Yevgeny Prigozhin ha rilasciato una lunga intervista al blogger pro-Cremlino Konstantin Dolgov, in cui – come ha sottolineato lui stesso – ha risposto «a tutte le domande scomode». In più di un’ora e un quarto di conversazione, il capo dei mercenari del Gruppo Wagner ha criticato di nuovo il ministero della Difesa russo, elogiato i nemici ucraini e fornito una previsione sugli scenari del conflitto in corso, mettendo in evidenza il suo credo politico: «Amo la mia patria, obbedisco a Vladimir Putin, non mi interessa Shoigu, continueremo a combattere».
Did Prigozhin switch sides or is he talking like this in preparation for the upcoming military coup?
My money is on the latter. I think all will be blamed on ‘happy grandpa’ and he will be forced out of the Kremlin shortly. #Russia #Prigozhin #RussiaUkraineWar #Ukraine… pic.twitter.com/CzZnzZOyIt
— Natalka (@NatalkaKyiv) May 23, 2023
L’amara osservazione: la Russia ha finito per militarizzare l’Ucraina
«Abbiamo camminato con gli stivali in tutta l’Ucraina alla ricerca dei nazisti. Abbiamo messo fuori combattimento tutti quelli che potevamo», ha detto Prigozhin. «Siamo arrivati a Kiev (sottolineando la dicitura russa, ndr), ce la siamo fatta sotto e ci siamo ritirati. Lo stesso a Kherson», ha aggiunto, ribadendo che l’invasione dell’Ucraina è stata lanciata per «amore della denazificazione». Il problema, ha spiegato dal suo punto di vista, è che così facendo la Russia ha reso l’Ucraina «una nazione conosciuta in tutto il mondo». E questo ha consentito all’ex repubblica sovietica di ricevere armamenti: «Se all’inizio dell’operazione speciale avevano 500 carri armati, ora ne hanno 5 mila. Se avevano 20 mila combattenti, ora ne hanno 400 mila». Partita con l’obiettivo di smilitarizzare l’Ucraina, la Russia ha finito per militarizzarla, ha osservato con amarezza Prigozhin.

Gli elogi all’esercito di Kyiv: «Alto livello di organizzazione e addestramento»
«Il Gruppo Wagner è oggi il miglior esercito del mondo», ha affermato Prigozhin. «Per correttezza, devo dire che quello russo è il secondo». Poi l’elogio alle forze di Kyiv, al tempo stesso una giustificazione per gli inciampi di quelle russe: «Penso che l’esercito ucraino siano oggi uno dei più forti. Hanno un alto livello di organizzazione, di addestramento, di intelligence. E hanno grande varietà di armi, sia di epoca sovietica che fornite dalla Nato, che utilizzano con successo».
Le accuse a Shoigu e Gerasimov: «Sono stati loro a bloccare tutto»
«Potremmo gestire almeno 600 mila soldati. Se ci venissero date, come ho chiesto, 200 mila persone, sposteremmo il fronte di 50-150 chilometri in direzioni diverse, prenderemmo il controllo dell’intero Donbass», ha detto Prigozhin. «Perché non ci è stato permesso? Ciò è accaduto a causa di intrighi, per il timore che un’organizzazione molto cresciuta possa iniziare a dettare termini e arrivare a Mosca con i carri armati». A remare contro, ha spiegato ribadendo un concetto già espresso, sono stati in particolare Sergei Shoigu e Valery Gerasimov, rispettivamente ministro della Difesa e capo di Stato maggiore delle forze armate russe. «Sono state queste due persone, con le loro decisioni, a bloccare tutto», ha affermato, sottolineando che dovrebbero essere sostituiti rispettivamente da Michail Mizintsev, il cosiddetto “macellaio di Mariupol“, e Sergei Surovikin.
Guerra in Ucraina, gli scenari prospettati da Prigozhin
Per la guerra, Prigozhin ha delineato due scenari, uno ottimista e l’altro pessimista. Nel primo, «l’Europa e l’America si stancheranno del conflitto ucraino, la Cina metterà tutti al tavolo dei negoziati» e i territori occupati dalle forze di Mosca entreranno ufficialmente a far parte della Federazione Russa. Prigozhin ritiene però tale scenario improbabile. A differenza del secondo: «Gli ucraini verranno ancora armati e continueranno la controffensiva, che forse avrà successo da qualche parte. Potrebbero ripristinare i confini del 2014, attaccare in Crimea, tagliare le linee di rifornimento. Pertanto, dobbiamo prepararci a una guerra dura». Ma senza l’uso di bombe nucleari: «Non c’è bisogno di correre dietro a un vicino con un’ascia».

«La Russia ha bisogno di vivere come la Corea del Nord»
Per rimanere sull’attualità, le forze di Mosca «non sono pronte a resistere alle incursioni nella regione russa di Belgorod da parte di gruppi anti-governativi, che combattono al fianco dell’Ucraina», ha osservato con amarezza Prigozhin, che poi ha guardato al futuro del suo Paese: «Dobbiamo introdurre la legge marziale, annunciare nuove mobilitazione, trasferire tutto il possibile alla produzione di munizioni. Dobbiamo smettere di ingrassare, smettere di costruire nuove strade, nuove infrastrutture e lavorare solo per la guerra. La Russia ha bisogno di vivere come la Corea del Nord per un certo numero di anni: chiudere i confini, smetterla di fare scelte stupide, richiamare i suoi giovani dall’estero e lavorare sodo. Solo così arriveremo a qualche risultato».