Con l’arrivo del 2023 e l’avvicinarsi del primo anniversario dell’attacco russo all’Ucraina, la propaganda del Cremlino non molla la presa. Anzi, si intensifica. Il presidente Vladimir Putin ha incaricato il Ministero della Cultura di realizzare documentari dedicati alla cosiddetta operazione militare speciale e alla «lotta contro la diffusione dell’ideologia neonazista e neofascista», da proiettare nei cinema della Federazione Russa. Il ministero è stato inoltre incaricato di organizzare un festival dedicato ai documentari patriottici.

Il Ministero della Difesa assisterà i documentaristi russi
Può darsi che Putin covasse da un po’ l’idea. Pare che l’accelerata sia arrivata dopo il contestato incontro di novembre con un gruppo di madri di soldati impegnati in Ucraina (che secondo Kyiv erano delle attrici). La ministra della cultura della Federazione Russa Olga Lyubimova, scrive Meduza, dovrebbe presentare le prime proposte per documentari e festival entro l’1 febbraio 2023. Secondo quanto riportato dal sito, il Ministero della Difesa dovrebbe assistere i documentaristi russi nella preparazione di materiale cinematografico sui partecipanti all’operazione speciale che, secondo il Cremlino, «ha mostrato l’eroismo e il coraggio» dei militari russi. Se Lyubimova ha l’1 febbraio come data segnata sull’agenda, Putin ha concesso al ministro della Difesa Sergei Shoigu un mese in più: i due si aggiorneranno sullo sforzo propagandistico entro l’1 marzo.

La propaganda in tv e la chiusura dei media indipendenti
Dall’inizio della campagna militare di Mosca, i canali della televisione di Stato hanno intensificato la propaganda, lodando le truppe russe che combattono in Ucraina come eroi: c’è persino chi è arrivato a dire, in diretta, che i bambini ucraini andrebbero affogati o arsi vivi. Numerosi media indipendenti sono stati sospesi o chiusi in Russia, molti giornalisti inoltre hanno lasciato il Paese per timore di ritorsioni. La repressione, d’altra parte, agisce in Russia a ogni livello: le critiche all’offensiva in Ucraina sono punite con il carcere e rischia grosso chiunque diffonda notizie sull’esercito ritenute false da Mosca.
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Le lezioni patriottiche nelle scuole e nelle università
Sempre a proposito di propaganda, ricorda Meduza, i ministeri della Cultura e dell’Istruzione sono stati incaricati dal Cremlino di creare, entro l’1 aprile, «spazi pubblici, oggetti d’arte e musei scolastici» dedicati all’operazione militare in corso in Ucraina, mentre le lezioni “patriottiche” nelle scuole russe sono una realtà già da tempo. Così come in quelle dei territori occupati, annessi unilateralmente tramite referendum, che hanno adottato il programma scolastico russo. Nella sua nuova sede di San Pietroburgo della milizia paramilitare Wagner, inoltre, già si svolgono lezioni e incontri sulla guerra dedicate ai ragazzini delle elementari. Dal prossimo anno accademico invece negli atenei della Federazione dovrebbe essere poi inserita una disciplina ideologica che spieghi la Russia putiniana, i suoi fondamenti e il suo futuro.
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