Mentre in Iran continuano le manifestazioni e gli scontri dopo la morte di Mahsa Amini, in Italia una ragazza iraniana si è ritrovata coinvolta in una vicenda che ha dell’incredibile. Un docente di un istituto di Roma ha deciso di parlarne delle proteste in Iran con gli studenti. Si è parlato della giovane, fermata dalla polizia perché non indossava correttamente il velo, finita poi in coma e deceduta. Ma l’insegnante ha poi esagerato. Avvicinandosi a una delle studentesse, proprio di origini iraniane, le avrebbe tagliato una ciocca di capelli, ripetendo il gesto che tante donne in Iran scelgono di compiere per Mahsa. La ragazza è rimasta impietrita e la famiglia non ha per nulla apprezzato quanto accaduto.

Taglia i capelli alla studentessa: «Proprio tu non sostieni la lotta?»
«Proprio tu, che hai origini iraniane, dimmi, non ti sembrerebbe giusto sostenere la lotta delle donne nel tuo Paese? Non ti taglieresti una ciocca di capelli per testimoniarlo?». Secondo quanto raccontato dai presenti e dalla giovane, sarebbero state queste le parole che l’insegnante ha pronunciato prima di afferrare le forbici sul banco e di tagliare un ciuffo di capelli alla studentessa. Un gesto plateale e fin troppo impulsivo, che ora rischia di costare caro al docente. La famiglia della ragazza, infatti, ha immediatamente chiesto spiegazioni e la scuola ha aperto un procedimento disciplinare nei confronti del professore.

Dai presidi al sindaco Gualtieri: «Inaccettabile»
La vicenda è arrivata immediatamente sui giornali e in tutta Italia. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha dichiarato: «L’episodio che riguarda la giovane studentessa iraniana va verificato ma, se vero, sarebbe una forma di bullizzazione inaccettabile». Immediata condanna anche da Mario Rusconi, il presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma: «Quello dell’insegnante che ha tagliato la ciocca di capelli a una studentessa iraniana è un atteggiamento che si concilia poco con il diritto-dovere degli insegnanti a formare gli studenti. Se per ogni manifestazione che succede all’esterno noi interveniamo in maniera così plateale è chiaro che l’unica cosa che otteniamo è che queste questioni diventino divisive. La scuola ha bisogno di pacatezza e di saggezza non ha bisogno di elementi divisivi. La visibilità mediatica lasciamola a TikTok e così via».
La Rete degli studenti: «Quanto accaduto è gravissimo»
E sulla faccenda intervengono anche i ragazzi. La Rete degli studenti è lapidaria: «È gravissimo quanto accaduto. Pensavamo che gli abusi di potere da parte dei docenti appartenessero a un’altra epoca. Oggi gli studenti hanno diritti e dignità riconosciuti da leggi e statuti. Non possiamo tollerare che si usi violenza su una studentessa e si rimanga impuniti. Speriamo che gli uffici competenti si attivino al più presto per fare luce su quanto accaduto e che partano delle procedure adeguate».
