Tutte le volte che Putin ha minacciato di usare l’atomica

Redazione
23/09/2022

Il presidente russo ha minacciato ancora l'Occidente e l'Ucraina di usare armi nucleari. Uno spettro che in realtà agita dal 2000, anno del suo primo insediamento al Cremlino.

Tutte le volte che Putin ha minacciato di usare l’atomica

Dall’inizio della guerra in Ucraina, molti funzionari, politici e persino presentatori televisivi russi hanno agitato lo spettro di un attacco nucleare contro Kyiv e persino contro i suoi alleati. Lo stesso Vladimir Putin dichiarando la mobilitazione parziale è tornato all’attacco: «Coloro che cercano di ricattarci con armi nucleari dovrebbero sapere che le abbiamo anche noi. Questo non è un bluff». Ieri sera ha rincarato la dose Dimitri Medvedev, vicepresidente del Consiglio nazionale di sicurezza: la Russia, ha ribadito, userà «qualsiasi arma, comprese quelle nucleari» per difendere i territori che verranno annessi tramite i referendum.

Putin, 22 anni di minacce atomiche

Nei suoi 22 anni al potere, Putin è passato da teorizzare l’uso dell’atomica per garantire la sicurezza della Federazione alle minacce vere e proprie. Sebbene nel 2002 avesse firmato con l’allora presidente Usa George W. Bush un trattato sul disarmo.

La dottrina militare della Federazione Russa del 2000

Nel 2000, suo primo anno al Cremlino, Putin approvò la dottrina militare della Federazione Russa, secondo la quale Mosca si riservava il diritto di utilizzare l’arsenale nucleare in risposta all’uso di armi di distruzione di massa contro di essa o i suoi alleati, nonché in risposta all’aggressione su larga scala mediante l’uso di armi convenzionali in «situazioni critiche per la sicurezza nazionale». La dottrina però vietava a Mosca di usare armi nucleari contro i Paesi del Trattato di non proliferazione nucleare che ne erano sforniti. Clausola che cadeva se l’aggressore della Russia era alleato con un Paese che possedeva un arsenale nucleare.

La firma del Trattato sulle riduzioni dell’offensiva strategica del 2002

Nel maggio 2002 Putin firmò con George W. Bush il Trattato sulle riduzioni dell’offensiva strategica (SORT) impegnandosi a una riduzione del numero totale delle testate. «Chiunque abbia mai tenuto in mano un’arma – qualsiasi, compreso un fucile da caccia – sa che è molto meglio e più sicuro tenerla scarico che tenerlo carica nelle proprie mani, con il dito sul grilletto», disse Putin durante la conferenza stampa congiunta con l’allora presidente Usa.

Tutte le volte che Putin ha minacciato di usare l'atomica
Vladmir Putin e George Bush nel 2001 (Getty Images).

La teoria del bilanciamento atomico e la Conferenza di Monaco del 2007

Nel 2007 in occasione della conferenza stampa annuale del Cremlino, Putin sottolineò come lo scudo nucleare della Russia creasse i presupposti necessari per garantire la sicurezza interna ed esterna del Paese. Sempre nello stesso anno alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco dichiarò: «È importante preservare il quadro giuridico internazionale relativo alla distruzione delle armi e quindi garantire la continuità nel processo di riduzione delle armi nucleari. Insieme agli Stati Uniti d’America abbiamo deciso di ridurre le nostre capacità di missili strategici nucleari a un massimo di 1700-2000 testate entro il 31 dicembre 2012. La Russia intende adempiere rigorosamente agli obblighi che ha assunto». In quello che è stato definito il manifesto della politica estera di Mosca, Putin insisteva sul rifiuto del mondo unipolare, accusava di ipocrisia agli Stati Uniti e i loro alleati e sottolineava la necessità di preservare il bilanciamento atomico. Concetti ripetuti anche in una intervista al Financial Times del 2019: per garantire l’autonomia della Russia in politica estera era disposto a tutto, anche all’uso delle armi.

2010: la Nuova dottrina militare

Nel 2010 Putin approvò una nuova dottrina militare che autorizzava la Russia a utilizzare armi nucleari «in risposta all’uso di armi di distruzione di massa contro di essa o contro i suoi alleati, nonché in caso di aggressione contro la Federazione Russa con armi convenzionali quando l’esistenza stessa dello Stato è minacciata». Cadeva così il divieto dell’uso di armi nucleari contro Paesi che non ne possiedono stabilita nei primi Anni 2000.

