Da quando a Bruxelles è scoppiato lo scandalo corruzione, c’è stata una domanda ricorrente: a che pro il Qatar avrebbe elargito mazzette gli europarlamentari? Il riferimento all’emirato come «pioniere nei diritti dei lavoratori» da parte di Eva Kaili, al centro del terremoto, ha fatto pensare che il Qatar avesse pagato affinché non si parlasse all’Ue di questo tema scottante, in modo da nascondere lo sporco sotto al tappeto in vista del Mondiale di calcio. Un’altra questione è quella della liberalizzazione dei visti. Il Qatar cerca da anni di rientrare nella lista di Paesi extra-Ue che godono dell’esenzione dall’obbligo del visto, per l’ingresso appunto in Europa. La nuova proposta avanzata dalla Commissione ad aprile è da qualche mese nelle mani del parlamento europeo: i famosi sacchi di contante sarebbero stati un tentativo di accelerare il “sì”. Possibile, ma forse troppo poco per giustificare quanto è stato scoperto. In fondo, dei quasi tre milioni di abitanti dell’emirato, solo un decimo è cittadino qatariota. E allora, potrebbe o meglio dovrebbe esserci dell’altro. In seno all’europarlamento si sta facendo largo l’ipotesi che il Qatar abbia indebitamente influenzato i negoziati su un altro accordo, considerevolmente più redditizio, ovvero quello firmato a ottobre 2021 tra l’emirato e l’Ue, riguardante la liberalizzazione del trasporto aereo, che garantirebbe a Qatar Airways accesso illimitato agli aeroporti europei. L’intesa non è stata ancora ratificata: il gruppo della Sinistra al parlamento europeo ha già proposto un emendamento per sospendere l’accordo commerciale.

L’allarme lanciato dall’eurodeputata Delli, presidente della commissione trasporti
A lanciare l’allarme è stata Karima Delli, eurodeputata francese del gruppo dei Verdi e presidente della commissione Trasporti del parlamento, che ha negoziato l’accordo. Lo ha fatto tramite un’email, visionata da Politico: secondo Delli, il Qatar avrebbe interferito nelle consultazioni interne dell’eurocamera sull’accordo. «Dati i recenti sviluppi, concedere il consenso all’accordo potrebbe essere difficile, almeno fino a quando non sarà stabilito che le condizioni sono state trasparenti e imparziali», ha scritto in una lettera ai coordinatori dei gruppi politici nella sua commissione. Delli ha affermato che la commissione collaborerà alle indagini interne, declassificando documenti relativi all’intesa, se richiesto. «Va da sé che sottoscrivo ogni parola della presidente Roberta Metsola. Ci ha giustamente ricordato che siamo sotto attacco. Condivido il suo desiderio di far piena luce sulle ingerenze e sulla corruzione che il Qatar avrebbe messo in atto all’interno della nostra istituzione».
Personale di terra di Qatar Airways all’aeroporto di Doha (Getty Images)
Cosa prevede l’accordo sul trasporto aereo raggiunto nel 2021, ma non ancora ratificato
L’intesa Comprehensive Air Transport Agreement, siglata il 18 ottobre 2021 ma ancora da ratificare, garantisce a Qatar Airways un accesso illimitato al mercato dell’Ue e alle compagnie aeree europee il libero accesso al Qatar. «L’accordo di trasporto aereo apre anche nuove opportunità per i consumatori, le compagnie aeree e gli aeroporti nell’Unione europea e in Qatar, incrementerà le attuali relazioni, con benefici economici derivanti dalla portata più ampia degli scambi commerciali. I vettori aerei godranno di nuove facoltà operative, che saranno sviluppate con gradualità», spiegava l’Enac all’indomani dell’intesa. «L’accordo riveste un ruolo rilevante di riferimento giuridico: garantisce che i servizi vengano svolti in un quadro di concorrenza leale che include salvaguardie sociali e per la protezione ambientale». Venduto come un accordo globale dai molteplici vantaggi, in realtà si tratta di un’intesa decisamente squilibrata, a favore dell’emirato: il mercato comunitario è composto da 450 milioni di persone, mentre quello del Qatar da soli 2,9 milioni. E buona parte dei suoi abitanti, ossia i tanti lavoratori provenienti dai Paesi più poveri del mondo, non ha nemmeno le possibilità economiche per viaggiare in Europa.

«Opportunità per entrambe le parti», che però favorisce solo la compagnia di bandiera dell’emirato
Contro l’accordo si sono schierate le principali compagnie aeree e i sindacati, ma l’Unione europea lo ha difeso a spada tratta, affermando che avrebbe garantito «opportunità per entrambe le parti». Le grandi compagnie aeree europee, in particolare, temono la concorrenza di Qatar Airways verso le destinazioni asiatiche e anche i voli dal Golfo proposti da altre compagnie arabe, i cui collegamenti con l’Europa rimangono limitati, rappresentano in tal senso una minaccia. A premere per il no erano in particolare gli Stati Ue dei vettori più importanti come Francia (Air France), Germania (Lufthansa) e Paesi Bassi (Klm), mentre l’Ungheria, per esempio, non ha mai disdegnato l’intesa, che porterebbe magari Qatar Airways a volare a Budapest, incrementando il traffico nello scalo della capitale magiara e, dunque, il turismo nel Paese. L’accordo preoccupa anche il gigante dell’industria aeronautica Airbus, francese, che a forza di liberalizzazioni teme di perdere fette di mercato a favore della statunitense Boeing. «L’accordo con il Qatar non è né nell’interesse dei dipendenti europei né dell’industria aeronautica europea», aveva dichiarato l’anno scorso Maria-Pascaline Murtha, membro del consiglio di amministrazione del sindacato dei piloti tedeschi Vereinigung Cockpit.