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Tiro Emiro

Qatar 2022, Usa-Iran tra calcio e tensioni geopolitiche senza fine

Non sarà mai solo una partita di pallone. Washington e Teheran si riaffrontano dopo il precedente del Mondiale di Francia 1998. La polemica sulla bandiera, l’inno non cantato dagli iraniani, le minacce del regime: cosa bolle intorno alla sfida.

29 Novembre 2022 17:16 Redazione
Qatar 2022, Usa-Iran tra calcio e tensioni geopolitiche senza fine

Rieccoci, di nuovo. Nel giorno della partita di calcio più politicamente bollente della storia della Coppa del Mondo, giunta alla puntata numero due. La prima andò in scena il 1998, in Francia. Stati Uniti-Iran. Ora, nel 2022, gli occhi sono puntati sui giocatori dell’Iran per capire se canteranno l’inno prima della partita. Non l’hanno fatto contro l’Inghilterra, nel match d’esordio, in segno di solidarietà verso le proteste contro il regime. Sono sembrati obbligati a farlo nella sfida successiva, vinta 2-0 contro il Galles. Secondo l’emittente televisiva statunitense Cnn, che ha citato «una fonte coinvolta nella sicurezza del torneo», le famiglie dei calciatori iraniani «sono state minacciate di arresto e tortura se gli atleti non si comporteranno bene prima della partita con Stati Uniti». Il regime iraniano avrebbe infiltrato decine di ufficiali delle Guardie rivoluzionarie per sorvegliare il comportamento dei tifosi sugli spalti, così da creare un rumoroso e fasullo sostegno al governo.

LEGGI ANCHE: Qatar 2022, gli iraniani protestano contro il governo con lo slogan «woman, life, freedom»

Qatar 2022, Usa-Iran tra calcio e tensioni geopolitiche senza fine
L’Iran si prepara in Qatar. (Getty)

Gli Stati Uniti descritti come il “Grande Satana”

Ma torniamo a 24 anni fa. Steve Sampson oggi ha 65 anni e all’epoca era allenatore della nazionale americana: «Ricordo quel match come se fosse ieri», ha detto alla Cnn. Gli Usa si erano qualificati facilmente, prima di essere sorteggiati nello stesso girone di Germania, Jugoslavia e, soprattutto l’Iran, un rivale geopolitico. Era la prima volta che iraniani e statunitensi, a volte descritti ufficialmente in Iran come il “Grande Satana“, si incontravano sul campo di calcio: in più era di fatto la più grande sfida sportiva tra i due Paesi dalla Rivoluzione del 1979. Oltre due decenni dopo, ci risiamo. E la tensione fra Washington e Teheran resta alta, come lo è stata per oltre 40 anni.

LEGGI ANCHE: La rivolta in Iran e le reali possibilità di rovesciare il regime

Qatar 2022, Usa-Iran tra calcio e tensioni geopolitiche senza fine
I giocatori americani in allenamento. (Getty)

La Rivoluzione del 1979 e i rapporti interrotti

Per decenni, l’Iran è stato sostenuto dal potere e dal denaro dell’Occidente fino alla Rivoluzione del 1979, quando lo Shah Mohammed Reza Pahlavi, appoggiato dagli Stati Uniti, fu costretto a lasciare il Paese quando l’Ayatollah Ruhollah Khomeini divenne il leader della nuova repubblica. Nel novembre di quell’anno, decine di americani furono presi in ostaggio per 444 giorni dopo che alcuni studenti iraniani avevano fatto irruzione nell’ambasciata americana a Teheran, chiedendo l’estradizione dello scià, ricoverato negli Stati Uniti per curarsi dal cancro. Fu durante quella crisi che gli Stati Uniti interruppero tutti i rapporti diplomatici con l’Iran. Le relazioni formali non sono mai state ripristinate. Il clima è peggiorato dopo l’invasione dell’Iran da parte dell’Iraq nel 1980, che ha dato inizio a una guerra regionale di otto anni, con l’Iran che ha accusato gli Usa di vendere le armi agli iraqeni.

Il precedente del 1998: gli intrecci politici

Il ct Sampson ricorda quel giorno: «Avevamo perso la prima partita, 2-0 contro la Germania. C’era un’incredibile quantità di sicurezza, anche per le nostre famiglie, molti poliziotti in borghese». Parlando a Fifa Tv quattro anni fa, Mehrdad Masoudi, responsabile dei media della Fifa a Francia 1998, ha detto che c’erano «molte voci, si pensava che la squadra statunitense fosse l’obiettivo di alcuni gruppi radicali». Sampson era un giovane tecnico di 41 anni e volle che i suoi giocatori pensassero «al calcio e a nient’altro». Con il senno di poi, ha ammesso di essersi pentito e che sarebbe stato meglio motivare la squadra parlando della storia politica tra i due Paesi. «Credo davvero che gli iraniani concentrarono completamente su questioni extra-campo». Ora pensa che avrebbe dovuto fare lo stesso: «Il compito del ct della nazionale è quello di utilizzare tutte le opportunità a sua disposizione per motivare i suoi uomini e credo che mi comporterei diversamente se dovessi rifarlo».

