Il Principe Harry ancora al centro della bufera. Stavolta le accuse arrivano dall’Iran, il cui regime ha imputato al duca di Sussex «crimini di guerra» a seguito delle dichiarazioni nell’autobiografia Spare. Nelle pagine che ripercorrono il suo passato nell’esercito, Harry ha infatti detto di aver ucciso ben 25 talebani, da lui definiti «non persone, ma pedine degli scacchi», mentre era alla guida di un elicottero in Afghanistan. Teheran ha risposto condannando le sue parole e la posizione dell’Occidente che ha preferito chiudere un occhio di fronte a tale atteggiamento. Pioggia di critiche anche dall’esercito britannico, che ha precisato come i suoi commenti siano «molto lontani dalla verità».
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Le dichiarazioni del principe Harry nel libro Spare e le accuse dell’Iran
La bomba è esplosa dopo la pubblicazione della discussa autobiografia Spare, edita in Italia da Mondadori. Nel libro il Principe Harry ha descritto il suo rapporto con la corona inglese, la storia con la moglie Meghan e il suo trascorso militare. Nel 2012 infatti ha operato in Afghanistan, guidando uno degli elicotteri Apache in sei missioni aeree. Ha affermato di aver ucciso diversi militanti talebani e di averne quantificato la cifra solo dopo aver rivisto le immagini dei voli grazie alle telecamere montate sui velivoli dell’esercito. «Il mio numero è 25», ha scritto Harry. «Non mi ha dato soddisfazione, ma non mi ha fatto nemmeno provare vergogna. Non pensavo a loro come persone, ma come pedine degli scacchi».

Le parole del Principe Harry hanno immediatamente scatenato la rabbia dell’Iran, i cui rapporti con il Regno Unito sono già tesi dopo l’uccisione di Alireza Akbari, ex funzionario della difesa anglo-iraniano giustiziato da Teheran con l’accusa di spionaggio. Tanto che l’ammissione di Harry in Spare è stata usata dal regime iraniano per giustificarne l’esecuzione. «Il regime britannico, il cui membro della famiglia reale non ha rimpianti per l’uccisione di 25 persone innocenti, non è nella posizione di predicare sui diritti umani», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kan’ani. «Lo stesso vale per coloro che chiudono un occhio davanti a questo crimine di guerra». Le accuse giungono una decina di giorni dopo le dure parole di altri funzionari iraniani, tra cui il portavoce della polizia di Teheran Khalid Zadran. Quest’ultimo ha infatti chiesto che «criminali come Harry, che confessano con orgoglio le loro malefatte, finiscano al tavolo del tribunale internazionale».
Non solo Iran, pioggia di accuse anche dall’esercito britannico
La bufera sul Principe Harry non proviene solo dal Medio Oriente, ma anche dallo stesso Regno Unito. Il colonnello Richard Kemp, ex comandante delle truppe britanniche in Afghanistan, ha precisato come le parole del duca di Sussex non corrispondano al modo di agire dell’esercito britannico. «Suggerisce che gli inglesi non vedano il nemico come un essere umano, ma non è vero», ha detto in una dichiarazione riportata dal Sun. «L’esercito distingue attentamente civili innocenti e combattenti sul campo». Gli ha fatto eco il colonnello Tim Collins, che ha guidato le truppe in Iraq, parlando di una condotta aliena a quella dei militari. «Si è rivoltato anche contro l’altra sua famiglia, i militari, che finora lo avevano sempre abbracciato».

Le dure parole del Principe nella biografia Spare potrebbero inoltre cagionare pericoli alla sicurezza nazionale, dell’esercito e persino dello stesso duca di Sussex. «Probabilmente inciterà qualcuno ad attaccare i nostri soldati nel mondo», ha proseguito Kemp a Sky News. «Inoltre l’impatto sulla sua persona è maggiore, sia in termini di sicurezza sia quanto a reputazione». Ben McBean, veterano di guerra ed eroe del Principe Harry, non ha risparmiato critiche. «Gli voglio bene, ma deve stare zitto», ha sentenziato il reduce.