L’ex vicepresidente del parlamento Ue Eva Kaili, arrestata nell’ambito dello scandalo Qatargate, ha offerto la sua versione dei fatti in due diversi interrogatori, nel corso del quale ha scaricato ogni responsabilità su Antonio Panzeri e, in parte, sul compagno Francesco Giorgi, facendo però anche altri nomi: Antonio Cozzolino, Alessandra Moretti, Brando Benifei. Almeno è quello che emerge dai verbali come scrive Il Fatto Quotidiano. Oggi la politica greca è comparsa davanti ai giudici della camera di consiglio del Tribunale di Bruxelles, che dovrà decidere se procedere al rilascio o confermare la sua carcerazione.
I dubbi sulle attività svolte dal compagno con Panzeri e Cozzolino
Il padre di Kaili era stato fermato dalla polizia belga mentre lasciava un albergo di lusso di Bruxelles con 600 mila euro nascosti in un trolley. Secondo l’ex vicepresidente dell’europarlamento, le 12 mila banconote da 50 euro che si trovavano in quella valigia non erano sue e nemmeno del compagno, bensì di Panzeri. D’altra parte, ha raccontato, l’ex eurodeputato di Articolo 1 aveva già portato contanti a casa Kaili-Giorgi: «Prima del Covid aveva lasciato dei soldi e poi è venuto a prenderli. Si fida più di Francesco che del suo appartamento». Kaili ha attribuito questo comportamento di Panzeri alla fiducia riposta dal politico italiano nella sua immunità. Giorgi, ha aggiunto, non era solito custodire solo denaro di Panzeri, ma «forse anche per il suo boss attuale Antonio Cozzolino». Kaili è finita agli arresti insieme al compagno. Verso cui ha puntato il dito il suo legale Michalis Dimitrakopoulos: «Si fidava, ma lui l’ha tradita», ha detto l’avvocato al termine di un colloquio di oltre quattro ore con la sua assistita nel carcere di Haren. «Francesco non sapeva dire di no, lui era troppo gentile. Io forse avrei dovuto dire qualcosa perché sono più anziana», ha detto Kaili, sottolineando di aver nutrito dubbi sulle attività svolte dal compagno con Panzeri e Cozzolino.

I 150 mila euro trovati in casa? Soldi di un prestito chiesti da Giorgi
Dopo il blitz della polizia belga a casa sua, dove è stata rinvenuta la somma in contanti di 150 mila euro, Kaili ha raccontato di aver chiamato Panzeri, così come gli eurodeputati socialisti belgi Marc Tarabella e Maria Arena, anche loro finiti nell’inchiesta ma allo stato attuale non indagati. Se la valigia con 600 mila euro era per Panzeri, i 150 mila erano invece di Giorgi, che «li aveva presi in prestito per l’immobile». Kaili ha affermato che il compagno aveva delle difficoltà a sostenere le spese per l’acquisto della loro nuova abitazione: «Francesco non ha molto denaro, perché non arriva a contribuire a tutte le spese. È anche più giovane di me. So che chiede prestiti ai suoi genitori ogni tanto. Forse anche ad Antonio. Lo so perché ci sono delle cose che avrebbe voluto, ma non aveva i mezzi».
Moretti e Benafei, la conferma alla domanda degli inquirenti
A un certo punto, gli inquirenti hanno chiesto a Kaili chi fosse coinvolto, sotto Panzeri. «Maria Arena, Marc Tarabella, Andrea Cozzolino», ha detto la politica greca, rispondendo poi con un “sì” quando gli inquirenti hanno fatto i nomi di Moretti e Benifei. «Posso dirvi che se volevo avere un consiglio nel mondo politico avrei chiesto a Francesco di chiamare Antonio. Io non so se hanno ricevuto dei soldi, potevano viaggiare in Qatar o Marocco, organizzava le missioni di verifica ma penso che la maggior parte fossero missioni ufficiali, non sono a conoscenza di regali». Nessun riferimento a Niccolò Figà-Talamanca, direttore generale della Ong Non c’è pace senza giustizia, che ieri si è visto sequestrare l’appartamento di Cervinia. Benafei nei giorni scorsi ha commentato: «Da Panzeri non mi sarei aspettato una cosa del genere su Eva Kaili giravano voci».

Durante l’interrogatorio, il giudice Michel Claise ha incalzato Kaili, esortandola a fare i nomi di qualche lobbista, parte del gruppo criminale attivo all’Eurocamera: «Chi c’è intorno a Panzeri?». La politica greca ha risposto: «Giuseppe Meroni, suo precedente assistente ma lo aiuta ancora. Davide non conosco il cognome ma posso vedere perché lavora là. Simona, Carola e Francesca. Panzeri li aiutava ed era un do ut des». Nomi, che il Fatto Quotidiano collega a dei cognomi, arrivando a vari assistenti: l’ex deputato del Pd Davide Zoggia, oggi assistente dell’eurodeputato dem Pietro Bartolo; Carola Bennato, oggi al Direttorato generale per la Politica Estera del Parlamento Ue; Francesca Garbagnati, assistente dell’eurodeputata Pd Moretti che, al pari di Benifei e Cozzolino, non è indagata. Il team legale che supporta Kaili ha chiesto alle autorità giudiziarie di sottoporre l’assistita a regime di sorveglianza elettronica, in quanto «non è né una sospetta fuggitiva né può manomettere le prove dell’indagine».