Quali profumi sceglieva la regina Cleopatra per i suoi incontri più importanti? Quali odori pervadevano gli edifici dell’antico Egitto o dell’Impero romano? Le oasi dell’Arabia Saudita potevano trasmettere speciali aromi oggi scomparsi? È quanto si chiedono gli scienziati del Max Planck Institute of Geoanthropology di Jena, in Germania, che hanno avviato diversi studi per ricreare le fragranze delle epoche passate. Grazie all’analisi delle biomolecole, un pool di esperti sta lavorando per riportare ai giorni nostri i profumi delle resine e degli olii un tempo usati in cerimonie liturgiche e rituali. In parallelo è attivo Odeuropa, progetto che unisce università ed enti di ricerca del Vecchio continente tra cui la Fondazione Bruno Kessler italiana.
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Quali sono le tecniche necessarie per riportare in vita i profumi del passato
Una sfida quasi impossibile visto gran parte degli odori deriva da materiali biologici come cibo, piante o corpi animali e umani che si decompongono molto rapidamente. Nonostante le difficoltà, però, i progressi della scienza potrebbero permettere di ottenere grandi risultati. Ne è convinta Barbara Huber, dottoranda in archeologia al Max Planck Institute of Geoanthropology di Jena, che analizza i residui biomolecolari su vecchi bruciatori di incenso, bottiglie di profumo e pentole. Per farlo si avvale di due tecniche innovative come la cromatografia e la spettrometria di massa. La prima consente di separare i componenti di una miscela, mentre la seconda calcola il peso delle diverse molecole. «I lipidi, come olio, grasso e cera sono i più ricchi di informazioni», ha detto alla Cnn. «Si trovano nelle ceramiche porose come lampade o unguenti liturgici».
What a great @CNN article by @KatieHunt20 on how scientists are decoding what the past smelled like.
I'm so proud to be featured alongside such amazing researchers @ucqbbem @alchemofscent https://t.co/EUmEiFdo6R— Barbara Huber (@Bara_Huber) March 27, 2023
La dottoressa Huber sta studiando anche i metaboliti secondari, ossia composti organici delle piante che si possono trovare in erbe, legni profumati, resine e spezie. È possibile in questo modo risalire a droghe, cibo e persino malattie del passato. Huber sta cercando di ricreare i profumi dell’insediamento di Tayma, risalente a 5 mila anni fa e ubicato in un’oasi nel deserto del Nefud, in Arabia Saudita. Studiando le resine contenenti incenso, mirra e pistacchio rinvenute in tombe e templi con l’aiuto di un profumiere ha scoperto fragranze uniche e intense. «Forse si usavano per liberare le abitazioni dai cattivi odori», ha spiegato.
Il profumo di Cleopatra ricreato dopo 2 mila anni e il progetto Odeuropa
La scoperta più incredibile risale allo scorso anno con il profumo di Cleopatra, icona di bellezza che mise a punto diverse fragranze. Avvalendosi di antiche giare del sito Tmui, sul delta del Nilo, e di analisi chimiche approfondite, alcuni scienziati americani e tedeschi sono riusciti a replicare gli aromi originali. L’ultima regina d’Egitto utilizzava infatti una miscela di mirra, cassia, gomme e resine varie cui univa solitamente antimicotici e antibatterici. «Che emozione annusare qualcosa di nuovo dopo 2 mila anni», ha dichiarato il professor Litman in un comunicato stampa. Si tratta di una variante del Mendesian, profumo molto in voga assieme al Susinum e al Cyprinum. Entrambi a base di mirra e cannella, sfruttavano l’uno il giglio e l’altro colorante hennè, cardamomo e legno del sud.
Starting new experiments with #myrrh. #Edfu temple inscriptions describe dry myrrh with inner liquid. We thought we were reading it wrong. Then we started opening some large pieces of fresh myrrh. #pastscents #histsci #smellhistory pic.twitter.com/r9MaH4i0WV
— Alchemies of Scent (@alchemofscent) November 22, 2022
L’Institute for Sustainable Heritage dell’University College di Londra invece ha identificato la ricetta chimica per ricreare l’odore dei vecchi libri. In particolare si è concentrato sulla biblioteca della cattedrale di Saint Paul, rimasta intatta dall’edificazione nel 1709 fino alla recente ristrutturazione del 2018. L’obiettivo è ora quello di realizzare un archivio che possa essere disponibile anche per le generazioni future. Infine merita una menzione speciale il progetto Odeuropa che riunisce profumieri, esperti di intelligenza artificiale e storici europei, tra cui quelli della Fondazione Bruno Kessler italiana. Gli scienziati sono a lavoro per dare vita a mostre itineranti e un database fruibile al pubblico in più lingue.
