Avrebbe insegnato come prof per 20 anni senza laurea o titoli di abilitazione – obbligatori per legge, dato che lavorava anche con alunni disabili – a Monza dal 2000 al 2021. Ora la Corte dei Conti della Lombardia ha fatto chiarezza e la sentenza ha stabilito il pagamento di un risarcimento da 314 mila euro. La 63enne avrebbe lavorato negli istituti di Monza, Lissone, Villasanta, Muggiò e Vimercate. A dare il via alle indagini era stata la denuncia ai carabinieri di una dirigenza scolastica a Vimercate.
Prof senza laurea a Monza, la sentenza di risarcimento
La Corte dei Conti ha valutato questo importo contando gli stipendi che la donna avrebbe percepito senza averne diritto, dato che non aveva titoli per insegnare. Infatti, vantava una laurea in Pedagogia e una in Psicologia, necessarie per poter lavorare anche come docente di sostegno. I certificati falsi erano stati ritrovati dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Monza, che aveva ottenuto il mandato dalla Corte dei Conti e che aveva poi mandato tutta la documentazione al Ministero dell’Istruzione.

Secondo i giudici, la 63enne aveva «dichiarato il falso e prodotto documentazione contraffatta al fine di ottenere i contratti di lavoro ai quali aspirava». Il risarcimento arriverà ora nelle casse del MIUR.
L’inizio della vicenda
La vicenda inizia quando la donna aveva 59 anni. In base ai contratti che riceveva, lavorava come psicologa libera professionista, oppure come docente di sostegno presso diversi istituti della provincia. Nella denuncia del 2018, le ipotesi di reato erano state truffa aggravata, falsità materiale commessa da privato ed esercizio abusivo della professione.

Nell’organizzare una gita, la professoressa avrebbe accusato un dirigente di mobbing durante l’organizzazione. A quel punto, il dirigente l’avrebbe denunciata e i carabinieri avrebbero scoperto l’assenza dei titoli vantati. Solo in un successivo accertamento, voluto dalla Corte dei Conti, era sopravvenuto l’intervento dei finanzieri.