Qatar 2022, Usa-Iran tra calcio e tensioni geopolitiche senza fine
Gli allenatori di Iran e Usa nel 1998. (Getty)

In azione 150 poliziotti armati, un record per la Coppa del Mondo

Indipendentemente da ciò che avrebbe voluto la Fifa, anche quella volta politica e calcio si intrecciarono. La formazione iraniana aveva ricevuto dal suo governo l’ordine di non stringere la mano, come da protocollo Fifa, agli americani. Così la sera del 21 giugno, allo Stade de Gerland di Lione, i giocatori dell’Iran regalarono agli avversari rose bianche come simbolo di pace, per poi posare per una foto tutti insieme. «Ricorderò quello scatto per il resto della mia vita», ha detto una volta al Guardian Jalal Talebi, l’ex allenatore dell’Iran che risiedeva negli Stati Uniti. C’erano 150 poliziotti armati, un fatto senza precedenti per una partita di Coppa del Mondo.

Qatar 2022, Usa-Iran tra calcio e tensioni geopolitiche senza fine
Tifosi sugli spalti nel 1998. (Getty)

Le bandiere del gruppo terroristico Mek sugli spalti

Artemis Moshtaghian è una giornalista della Cnn che vide quella partita da tifosa dell’Iran. Ha raccontato che l’atmosfera cambiò quando i tifosi iraniani si resero conto che nello stadio c’erano persone che sostenevano Mujahideen-e-Khalq, meglio noto come Mek o Esercito di liberazione nazionale dell’Iran, un gruppo dissidente che all’epoca era tra le sigle terroristiche straniere del Dipartimento di Stato Usa. Fu rimosso da quella lista nera nel 2012: era stato inserito nel 1997 dopo l’uccisione di sei americani in Iran negli Anni 70 e un tentativo di attacco contro la missione iraniana presso le Nazioni Unite nel 1992. «Il Mek ha una grande presenza in Francia e, come tale, grandi gruppi di sostenitori hanno partecipato alla partita Iran-Usa armati di magliette con stampata la faccia della loro leader Maryam Rajavi», ha spiegato Moshtaghian.

La vittoria dell’Iran come vendetta di un popolo intero

Sul campo vinse l’Iran, 2-1, primo successo ai Mondiali, con conseguente eliminazione degli Stati Uniti. Ma anche l’Iran non si qualificò alla fine. A Teheran però quella sera ci furono festeggiamenti selvaggi. Il New York Times riferì che migliaia di fan in festa scesero in piazza, alcune donne senza velo. Sampson ha ammesso che «fu devastante, straziante perdere contro l’Iran». Omid Namazi, vice allenatore della nazionale iraniana dal 2011 al 2014, ha descritto quella vittoria come una sorta di vendetta per il popolo, «oppresso e sanzionato dagli Stati Uniti per molto tempo»: e questo ha «davvero influenzato la vita delle persone e l’economia del Paese».

Mondiale Qatar 2022, furia dell'Iran contro Klinsmann, ex allenatore di Germania e Stati Uniti: cosa è successo.
I calciatori statunitensi e iraniani prima della sfida di Francia 98. (Getty Images)

Le proteste contro il regime e la polemica della bandiera

Questa volta, in Qatar, si gioca sullo sfondo delle proteste violente che hanno sconvolto l’Iran, minacciando la natura stessa del regime al potere da oltre 40 anni. Tutto è iniziato con la morte di Mahsa Amini, la donna di 22 anni deceduta dopo essere stata arrestata dalla polizia morale iraniana per non aver rispettando il codice di abbigliamento conservatore del Paese. Resta da vedere cosa accadrà prima del calcio d’inizio, anche se le relazioni sono già tese dopo che gli Usa hanno mostrato sostegno ai manifestanti iraniani cambiando la bandiera dell’Iran nella grafica del gruppo per rimuovere il simbolo della Repubblica islamica sui suoi account social per 24 ore. Teheran ha risposto dicendo che gli Stati Uniti dovrebbero essere espulsi dalla Coppa del Mondo e sospesi per 10 partite per aver usato quella immagine distorta della bandiera del Paese. Non sarà mai solo una partita di calcio.

Tag:Mondiale Qatar 2022
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