Presidenziali Francia: la geografia del voto nel Paese e a Parigi
Macron si rafforza negli ex feudi repubblicani, Le Pen tiene a Nord-est. La Capitale, che snobba la sindaca Hidalgo, spaccata in due: a Est prevale il presidente uscente, a Ovest nei quartieri più popolari vince Mélenchon. E l'estrema destra sceglie Zemmour. L'analisi geografica del voto.
Il primo turno delle Presidenziali restituisce una Francia estremamente frazionata. Come nel 2017 l’Esagono risulta diviso da una diagonale: nel Nord-est del Paese l’estrema destra ottiene i risultati migliori, mentre si indebolisce lungo la direttrice che dalla Bretagna va all’Île-de-France e al centro. Il voto torna a spaccare in due anche Parigi: a Est nelle banlieue più popolari prevale l’Insoumis Jean-Luc Mélenchon, a Ovest Emmanuel Macron. Da segnalare l’alta astensione nella Capitale: al primo turno non ha votato il 21,68 per cento degli aventi diritto, meno della media nazionale del 25,1 e di quella regionale al 24. Cinque anni fa era stata del 16,15 per cento. Sintomo di una crisi di partecipazione che si è fatta più forte nelle periferie Nord ed Est.

Macron si rafforza nei feudi repubblicani
A livello nazionale, il presidente uscente – che è primo in 11.788 comuni contro i 7.358 del 2017 – ha rafforzato la sua presenza nella Loira atlantica, nelle Alpi e nel Rodano, tradizionali bacini elettorali repubblicani. Segno che la destra moderata non è stata sedotta da Valerie Pécresse, ferma al 4,78 per cento, e soprattutto non è ancora pronta ad abbracciare l’estrema destra di Marine Le Pen. La leader di Rassemblement National si conferma forte nel Nord Est del Paese. Al momento è prima in più di 20 mila comuni contro i circa 19 mila di cinque anni fa. Mélenchon invece si è piazzato primo in meno di 3 mila comuni francesi, soprattutto a Parigi, al Sud e nelle regioni d’Oltremare. In Guadalupa ha ottenuto il 56,2 per cento, 32 punti in più rispetto al 2017. In Martinica è al 53,1 per cento (+25,7 punti), in Guiana al 50,6 (+26,9) e a Reunion ha incassato il 40,3 per cento (+15,7). Il leader di estrema sinistra si è imposto anche a Strasburgo dove è primo con il 35,5 per cento. Bene anche nel suo dipartimento di provenienza, le Bocche del Rodano: a Marsiglia infatti è primo con il 31,3 per cento, + 6,3 punti rispetto al 2017. Primo con un distacco di 10 punti rispetto a Macron anche a Tolosa, mentre i due sono pari a Lione. Restando a Sud, Le Pen è seconda a Nizza dietro Macron.

Parigi e Île-de-France: boom di Mélenchon, tonfo per Hidalgo e Pécresse
Concentrandosi su Parigi, colpisce il tonfo della sua sindaca, la socialista Anne Hidalgo arrivata solo settima con il 2,17 per cento (1,7 a livello nazionale). Un risultato molto lontano dal 29,3 per cento che incassò al primo turno delle elezioni comunali del 2020. Male anche i Verdi, alleati di Hidalgo al Municipio. L’ecologista Yannick Jadot tocca il 7,6 per cento dei consensi nella Capitale, meglio comunque del 4,6 raccolto a livello nazionale. I risultati migliori si segnalano nel X e nell’XI arrondissement (10 per cento), nella fascia Est ma più vicini al centro. Nella Capitale vince come previsto Macron con il 35,33 per cento dei consensi, subito sotto Mélenchon che si attesta sul 30 per cento. I due leader sono invece testa a testa nell’Île-de-France dove l’Insoumis ha conquistato cinque dipartimenti su otto. Da sottolineare come Pécresse, presidente della Regione, sia rimasta qui al 6,2 per cento, poco sopra la media nazionale. L’estrema destra parigina ha invece scelto Éric Zemmour. Il polemista di estrema destra porta a casa un 8,2 per cento contro il 7,7 a livello nazionale, galoppando soprattutto nel VII, VIII e XVI arrondissement dove il leader di Reconquête ha toccato il 17,48 per cento: un record nella Capitale per un candidato di estrema destra. Le Pen invece continua a non decollare. Nella Capitale tocca il 5,54 per cento, arrivando al 6,64 solo nel XIII arrondissement, periferia sud.

France Insoumise conquista le banlieue di Parigi e i quartieri popolari della regione
Con il 30,2 per cento dei consensi, Mélenchon a Parigi è cresciuto di 10,5 punti rispetto a cinque anni fa. Come nel 2017 ha vinto nel XX e nel XIX arrondissement, con punte rispettivamente del 47,2 e del 46,5 per cento. Nella regione dell’Île de France l’insoumis è in testa in cinque dipartimenti su otto, soprattutto a Seine-Saint-Denis (49,1 per cento dei voti, +15,1) dove ha toccato il 64,5 per cento nel quartiere popolare di Clichy-sous-Boise; a Trappes nel dipartimento degli Yvelines è al 60,6 per cento e in Val-de-Marne, ex feudo rosso perso dai comunisti alle ultime elezioni dipartimentali, l’Insoumis ha ottenuto il 32,67 per cento contro il 29,10 di Macron. Nella vicina Val d’Oise Mélenchon si conferma in testa con il 33,17 per cento, e a Essonne precede di poco Macron. A Yerres, sempre nell’Essonne, da segnalare la sconfitta del sindaco sovranista (e deputato locale) Nicolas Dupont-Aignan fermo al 10,81 per cento.