Presidenziali Francia: la posizione dei candidati sull’Ue

Redazione
06/04/2022

Dal super europeista Macron alla scettica Le Pen che spinge per un'Europa della Nazioni fino all'Insoumis Mélenchon che propone una revisione dei Trattati. Cosa pensano i 12 candidati all'Eliseo dell'Ue.

Presidenziali Francia: la posizione dei candidati sull’Ue

L’Unione europea è la convitata di pietra alle Presidenziali francesi del 10 e del 24 aprile. E non solo perché il vincitore dovrà terminare il semestre di presidenza Ue cominciato il primo gennaio. L’Europa, anche alla luce della guerra in Ucraina, è uno dei punti della campagna elettorale dei 12 candidati all’Eliseo.

Macron, Pécresse e il progetto di rafforzamento dell’Ue

Non ci sono dubbi sul fatto che l’Unione europea sia il cuore del progetto di Emmanuel Macron. Il presidente uscente vuole rafforzarla dal punto di vista energetico, tecnologico e strategico. Non solo. Macron è tra i principali sponsor di una difesa comune europea. Il semestre di presidenza francese del resto è cominciato su tre basi: democrazia, progresso e pace. Il presidente francese, parlando a Strasburgo lo scorso gennaio, ha insistito soprattutto sulla difesa della «democrazia liberale» e dello Stato di diritto, ricordando i «valori che, a furia di essere dati per scontati, sono divenuti fragili». Tra le sfide che aspettano l’Europa sicuramente ci sono la lotta al cambiamento climatico e la rivoluzione digitale. Sempre secondo Macron, l’Ue deve tornare a essere una potenza indipendente grazie a una «strategia forte per l’industria della difesa» in complementarietà con la Nato. Tra i punti del suo programma c’è anche la riforma di Schengen che ostacoli la «migrazione irregolare» verso i confini comunitari.

Dagli inizi con Chirac al suo movimento politico, chi è Valerie Pécresse, candidata all'Eliseo per la destra neogollista.
Valerie Pécresse (Getty Images)

La repubblicana Valérie Pécresse è più o meno sulla stessa linea. Definendosi «patriota ed europea», la neogollista auspica un’autonomia di difesa, spinge per una rinegoziazione di Schengen con un rafforzamento di Frontex, una tassa sul carbone e il divieto di importare prodotti alimentari che non rispettino le norme di tutela dell’ambiente.

Marine Le Pen e Éric Zemmour per un’Europa delle Nazioni

A destra troviamo Marine Le Pen, ora al secondo posto nei sondaggi. Nel 2017, la candidata di Rassemblement National aveva annunciato – come altri sovranisti e populisti italiani, dalla Lega di Salvini al M5s – la sua intenzione di uscire dall’Ue e dall’euro. Cinque anni, sebbene abbia archiviato l’ipotesi Frexit,  Le Pen ha comunque mantenuto nei confronti di Bruxelles una certa ostilità. Tra i suoi progetti la creazione di una Alleanza europea delle Nazioni che progressivamente prenda il posto dell’Unione europea. Largo dunque a un’«Europa della cooperazione che metterebbe fine al progetto di chi vuole fare dell’Ue un super Stato federalista intriso di ideologia». La sua vicinanza a Viktor Orban del resto non fa che confermarlo. Una eventuale vittoria di Le Pen spaventa

 

Francia: I cambi casacca tra Rassemblement national di Le Pen e reconquete di Zemmour
Éric Zemmour e Marine Le Pen.

Ancora più a destra, Éric Zemmour insiste su un’«Europa delle Nazioni che rispetti le sovranità nazionali». La priorità per il polemista candidato di Reconquête è riprendere «il controllo delle frontiere e della politica migratoria». Zemmour poi propone di stabilire «la superiorità delle nuove leggi nazionali su ogni legge internazionale precedente».

Il verde Yannick Jadot e la socialista Anne Hidalgo per un’Europa riformata e solidale

Passando a sinistra, anche il verde Yannick Jadot è pro Ue. «Per gli ecologisti, l’Europa non è solo un ideale ma anche una necessità», spiega nel suo programma, «per superare le sfide del nostro secolo». Per il candidato di Europe Écologie – Les Verts, è comunque necessario uno choc della democrazia per riformarne le istituzioni».

le primarie della sinistra in Francia lanciate da Hidalgo sono un flop
Anna Hidalgo (Getty Images).

Anche il Partito socialista è profondamente europeista. La candidata Anne Hidalgo è convinta che l’Ue sia una potente risorsa per affrontare e dominare il nostro futuro e le sfide che ci presenterà». La sindaca di Parigi spera però in una revisione delle regole del budget, nella imposizione di una ‘Iva verde’ e in una agenda sociale sul salario minimo europeo e sulla riduzione del gender gap.

Jean-Luc Mélenchon e il comunista Fabien Roussel per la rottura dei Trattati

I restanti candidati sono decisamente più ostili all’Ue. Jean-Luc Mélenchon (dato dagli ultimi sondaggi al terzo posto dopo Le Pen) arriva a proporre «agli Stati e ai popoli europei la rottura dei Trattati». Se il piano fallisse il leader di France Insoumise candidato di L’Union populaire si prepara a un braccio di ferro con le istituzioni Ue. «Useremo», annuncia nel programma, «tutte le leve a nostra disposizione per far valere la nostra posizione in seno al Consiglio europeo e disobbediremo ogni volta che sarà necessario».

la sinistra corre in ordine sparso in Francia
Jean-Luc Melenchon (Getty Images).

Il comunista Fabien Roussel si augura di «avviare le discussioni per un processo di rottura con gli attuali Trattati europei, con l’obiettivo di costruire una nuova Unione». Mentre a livello di bilancio, Roussel intende superare la regola del 3 per cento del deficit. Un’Europa delle Nazioni torna nel programma di Jean Lassalle, candidato di Résistons che si rivolge a una «Francia sovrana» in Europa. Lassalle si augura una revisione della partecipazione finanziaria di Parigi al budget comunitario e la votazione in Parlamento di ogni legge europea. Non solo. Propone di togliere alla Commissione Ue «il potere di rappresentare la Francia nei trattati di protezione degli investimenti internazionali».

Dupont Aignan per un’Europa à la carte

Nicolas Dupont-Aignan leader di Debout la France si spinge ancora oltre. È l’unico candidato ad aver proposto un referendum per l’adesione della Francia all’Ue. L’obiettivo è l’uscita del Paese per istituire un «nuovo trattato che istituisca una comunità di Nazioni libere e di progetti à la carte».