Tutte le volte che Putin ha minacciato di usare l'atomica
Il presidente russo Vladimir Putin (Getty Images).

L’orso e la taiga: la metafora del 2014

Nel 2014, nella conferenza stampa di fine anno, nel mezzo della crisi economica e delle sanzioni per l’annessione della Crimea, Putin si rivolse duramente alla Nato e agli Usa utilizzando la metafora dell’orso, simbolo della Russia. «Vogliono che l’orso non vada più a caccia di animali nella taiga, ma se ne stia tranquillo a mangiare miele e frutti di bosco per poterlo incatenare, strappargli le zanne e gli artigli e impagliarlo. Queste sono le forze della deterrenza nucleare. Non appena, Dio non voglia, questo accade e l’orso non è più necessario, ripuliranno immediatamente la taiga». Putin accusò l’Occidente di «alzare un nuovo muro» in Europa, comportandosi come un «impero che vuole far marciare a tempo i suoi vassalli». «L’espansione della Nato non è forse un muro, un muro virtuale?».

2018: il diritto all’autodifesa e le «punizioni inevitabili»

A marzo 2018, nell’intervista concessa al giornalista Vladimir Solovyov per il documentario intitolato World Order 2018 Putin minacciò: «Se qualcuno decide di distruggere la Russia, abbiamo il diritto legale di rispondere. Sì, per l’umanità sarà una catastrofe globale. Ma da cittadino russo e da capo di Stato mi chiedo: “Perché abbiamo bisogno di un mondo del genere se non c’è la Russia?». Il 18 ottobre 2018 parlando al Valdai Discussion Club a Sochi Putin tornò sull’argomento: «Nel nostro concetto di usare armi nucleari non c’è l’attacco preventivo. Ciò significa che siamo pronti a utilizzare armi nucleari solo quando saremo convinti che un potenziale aggressore stia colpendo la Russia, solo dopo reagiremo. Naturalmente questa sarebbe una catastrofe globale, ma ripeto, non possiamo essere noi a cominciarla. L’aggressore deve sapere che la punizione è inevitabile, che sarà distrutto».

2020: la deterrenza nucleare per la salvaguardia dell’integrità territoriale 

Nel 2020 nel decreto presidenziale “Sui fondamenti della politica statale della Federazione Russa nel campo della deterrenza nucleare” si legge che la politica di deterrenza nucleare mira a proteggere la sovranità e l’integrità territoriale dello Stato, a scoraggiare un potenziale avversario dall’aggressione contro la Federazione Russa o i suoi alleati, nonché a “prevenire l’escalation” delle ostilità e fermarle a condizioni accettabili per la Russia e i suoi alleati.

Quanto è reale la minaccia nucleare russa e cosa potrebbe fare Putin
Maschere di Putin e Biden con i missili nucleari. (Getty)

L’invasione dell’Ucraina: «Chi tenta di ostacolarci deve sapere che le conseguenze saranno inimmaginabili»

Il 24 febbraio 2022 Putin annunciava l’inizio della cosiddetta operazione militare speciale in Ucraina. Nel suo discorso metteva in guardia chiunque «potrebbe essere tentato di intervenire negli eventi in corso»: «Chi tenta di ostacolarci, e ancor di più minacciare il nostro Paese e il nostro popolo, dovrebbe sapere che la risposta della Russia sarà immediata e porterà a conseguenze inimmaginabili». Il tutto ribadendo che «la Russia resta una delle più potenti nazioni nucleari», dopo averlo già ricordato nel fine settimana precedentemente lanciando a sorpresa le manovre nucleari Grom. Concetti ribaditi il 27 aprile scorso al Consiglio della Federazione, la Camera alta del parlamento. «Se qualcuno intende intervenire negli eventi in corso (in Ucraina) dall’esterno e creare minacce inaccettabili per noi, allora dovrebbe sapere che la nostra risposta a questi attacchi sarà rapida e fulminea», aveva detto il presidente russo, «Abbiamo tutti gli strumenti per questo, strumenti che nessuno può vantare e noi non ci vanteremo: li useremo se necessario e voglio che tutti lo sappiano».