Dopo il Covid siamo cambiati, ma non troppo

Camilla Curcio
11/11/2021

Dallo spopolamento delle città in favore di una vita bucolica alla scomparsa delle candeline sulle torte di compleanno e dei tester dalle profumerie. In molti si sono sbizzarriti in previsioni sul mondo post pandemia: ecco quali si sono effettivamente avverate.

Dopo il Covid siamo cambiati, ma non troppo

Medici, agenti immobiliari ed esperti di diversi settori, a più riprese, hanno provato a immaginare in che modo il Covid avrebbe potuto cambiare le abitudini delle persone. Tra un lockdown e l’altro, si sono cimentati a immaginare scenari scanditi dalla scomparsa di strette di mano, abbracci, uffici, città, abbigliamento da lavoro e, addirittura, candeline di compleanno. Alcune previsioni, come riporta il Guardian, si sono realizzate. Altre, forse un po’ troppo allarmiste, sono rimaste nel cassetto. 

Il mondo dopo il Covid, quali scenari non si sono realizzati 

Stop candeline sulle torte

Susan Hassig, docente di epidemiologia della Tulane University, aveva dichiarato al New York Times che l’emergenza pandemica avrebbe messo un punto «all’inutile tradizione» di spegnere le candeline sulla torta. A distanza di qualche mese, ha constatato come i fatti abbiano smontato tale ipotesi. A New Orleans, la città in cui vive, le feste di compleanno, infatti, sono ritornate a celebrarsi, con tanto di karaoke e dolce celebrativo. Eppure qualcosa è rimasto. In molti party, infatti, i festeggiati avrebbero iniziato a utilizzare un cupcake per evitare di soffiare sulla torta da offrire agli altri ospiti. 

La fine degli spazi di co-working

Con la chiusura degli uffici, sono state diverse le voci che hanno presagito il fallimento delle strutture di co-working. È andata diversamente. L’exploit dello smart working, al contrario, ha determinato un incremento importante della domanda di spazi di lavoro condivisi. Fenomeno dovuto a quanti, stanchi di rimanere chiusi in casa, hanno trasferito la loro postazione in una di queste strutture, ritrovando il piacere di lavorare a contatto con gli altri. Eppure qualcuno non vuole arrendersi all’evidenza. «Così come negli uffici i datori di lavoro hanno serie difficoltà nel reintegrare il personale nonostante vaccini e mascherine, anche nei co-working la gente sarà frenata dal non sapere che tipo di precauzioni prendano i vicini di scrivania», ha spiegato l’avvocato Peter L Curry. Che ha quindi sentenziato: «Non può funzionare».

Addio ai tester nelle profumerie

Quando si è diffusa la notizia che il virus si contraesse anche a contatto con le superfici, la gente ha iniziato a evitare  i tester delle profumerie. Questo aveva fatto pensare a molti che non sarebbe stato più possibile provare uno smalto o un ombretto prima di acquistarlo. Non è stato così. Dopo qualche mese, infatti, i campioncini sono ritornati sugli scaffali. Sebbene in una forma diversa rispetto al passato. «Diverse aziende hanno iniziato a fornire tester usa e getta», ha sottolineato la dermatologa Nada Elbuluk, che la scorsa estate aveva parlato ad Allure della loro quasi inevitabile scomparsa. «Qualcosa è decisamente cambiato in meglio».

La pandemia ha spinto gli esperti a prevedere quel che sarebbe cambiato con l'avvento del virus. Dallo spopolamento delle città alla scomparsa delle candeline, le profezie accertate e quelle smentite dai fatti
Tester make up

 

Trasferimento di massa in campagna

Nei primi mesi, le imprese e le start up del settore immobiliare erano convinte che chi abitava in città si sarebbe trasferito in campagna, alla ricerca di spazio e tranquillità. In realtà, con la diminuzione dei contagi e l’apporto dei vaccini, molte metropoli hanno registrato un aumento considerevole degli affitti e i ristoranti si sono gradualmente ripopolati.

Il mondo dopo il Covid, gli scenari che si sono realizzati

Il ritorno dei viaggi in aereo

Con l’accumularsi dei veti sui viaggi e la chiusura delle frontiere, agenti di viaggio e travel blogger hanno iniziato a presagire che gli spostamenti aerei non sarebbero ritornati ai ritmi pre-pandemia fino a quando la campagna vaccinale non avrebbe dato risultati confortanti. E in effetti è proprio quello che è avvenuto. I numeri sono ancora al di sotto della soglia e le restrizioni continuano a rendere tutto più complicato ma i voli sono ripartiti e i viaggiatori stanno imparando ad adattarsi alla nuova normalità.

L’uniforme da lavoro è storia vecchia

Se già prima del coronavirus, le regole del dress code sul lavoro si erano fatte meno rigide, col passare del tempo gli esperti di moda hanno iniziato a immaginare il loungewear come degno sostituto della scomoda uniforme fatta di giacche, pantaloni e scarpe col tacco. Non avevano torto. Molte delle manager e dei businessmen che si sono rivolti alla stylist Jessica Cadmus (che, nel 2020, aveva anticipato alla Cnn l’avanzata delle sneaker e dei jeans nelle grandi aziende) hanno sostituito tailleur e completi con outfit comodi e pratici. «Non credo si ritornerà ai livelli pre-Covid», ha ribadito lei, «E non è affatto una buona notizia per la mia professione».