Forte dell’effetto nostalgia e di un successo che sembra non avere data di scadenza, il trend delle reunion delle serie che hanno fatto la storia della tivù ha conosciuto un’ascesa inarrestabile. Soprattutto nell’ultimo anno, complice anche la pandemia, network e piattaforme di streaming hanno investito sul revival della comfort tv per eccellenza, montando speciali commemorativi e riportando sul set cast memorabili.
Operazione nostalgia
Al di là della qualità delle storie, quel che più lega lo spettatore ai programmi televisivi sono i ricordi. Rifugiarsi nell’episodio della comedy o del crime del cuore può aiutare a superare situazioni complicate. È quello che, in sostanza, è successo durante il lockdown. Come attestato da un sondaggio di Radio Times, oltre il 43 per cento dei telespettatori intervistati, costretti nelle quattro mura di casa, hanno preferito occupare il tempo riguardando vecchi episodi piuttosto che imbarcarsi in una nuova avventura col rischio di rimanerne delusi. Il caso più eclatante, forse, è quello dei Soprano che, nonostante abbia chiuso i battenti nel lontano 2011, su Sky Now e HBO ha registrato lo scorso anno un aumento delle visualizzazioni rispettivamente, del 122 per cento nel Regno Unito e del 200 per cento in America. Gradimento confermato anche dallo speciale trasmesso a gennaio 2019 da HBO in occasione dei 20 anni della serie per ricordare tra l’altro anche James Gandolfini, interprete del boss Tony Soprano e scomparso nel 2013. «L’avvento del virus ha portato sconforto e solitudine», ha spiegato alla Bbc Constantine Sedkides dell’Università di Southampton. «Questo ha fatto sì che le persone, per sentirsi meglio, si rifugiassero nei ricordi». Una terapia che, nelle reunion, ha trovato l’alleato perfetto.
Will il principe di Bel Air torna in casa Banks
Costruiti come veri e propri eventi televisivi, il segreto del successo delle reunion è il giusto mix tra l’amarcord e la novità, tra la storia della serie e aneddoti che aiutano gli aficionados a guardare lo show sotto una luce diversa. È il caso di Will, il principe di Bel Air. Lanciato su HBO Max il 19 novembre 2020 per il 30esimo anniversario della sitcom, il tributo alla serie che ha lanciato Will Smith a livello planetario ha raccolto nel soggiorno di casa Banks tutti i suoi protagonisti, fatta eccezione per James Avery, venuto a mancare nel 2013. Tra il ricordo di scene famose e di episodi curiosi, c’è stato spazio anche per il confronto tra Smith e Janet Hubert, l’attrice che interpretò la zia Vivian per le prime tre stagioni fino all’abbandono per divergenze personali con la star. Un retroscena chiarito davanti alle telecamere che ha conquistato la curiosità del pubblico.
Friends, reunion da record
Sulla stessa linea, anche l’attesissima reunion della cricca del Central Perk, andata in onda il 27 maggio 2021. L’hype generalizzato attorno all’evento, posticipato a causa del Covid, ha portato lo speciale di Friends a risultati da record, rendendolo il programma più visto nella storia di Sky One, con più di 5.3 milioni di spettatori, inclusi gli abbonati al servizio streaming. A convincere fan e profani la formula utilizzata dai produttori: quella di una rimpatriata tra vecchi amici che, tra una risata e l’altra, hanno svelato curiosità e particolari poco noti. Come il gossip sul presunto sentimento non ricambiato tra Jennifer Aniston e David Schwimmer nella prima stagione.
Se il revival è un fiasco: da Una mamma per amica a Will & Grace
Ci sono casi in cui, poi, semplici reunion hanno portato a riaprire trame chiuse da tempo. Senza, però, riscontrare l’effetto sperato. È quel che è successo con i sequel di Una mamma per amica e Will & Grace che, pur tentando di replicare le atmosfere e le dinamiche che li hanno resi celebri, non hanno soddisfatto le aspettative degli spettatori.
Tra la necessità di proteggere l’eredità di un programma storico e il desiderio di novità, spesso i produttori si trovano a sostenere una grossa responsabilità e capita di non riuscire a trovare una quadra. «Serial del genere sono legati all’epoca in cui nascono, alla cultura in cui si sviluppano, ad abitudini che cambiano nel tempo», ha sottolineato il giornalista Simon Thompson. «Per questo motivo, a volte è meglio non riproporli perché si rischia di rovinare tutto, senza alcuna possibilità di ritornare indietro».