La Coldiretti lancia l’allarme: in Italia, il grano duro per la pasta viene pagato circa 36 centesimi al chilo, per un valore che non solo copre a malapena i costi di produzione, ma è anche inferiore di oltre il 30% rispetto allo stesso periodo scorso anno, nonostante il prezzo della pasta sia aumentato per il doppio dell’inflazione. Il dato è stato calcolato sulla base dei numeri raccolti dall’Istat nel mese di aprile. Se la pasta – come sostenuto la Coldiretti – è ottenuta direttamente dalla lavorazione del grano duro con l’aggiunta di acqua, non è possibile giustificare tante e tali variazioni nelle quotazioni.

Richiesta la Commissione di allerta sul prezzo della pasta
Il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, per correre ai ripari, ha chiesto di dare mandato al Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, di convocare la Commissione di allerta rapida per analizzare la dinamica del prezzo della pasta. Nel mese di marzo, il prezzo della pasta ha fatto registrare un aumento del 17,5% rispetto all’anno precedente.
Le variazioni del prezzo della pasta nel nostro Paese
Secondo l’Osservatorio del Ministero del Made in Italy, i costi variano per la pasta da 2,3 euro al chilo di Milano ai 2,2 euro al chilo di Roma, dai 1,85 di Napoli ai 1,49 euro al chilo di Palermo mentre le quotazioni del grano sono per la maggior parte simili lungo tutta la Penisola, aggirandosi attorno a 38 centesimi di euro al chilo. La Coldiretti, che parla di un’anomalia di mercato chiede di fare chiarezza anche in virtù della nuova normativa sulle pratiche sleali. I ricavi non sufficienti a coprire i costi sostenuti dalle imprese agricole, sempre secondo la Coldiretti, mettono a rischio le semine.