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Il processo di Norimberga: gli errori storici del film in onda stasera 8 settembre su La7

Dalla trama alle discrepanze tra realtà e fiction, passando per la storia vera delle condanne emesse durante il Processo di Norimberga. Tutto quello che c’è da sapere sul film per la tivù in onda stasera su La7 alle 21.20.

8 Settembre 2021 20:00 Redazione
il processo di norimberga in onda stasera su la7

Stasera, mercoledì 8 settembre 2021, alle 21.25, la prima serata di La7 propone Il processo di Norimberga, film per la tivù (originariamente nato e trasmesso come miniserie in due puntate) diretto da Yves Simoneau e tratto dal libro Nuremberg: Infamy on Trial di Joseph E. Persico. Al centro della scena, il drammatico racconto dello storico processo ai nazisti coinvolti nel secondo conflitto mondiale e nella Shoah, visto attraverso gli occhi del capo procuratore Robert Jackson e del principale imputato, il vice-cancelliere del Reich, Hermann Göring.

'Il processo di Norimberga di Yves Simoneau con Alec Baldwin, Brian Cox, Christopher Plummer, Jill Hennessy e Christopher Heyerdahl stasera alle 21:15#La7 #8settembre pic.twitter.com/G0S3mniW4y

— La7 (@La7tv) September 8, 2021

Il processo di Norimberga: il cast

Accanto ad Alec Baldwin nei panni di Robert Jackson e Brian Cox in quelli di Hermann Göring (performance che gli valse un Emmy Award come migliore attore non protagonista), hanno partecipato al progetto anche attori del calibro di Christopher Plummer nel ruolo di Sir David Maxwell Fyfe, Jill Hennessy in quello di Elsie Douglas, Charlotte Gainsbourg nella parte di Marie Claude Vaillant-Couturier, Michael Ironside in quella del colonnello Burton C. Andrus e Colm Feore in quella di Rudolf Höss. Da non dimenticare anche Max Von Sydow, che ha interpretato Samuel Rosenman e Matt Craven, a cui è toccato impersonare il capitano Gustav Gilbert.

Il processo di Norimberga: le incongruenze della fiction

Sono numerose le incogruenze storiche tra realtà storica e fiction, soprattutto circa le storie di alcuni personaggi o allo sviluppo di determinate vicende. Ecco un elenco delle principali. Nella pellicola, Hermann Göring si costituisce, assieme alla moglie e alla figlia, nei pressi di un’anonima base dell’aviazione americana in Germania, il 12 maggio 1945, dopo un viaggio in automobile. In realtà, il gerarca fu scoperto e arrestato vicino a Radstadt da un distaccamento della Settima Armata degli Stati Uniti, il 6 maggio 1945. Un’altra incongruenza che cattura l’attenzione degli spettatori più attenti riguarda il personaggio di Jackson. Il capo procuratore, nel film, descrive il Palazzo di Giustizia di Norimberga come «lo stesso edificio in cui furono decretate le leggi di Norimberga per privare tutti gli ebrei tedeschi dei loro diritti». Non è così: quelle norme, infatti, sono state introdotte dal Reichstag in una riunione speciale all’annuale Raduno di Norimberga del NSDAP (partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori). Il tribunale era sempre stato un organo regionale per l’area locale e l’edificio non aveva alcun legame con il raduno. Per quanto riguarda, invece, interrogatori e condanne, le discrepanze tra adattamento tivù e ricostruzione storica si fanno ancora più marcate. Come dimostrato dalla scena del controinterrogatorio con Göring che, nel processo, non fu recuperato in calcio d’angolo, come succede al personaggio di Baldwin, ma fu un vero e proprio disastro che danneggiò gravemente la reputazione di Jackson. Anche i verdetti non furono pronunciati insieme a tutti gli imputati in aula (questa soluzione è stata adottata dal regista per motivi di tempo e spazio) ma separatamente: ciascun nazista veniva chiamato singolarmente a scoprire la propria sorte. Ultima nota stonata, la rappresentazione dello svolgimento del processo. Nel film, al momento delle esecuzioni, i condannati dichiarano i nomi sulla forca e rilasciano le loro dichiarazioni finali. La procedura reale, invece, prevedeva che pronunciassero i loro nomi in fondo alla scalinata al patibolo e rilasciassero le loro testimonianze in tedesco, con un interprete accanto. In più, le esecuzioni si tenevano all’esterno del palazzo e alcune delle impiccagioni sono state eseguite maldestramente perché non tutti i giustiziati sono caduti con la forza sufficiente da causare la morte immediata.

Il processo di Norimberga: tutte le condanne

Furono 24 i principali gerarchi nazisti a essere condannati a Norimberga (tra il 30 settembre e il 1 ottobre 1946). Di queste, 12 furono condannate a morte (nello specifico, all’impiccagione): il vice cancelliere Hermann Göring (che, in realtà, non fu giustiziato perché riuscì a suicidarsi la notte prima con del cianuro), Joachim Von Ribbentropp, ministro degli Esteri del governo Hitler, Alfred Rosenberg, ideologo del partito e padre delle teorie razziste, Wilhelm Keitel, capo del comando supremo delle forze armate, Alfred Jodl, secondo di Keitel, Wilhelm Frick, ministro dell’Interno del governo Hitler, Arthur Seyss-Inquart, Reichkommissar (governatore territoriale) dei Paesi Bassi, Fritz Sauckel, plenipotenziario del programma sfruttamento prigionieri, Hans Frank, governatore del Governatorato Generale, Martin Bormann, segretario del Partito Nazista, Ernst Kaltenbrunner, maggior gerarca delle SS sopravvissuto alla guerra, Julius Streicher, giornalista. Dei restanti 12, invece, 9 sono stati condannati a pene detentive di varia durata, dall’ergastolo a svariati anni di reclusione, mentre 3 sono stati assolti: si tratta di Hans Fritzsche, commentatore radiofonico, Hijalmar Schacht, ministro dell’Economia del governo Hitler e Franz Von Papen, ambasciatore tedesco in Turchia. I reati riconosciuti furono complotto e crimini di guerra, contro la pace e contro l’umanità.

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