Continua la crociata dei duchi di Sussex contro il web e la stampa. L’ultimo colpo del duello è stato sferrato dal principe Harry che, nel corso del panel Internet Lie Machine organizzato dalla rivista americana Wired, ha dichiarato di reputare il termine Megxit (utilizzato dai giornali britannici per riferirsi alla decisione, presa assieme a Meghan Markle, di allontanarsi dalla famiglia reale e dai suoi oneri) profondamente misogino.
Meghan Markle, bersaglio del maschilismo della stampa e del web
Parlando di Internet e del ruolo della Rete e dei media nella diffusione dell’odio online, Harry ha utilizzato il neologismo come esempio dell’acredine che serpeggia, in modo particolare, sui social network. «Forse qualcuno lo sa, forse no, ma la parola Megxit ha un’accezione terribilmente discriminatoria», ha sottolineato, «È stata creata da un troll anonimo, poi è stata adottata dai corrispondenti reali, fino ad arrivare ai media mainstream e al resto del mondo dell’informazione. Ma tutto è iniziato con qualcuno che aveva come unico obiettivo quello di screditare una donna». Non è una novità d’altronde che, soprattutto su Twitter, Markle sia uno dei target prediletti dagli odiatori seriali. A dimostrarlo lo studio curato da Bot Sentinel, che ha scoperto che il 70 per cento dei commenti negativi e delle fake news sul conto della coppia era opera di 83 account nati appositamente per questo. «La cosa che più mi ha disturbato del report è il numero di giornalisti inglesi che hanno interagito con quei profili, contribuendo ad amplificarne le menzogne», ha ribadito. «Non si sono preoccupati di verificare la veridicità delle notizie e hanno spacciato quelle bugie per verità».
Prince Harry, the Duke of Sussex takes misinformation and media manipulation very seriously. For him, it’s personal. https://t.co/xpBRCCnYtT #REWIRED2021 pic.twitter.com/B9nBlkgJj2
— WIRED (@WIRED) November 10, 2021
La crisi dell’informazione e l’accanimento gratuito dei media
Impegnato da anni, assieme a Markle, in una campagna di sensibilizzazione contro il cattivo utilizzo dei social e gli effetti sulla salute mentale degli utenti, il secondogenito del principe Carlo ha parlato della disinformazione come di «una crisi umanitaria globale», utilizzando come esempi il trattamento razzista riservato alla moglie dai tabloid e la gogna pubblica a cui spesso, in passato, hanno sottoposto la principessa Diana. «Ho imparato sin da piccolo che le esigenze della pubblicazione non si allineano necessariamente alla verità dei fatti», ha aggiunto, «Conosco fin troppo bene questa storia. Ho perso mia madre per l’accanimento di una stampa dedita alla manipolazione dei fatti, e ovviamente non ho alcuna intenzione di perdere la madre dei miei figli per lo stesso motivo».