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Il principe è il pirata

Andrea, duca di York e secondogenito della regina Elisabetta è accusato di aver avuto rapporti sessuali con una minorenne nel 2001. L’accusatrice, Virginia Giuffre, è una delle vittime di Jeffrey Epstein, il finanziere americano morto suicida in carcere nel 2019.

10 Agosto 2021 11:0910 Agosto 2021 11:41 Redazione
Virginia Giuffre, una delle vittime di Jeffrey Epstein, ha denunciato il duca di York per averla molestata sessualmente quando era minorenne.

Una causa per abusi sessuali è stata presentata a New York nei confronti del principe Andrea, secondogenito della regina Elisabetta. A iniziare l’azione legale Virginia Giuffre, una donna di 38 anni che sostiene di essere stata costretta ad avere rapporti con il duca di York in tre occasioni, da minorenne, nelle proprietà del ricco finanziere americano Jeffrey Epstein, morto suicida in carcere nel 2019 e amico del principe. Epstein, accusato di traffico sessuale di minori, nel 2001 avrebbe portato – insieme alla sua compagna dell’epoca Ghislaine Maxwell, ora in carcere – con la forza Giuffre nelle sue proprietà di New York, Londra e delle Isole Virgini, dove Andrea avrebbe avuto rapporti con la ragazza all’epoca minorenne. Il principe ha sempre negato le accuse, anche in una lunga intervista del 2019 rilasciata alla Bbc: «Posso dire categoricamente che non è mai successo. Non ricordo di aver mai incontrato questa donna». Ora però Giuffre ha chiesto il risarcimento per danni fisici e morali. «Venti anni fa la ricchezza, il potere, lo status e i contatti del principe Andrea gli consentirono di abusare di una ragazzina spaventata e vulnerabile che non aveva nessuno che la proteggeva. E’ ora che ne risponda», si legge nella causa presentata a New York.

Jeffrey Epstein e il principe Andrea

Del rapporto “pericoloso” tra il principe ed Epstein se ne è parlato per la prima volta nel 2011, quando la Bbc riportò di come le voci sull’amicizia tra i due avessero creato più di un problema a Buckingham Palace. Tre anni prima il finanziere aveva patteggiato una pena di soli 13 mesi per abusi sessuali e per aver procurato ragazze minorenni ad alcuni politici. Da Sarah Ferguson, moglie del duca di York, si venne poi a sapere che Epstein aveva prestato 15 mila sterline al marito per aiutarlo a saldare dei debiti. Nel 2014 gli avvocati di Virginia Giuffre presentarono un esposto a un tribunale della Florida affermando che il principe, insieme a «un primo ministro» e altri personaggi, aveva avuto rapporti sessuali non consenzienti con l’accusatrice. Giuffre dichiarò già all’epoca di aver ricevuto pressioni per fare sesso con il duca di York e che «non avrebbe osato rifiutare» per paura che Epstein potesse «ucciderla o rapirla». Il principe Andrea ha poi tagliato i ponti con il finanziere, e nell’intervista alla Bbc di due anni fa ha dichiarato di «rimpiangere» quel legame «sconsiderato».

Jeffrey Epstein, i processi e la morte

I primi problemi con la giustizia, per il miliardario americano, cominciarono già nel 2005, quando i genitori di una ragazzina di 14 anni denunciarono alla polizia di Palm Beach, in Florida, le molestie ricevute dalla figlia nella villa di Epstein. Solamente tre anni dopo, al termine di un patteggiamento segreto con i pubblici ministeri dello Stato del sud, il finanziere fu condannato ad appena 13 mesi di reclusione. Il caso è particolarmente controverso perché uno dei procuratori, Alexander Acosta, permise ad Epstein di concludere un accordo molto vantaggioso – vista anche la gravità dei reati che gli erano contestati – che lo avrebbe messo al riparo da altri procedimenti legali. Acosta è stato poi scelto da Donald Trump come ministro del Lavoro nei quattro anni del suo mandato presidenziale, e i rapporti tra Epstein e l’ex presidente sono sempre stati molto stretti, e controversi: nel 2016 una donna californiana accusò entrambi di averla molestata nel 1994, ma la causa è stata poi ritirata. Nel 2019, al secondo arresto di Epstein per reati a sfondo sessuale, Acosta finì nell’occhio del ciclone per quel patteggiamento: i giudici federali lo considerarono nullo per aver violato i diritti delle vittime (non consultandole e consentendo ad Epstein di evitare procedimenti futuri) e fu costretto a dimettersi dall’incarico governativo. Il 6 luglio di quell’anno il finanziere fu arrestato per traffico sessuale di minori, e morì suicida in cella un mese dopo. In totale, è stato coinvolto in oltre otto processi simili. La sua storia, e le testimonianze delle sue vittime, sono raccolte in un documentario di quattro puntate su Netflix, Jeffrey Epstein: soldi, potere e perversione.

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