La presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola, starebbe pensando allo stop alle pensioni e ad altri provvedimenti nei confronti di chi è coinvolto nel caso Qatargate. Lo ha dichiarato lei stessa durante un’intervista a Repubblica, in cui ha precisato che gli organi europei avrebbero dovuto «vigilare di più sulle interferenze straniere». Il riferimento non è soltanto a Marocco e Qatar, i due Paesi protagonisti della vicenda che ormai tiene banco da settimane. Metsola ha specificato, infatti, che il controllo da esercitare è anche su altri Stati, come Russia e Cina.

Metsola: «Si può perdere lo stipendio e anche la pensione»
Durante l’intervista, la presidente del Parlamento europeo ha parlato di ciò che potrà accadere agli indagati. Ha dichiarato che intende «ridurre i tempi» per la revoca dell’immunità di Andrea Cozzolino e Mar Tarabella, i due deputati indagati, ma anche che serviranno almeno due mesi. Poi ha parlato delle sanzioni: «Alcune sono già previste nel regolamento. Si può perdere lo stipendio. Un paio di gruppi hanno chiesto di andare oltre e di bloccare anche la pensione. Chi viene condannato a più di più di due anni di reclusione, perde la pensione. È un’ipotesi ma devo vedere se è legalmente possibile»
Sulla prevenzione: «L’allarme deve suonare prima»
«So che il potere può portare il crimine e allora servono dei “firewall”. L’allarme insomma deve suonare prima», ha continuato poi Roberta Metsola. Le misure proposte ieri dalla presidente sono state 14 e tutti i gruppi le hanno «detto di continuare». Metsola ha sottolineato cosa serve, parlando di «un codice di condotta che se viene violato si può venire da me, in presidenza, con una raccomandazione del comitato che si occupa di questi casi. Voglio insomma assicurarmi che ci siano sanzioni disponibili e rapide. Le sanzioni sono i veri deterrenti. Oggi è così per tutti? Ad esempio per i relatori-ombra? No e allora voglio che non sia più così».
