi del Baltico. Ciò potrebbe avvenire con un’operazione che miri a separare il territorio delle tre repubbliche baltiche, in particolare quello della Lituania, con quello dell’Unione europea.
Vladimir Putin potrebbe così aver in mente di isolare la Lituania avvalendosi del proprio potere in Bielorussia, ormai protettorato della Federazione, e nell’enclave di Kaliningrad. Il tutto si completerebbe sottraendo una porzione di territorio alla Polonia, membro della Nato dal 1999.

La risposta della Nato
L’Ucraina non è membro della Nato. Per questo, l’ente stesso ha annunciato che dispiegherà ulteriori forze via terra, acqua e aria sul fianco orientale dell’Alleanza, vale a dire proprio nei paesi dell’Est Europa e del Baltico, ma non in Ucraina. “Non ci sono truppe Nato in Ucraina al momento, non abbiamo né piani né intenzioni di dispiegare le truppe Nato in Ucraina ma stiamo incrementando truppe nella parte orientale dell’Alleanza in territorio Nato. L’Ucraina è un partner di valore, ma non abbiamo truppe e non abbiamo piani di inviare truppe in Ucraina“.