L’ex premier e attuale leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, è stato chiamato a testimoniare al processo Open Arms, che ha al centro l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona. E le sue dichiarazioni smentiscono subito quanto affermato dall’attuale vicepremier, imputato per non aver fatto sbarcare 147 migranti in Italia, confinati a bordo della nave della ong Open Arms. «Mai sentito parlare di terroristi a bordo e mai sentito parlare di armi o accordo fra Ong e scafisti. Nessuno mi fece cenno a queste circostanze», ha dichiarato Conte, rispondendo alle domande della procuratrice aggiunta Marzia Sabella.

Conte prende le distanze da Salvini
E così Conte, tre anni fa presidente del Consiglio, prende le distanze dal suo vecchio ministro dell’Interno. A Marzia Sabella dice che fu «Salvini il proponente» dei decreti sicurezza e specifica di avergli scritto per fare sbarcare quelli che erano i «soggetti fragili», cioè i bambini. «I minori in una situazione critica non potevano restare a bordo», spiega il leader del Movimento 5 Stelle. Poi rivendica anche l’impegno per la redistribuzione negli altri Paesi europei: «I migranti potevano sicuramente sbarcare anche prima che si completasse l’iter di redistribuzione delle quote in Europa».
Conte: «Voleva sembrassi debole sul fenomeno immigratorio»
L’affondo di Giuseppe Conte, però, arriva dopo. Ripercorrendo quanto accaduto tre anni fa, l’allora premier spiega: «Non ricordo delle interlocuzioni con il ministro Salvini. Parliamo però di una deduzione logica. Eravamo nella fase annunciata della crisi di governo, escluderei una maggiore occasione di dialogo visto il clima che si era instaurato. C’era un clima incandescente rispetto a una competizione elettorale che poteva essere imminente e si voleva rappresentare un presidente del Consiglio debole sul fenomeno immigratorio mentre il ministro dell’Interno aveva una posizione di rigore, questo era il clima politico di quel periodo. Sollecitai il ministro Salvini a far sbarcare i minori a bordo della Open Arms perché secondo me era un tema da risolvere al di là di tutto. Cercai di esercitare una moral suasion sulla questione perché mi pareva che la decisione di trattenerli a bordo non avesse alcun fondamento giuridico».

Salvini ignora Conte
E come sottolineano i giornalisti di Repubblica, Matteo Salvini non deve aver preso bene la testimonianza di Giuseppe Conte. Prima dell’inizio dell’udienza ha pubblicato sui social una foto dall’aula bunker scrivendo: «Oggi sono per l’ennesima volta a Palermo, nell’aula bunker dell’Ucciardone famosa per i maxiprocessi contro i mafiosi, per il processo Open Arms. Rischio fino a 15 anni di carcere per aver difeso l’Italia e i suoi confini, salvando vite e facendo rispettare la legge. Sono attesi come testimoni dell’accusa Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese, non ci annoieremo». Poi, durante la testimonianza, non lo guarda mai, continuando invece a scrivere sul proprio smartphone.
Oggi sono per l’ennesima volta a Palermo, nell’Aula Bunker dell’Ucciardone famosa per i maxiprocessi contro i mafiosi, per il processo OpenArms. Rischio fino a 15 anni di carcere per aver difeso l’Italia e i suoi confini, salvando vite e facendo rispettare la legge.
(1/2) pic.twitter.com/992HkxcySO— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) January 13, 2023