Presidenziali Francia: la sfida tra Le Pen e Mélenchon per il secondo posto

Redazione
05/04/2022

A meno di una settimana dal primo turno delle Presidenziali, Macron si conferma primo nei sondaggi seguito da Le Pen. In rimonta anche l'Insoumis Mélenchon che si batte per impedire all'estrema destra di arrivare al ballottaggio dopo i tentativi del 2012 e del 2017. Il punto.

Presidenziali Francia: la sfida tra Le Pen e Mélenchon per il secondo posto

Oscurata e influenzata dalla guerra in Ucraina, la campagna per le Presidenziali francesi è arrivata alle battute finali. Domenica 10 aprile si terrà il primo turno, 14 giorni dopo il secondo. Dodici i candidati, ma come cinque anni fa a sfidarsi saranno Emmanuel Macron e Marine Le Pen. Almeno secondo gli ultimi sondaggi. Secondo le rilevazioni diffuse il 2 aprile dall’Istituto Elabe per Bmf tv, il presidente è in testa al primo turno con il 28,5 per cento delle intenzioni di voto tallonato dalla leader di Rassemblement National al 22 per cento. Al secondo turno Macron vincerebbe con il 54,5 per cento contro il 45,5 di Le Pen.

La rimonta di Jean-Luc Mélenchon

Non è però escluso un coup de théâtre. Nelle ultime settimane infatti è cresciuto anche Jean-Luc Mélenchon, leader di France Insoumise ora al 15 per cento. Mélenchon secondo il sondaggio Vivavoice realizzato da Libération è ritenuto il candidato di sinistra più credibile dal 45 per cento degli intervistati. E l’unico a gauche che possa sbarrare la strada all’estrema destra di Le Pen. Il 47 per cento degli intervistati infatti considera quello a Mélenchon un voto utile. Un imprevisto per Le Pen che a destra è riuscita a smarcarsi da Éric Zemmour in calo al 9,5 per cento e dalla candidata dei Repubblicani Valérie Pécresse scesa all’8,5 per cento. Mélenchon invece sta facendo mangiare la polvere agli altri candidati di sinistra compresa la socialista Anne Hidalgo secondo Elabe precipitata all’1,5 per cento. E martedì 5 aprile per l’ultimo grande meeting della campagna a Lille ha deciso di fare le cose in grande: sarà presente come ologramma in ben 11 città.

La storia dei duelli tra Mélenchon e Marine Le Pen

La sfida tra Mélenchon e Le Pen non è certo una novità. I due duellano da anni visto che per entrambi è la terza corsa presidenziale. E questa volta l’Insoumis spera davvero di vincere. Domenica scorsa a Tolosa Mélenchon si è rivolto a tutte le anime della sinistra: «Non nascondetevi dietro il peggior errore che ci sia: preferire un’etichetta a una causa», insistendo così sulla necessità di un voto utile. Giovedì sera i due sfidanti si sono incontrati dietro le quinte di Elysée 2022, l’approfondimento di France Télévision. Anche il loro primo incontro fu un uno studio televisivo ed è rimasto nella storia. Come ricorda Libé nel maggio 2002, dopo la sconfitta al secondo turno di Jean-Marie Le Pen, il Front National cercava esponenti ‘presentabili’ da portare in tv. Venne scelta l’allora 34enne Marine che attaccò gli ospiti presenti tra cui l’ex socialista. Mélenchon alzò gli occhi al cielo: «Ma lei chi è?», rispose. «Che cosa ho fatto, io?». Il primo vero scontro tra i due si consumò 10 anni dopo, nel 2012, quando entrambi debuttarono come candidati alle Presidenziali, fallendo al primo turno. Le elezioni furono poi vinte da François Hollande che sconfisse Nicolas Sarkozy.

melenchon le pen: storia di una sfida
I cartelloni di Mélenchon e Le Pen per la campagna del 2017 (Getty Images).

La nascita di France Insoumise e la sconfitta nel 2017

Perso l’Eliseo la sfida si spostò su un altro fronte: le Legislative a Hénin-Beaumont (nel dipartimento di Calais, nel Nord della Francia) dove però Le Pen ebbe la peggio contro il socialista Philippe Kemel. Lo sconfitto Mélenchon non si diede per vinto e cominciò a costruire un nuovo movimento con cui correre alle Presidenziali. France Insoumise nacque quattro anni dopo, nel 2016. Il progetto funzionò. E la campagna del 2017 registrò il pieno a ogni appuntamento. Non fu sufficiente: l’insoumis si fermò al 20 per cento, 600 mila voti in meno di Marine Le Pen che andò al secondo turno. In quell’occasione, Mélenchon non invitò i suoi a votare per Macron e lo stesso farà oggi in caso di ballottaggio tra il presidente uscente e Le Pen. L’obiettivo era e resta impedire all’estrema destra di arrivare al ballottaggio. Ma anche se Mélenchon riuscisse nell’impresa, pochi lo considerano in grado di battere Macron. Il 70 per cento degli intervistati da Viavoice lo giudica incapace. E solo il 44 per cento del 19 per cento che lo ritiene in grado di conquistare l’Eliseo scommette su un suo trionfo il 24 aprile.

la sfida tra Le Pen e Mélenchon per il secondo posto alle presidenziali
Jean-Luc Melenchon a Tolosa il 3 aprile (Getty Images).

L’ombra della guerra in Ucraina sul voto

A pesare su Mélenchon c’è anche l’ombra di Putin. Se Marine Le Pen ha preso le distanze dall”amico’ russo – arrivando a distruggere 1 milione e 200 mila volantini elettorali che la ritraevano con il presidente – il candidato di estrema sinistra pur avendo condannato la brutale invasione dell’Ucraina e l‘orrore di Bucha, mantiene posizioni giudicate ambigue insistendo sul non allineamento della Francia. La sua proposta, ribadita anche il 6 marzo da Lione, è lasciare la Nato, «un’organizzazione inutile che sta causando tensioni ovunque».

 

Una presa di posizione che lo ha messo sotto il fuoco incrociato dei macroniani e dei socialisti. Tanto che Hidalgo lo ha accusato addirittura di essere «complice dei dittatori» e di avere una «ossessione anti-americana» mettendolo sullo stesso piano di Le Pen e Zemmour. Una coerenza, quella di Mélenchon, che forse alla fine gli costerà, per la terza volta, il secondo posto e l’accesso al ballottaggio.