Turismo: Promadic Travel, il nuovo modo di viaggiare giovane e sostenibile

Barbara Massaro
18/02/2022

Predicano la sostenibilità. Si muovono a impatto zero (o quasi). Evitano le mete di massa. Si immergono nella cultura dei luoghi ospitanti. Nomadi e digitali, i Promadic Traveller sono i filosofi del viaggiare consapevole.

Turismo: Promadic Travel, il nuovo modo di viaggiare giovane e sostenibile

Altro che feste della schiuma sulla spiaggia, discoteche fino all’alba, auto costose e vacanze in barca. I giovani oggi preferiscono il Promadic Travel. Si tratta di una nuova tendenza del modo di viaggiare dei ragazzi di mezzo mondo; una filosofia di vita che mette al centro l’ambiente e intorno – con rispetto e coscienza – il viaggiatore che passa dallo status di turista a quello di artefice di un percorso di consapevolezza e costruzione di un mondo migliore. Almeno questo è l’obiettivo dichiarato.

Chi sono i Promadic Traveller

Il termine ‘Promadic’ viene dall’inglese e unisce due espressioni: progressive e nomad. Dalla fusione dei due termini deriva una nuova figura di viaggiatore, il promadic traveller, un nomade – rigidamente digitale e il più delle volte in smart working – che gira il mondo attento a far sì che il suo impatto ambientale sia il minore possibile. Si muove per i quattro angoli del pianeta a piedi o in treno evitando aerei e mezzi inquinanti, sceglie di nutrirsi con alimenti a chilometro zero e soggiorna in strutture che confermino attenzione e rispetto per l’ambiente.

sostenibile e etico: cos'è il promodic travel
Patong beach a Phuket (Getty Images).

Promadic Travel, una comunità online

Ovviamente nessuna delle mete del turismo di massa fa parte del mappamondo del Promadic che esplora la Terra in punta di piedi documentando tutto via web per alimentare la comunità e creare un tam tam di responsabilità ambientale. Sul web e sui social questa tendenza ogni giorno fa nuovi proseliti e anche B&B, ostelli e alberghi si mettono al passo con i tempi offrendo pacchetti a impatto zero, con illuminazioni a candela, lenzuola in materiale organico e decorazioni create con oggetti riciclati.

 

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Le vacanze quindi per questa nuova generazione di ragazzi cresciuta all’ombra della pandemia e figlia di genitori diventati grandi duranti gli eccessi degli Anni 80 non è un’occasione di sballo o di eccessi, ma un’occasione di riflessione circa le minacce che mettono a rischio la Terra. Viaggiare green, slow ed eco friendly è l’approccio che va per la maggiore tra i millennials nati in piena emergenza climatica e sempre più attratti dal turismo di nicchia e radical chic.

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Lo scambio culturale con il luogo ospitante

In questo senso il viaggiatore Promadic intende l’esperienza di viaggio come uno scambio reciproco con il luogo in cui si approda. Si chiede ospitalità a casa delle persone in cambio di pochi spiccioli (che possono aiutare le famiglie meno fortunate) o si comprano cibi da contadini e allevatori a chilometro zero. Così si aiuta il commercio locale e si abbassa l’impatto ambientale. A metà tra hippie e volontario, il Promadic punta a portare nei luoghi che visita la sua esperienza e la sua consapevolezza. Offre per esempio consigli su come riciclare ciò che si butta o scarta, si propone come mediatore ambientale e sottolinea, ovunque si trovi, l’importanza di un approccio olistico al territorio. Porta valori e riceve, a sua volta, valori dalla comunità ospitante.

 

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Il tutto con un approccio digital e multimediale realizzato da una comunità virtuale che si scambia consigli e offre soluzioni ai problemi che si possono riscontrare durante l’avventura. Il web, poi, permette di realizzare crowdfunding per raccogliere fondi destinati ai villaggi più sperduti o a migliorare le condizioni di salute e la scolarizzazione dei luoghi visitati.

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Nomadi kirghizi (Getty Images).

Le mete preferite dai Promadic traveller

In Rete sono disponibili portali dedicati al promadic travelling con consigli sulle mete e sulla mission di chi sposa questa filosofia. Ad esempio, tra i Paesi consigliati c’è il Kirghizistan in quanto lo stile di vita nomade della popolazione locale può essere d’ispirazione.

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