Dopo il crollo, la ricostruzione. Con materiali e tecniche di cinquecento anni fa. I membri della comunità Huinchiri, nella regione di Cusco, in Perù, si sono messi a lavoro per rimettere in piedi il ponte Q’eswachaka. La struttura è sospesa sul fiume Apurimac, lunga ventotto metri e, aspetto principale, fatta interamente con corde di ichu, pianta selvatica, tipica delle Ande. La struttura apparteneva all’imponente rete di strade realizzata dagli inca per raggiungere la città di Machu Picchu.
Riannodare i fili del ponte Q’eswachaka
Utilizzato per mettere in comunicazione le tribù divise dal fiume, il ponte Q’eswachaka aveva iniziato da qualche tempo a mostrare segni di cedimento. A Marzo, poi, in piena pandemia, il rovinoso crollo. Da qui la necessità di un complesso restyling. Operazione difficile, possibile solo con una minuziosa organizzazione del lavoro. Gli abitanti, così, partendo dal ciglio del burrone e in equilibrio su grosse funi si stanno spostando gradualmente verso il centro, intessendo progressivamente le corde tra il corrimano e la passerella, in modo da ricostruire la barriera protettiva.
«Lo scorso anno, a causa del Covid, non è stato irrobustito, come invece avviene di consueto. Ecco perché si è distrutto», ha spiegato al Guardian, Jean Paul Benavente, governatore regionale di Cusco, «Questa ricostruzione è un po’ una risposta anche alla pandemia. Il ponte si innalza sul bacino dell’Apurimac e i lavori sono un modo per dire al mondo che anche noi stiamo riemergendo passo dopo passo».
Il ponte è patrimonio dell’Unesco
A sancire l’importanza storica dell’ultimo ponte Inca rimasto in piedi, in passato è arrivato anche l’Unesco. Che, riconoscendone l’inestimabile valore culturale, lo ha proclamato Patrimonio dell’Umanità nel 2013. «Il Q’eswachaka è storia. Racchiude oltre 500 anni di cultura», ha aggiunto Benavente, «L’operazione di ricostruzione degli Huinchiri non serve soltanto a ripristinare i contatti tra le comunità, ma anche a recuperare e salvaguardare legami preziosi tra tradizioni e culture».