Presidenziali Francia: chi lascia Marine Le Pen per Éric Zemmour

Redazione
17/02/2022

A meno di due mesi dalle Presidenziali, si alza la tensione nella destra francese. Éric Zemmour con il suo Rêconquete macina consensi e accoglie sempre più fuoriusciti di Rassemblement National. Arrivando a 'corteggiare' Marion Marechal, nipote della leader di Rn, che vedrebbe bene come prima ministra.

Presidenziali Francia: chi lascia Marine Le Pen per Éric Zemmour

A poco meno di due mesi dalle Presidenziali del 10 aprile, sale la tensione nella destra francese. Éric Zemmour sale nei sondaggi e tallona Marine Le Pen arrivando a corteggiarne (politicamente) la nipote Marion Marechal che il polemista, in caso di vittoria, vedrebbe bene come prima ministra. Non solo. Il Rassemblement National – dato al 17,5 per cento dietro Emmanuel Macron al 25 – continua a perdere pezzi e pezzetti a favore di Zemmour che con Reconquête! è salito al 14,5 per cento superando di mezzo punto la gollista Valérie Pécresse.

i rappresentanti di Rassemblement national che passano con Zemmour in reconquete
Nicolas Bay (Getty Images).

Si moltiplicano infatti i cambi di casacca. A passare al ‘nemico’ Zemmour non è stato solo l’eurodeputato di Rn Nicolas Bay, ex portavoce della campagna di Le Pen, che mercoledì sera si è unito alla squadra del polemista di estrema destra dopo essere stato accusato dai suoi di avergli passato informazioni sensibili (accuse di tradimento e sabotaggio che Bay ha rispedito al mittente annunciando che presenterà una denuncia per diffamazione nei confronti de Rn). Nelle ultime settimane, come ricorda France Info, sono stati parecchi i lepeniani che hanno bussato alla porta di Reconquête!. «Nessuna emorragia», ha messo in chiaro parlando a France Inter Jordan Bardella, presidente ad interim del Rassemblement national. Si sta parlando di una decina di eletti contro i 1000 rappresentanti locali.

Chi ha lasciato Le Pen per Zemmour

Jean Messiah, dai quadri di Rn a portavoce di Zemmour

Prima di Bay, il 3 novembre si è unito a Zemmour lo storico dirigente di Rn Jean Messiha, diventandone addirittura il portavoce. Di origine egiziana, ha lasciato Marine Le Pen per le sue posizioni troppo morbide, a suo dire, sull’Islam. Per Messiha – il cui account Twitter è stato sospeso per istigazione all’odio – questa religione «pone un problema alla Francia» mentre Le Pen non lo crede.

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Jérôme Rivière, ex capo-delegazione di Rn a Strasburgo

Il 19 gennaio era stata la volta dell’eurodeputato Jérôme Rivière, anch’egli portavoce di Marine Le Pen e capo della delegazione del partito al Parlamento europeo. «L’incapacità del Rn di vincere le elezioni regionali è la dimostrazione che Marine Le Pen non è nella situazione di poter vincere nemmeno le Presidenziali», ha spiegato a Le Parisien annunciando  il suo ingresso in Rêconquete. Per Rivière, Le Pen è «incapace di riconoscere alcune evidenze come la grande sostituzione etnica che sta portando al declassamento dei francesi».

Damien Rieu, l’addio via Twitter

Il giorno seguente, il 20 gennaio, si era consumato l’addio via Twitter di Damien Rieu, già responsabile del movimento di estrema destra Génération identitaire e assistente dell’eurodeputato di Rn Philippe Olivier, cognato e consigliere di Le Pen.

Mentre per Rieu i risultati di Rn non sono soddisfacenti, lo stesso non si può dire della battaglia di idee dell’ex polemista di CNews, che non teme di «denunciare la grande sostituzione» e ha creato «una dinamica inedita nella storia della politica».

Gilbert Collard, l’eurodeputato che ha passato il Rubicone

Il 21 gennaio lo aveva seguito Gilbert Collard eurodeputato lepeniano. Niente dichiarazioni chiare, per lui, ma solo un sibillino: «Domani vado a tuffarmi nel fiume…il Rubicone». Il giorno dopo, il 22 gennaio, era tra i relatori dell’appuntamento elettorale di Zemmour a Cannes.

I cambi casacca tra Rassemblement national di Le Pen e reconquete di Zemmour
Gilbert Collard, ex Rn e ora portavoce di Zemmour (Getty Images).

Sophie Grech e le defezioni di Marsiglia

Le defezioni però non riguardano solo esponenti di spicco del partito, ma anche profili meno mediatici. È il caso di Sophie Grech, eletta a Marsiglia e consigliera regionale della Provence-Alpes-Côte d’Azur che il 31 gennaio ha promesso il suo patrocinio per Zemmour alle Presidenziali. Entro il 4 marzo, infatti, ogni candidato all’Eliseo deve presentare 500 patrocini di rappresentanti istituzionali (parlamentari, sindaci, consiglieri municipali, dipartimentali e regionali). Il problema è che a quella data Rn non aveva ancora raggiunto il numero di firme previste. Uno schiaffo per Marine Le Pen che l’ha ‘scomunicata’. La mossa ha però innescato un piccolo terremoto: quattro consiglieri municipali di Marsiglia hanno lasciato il gruppo di Rn. Tra questi Stéphane Ravier che due settimane più tardi ha raggiunto Zemmour.

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Maxette Pirkabas, da Guadalupa con Zemmour

«Il Rn non è un partito ma un clan». Con queste parole il primo febbraio l’eurodeputata ed ex sindacalista Maxette Pirbakas, originaria di Guadalupa, ha sbattuto la porta del Rassemblement National per entrare in Rêconquete. Pirkabas ha anche smentito che Zemmour sia razzista. E questo nonostante le condanne per incitamento all’odio razziale.

 

Altri esponenti locali di Rn hanno abbandonato Rn. Il 2 febbraio è toccato a Charles Perrot, da 20 anni vicino ai Le Pen e ora coordinatore della raccolta dei patrocini per Rêconquete nella Loira, e Gabriel de Peyrecave, esponente Rn sempre dello stesso dipartimento.

Francia: I cambi casacca tra Rassemblement national di Le Pen e reconquete di Zemmour
Marion Marechal, nipote di Marine Le Pen (Getty Images).

Marine e la spina di Marion Marechal

Uno dei voltafaccia più pesanti per Marine Le Pen è stato come si diceva quello di Nicolas Bay, ex segretario generale (2014-2017) ed ex vicepresidente del partito. Bay è considerato vicinissimo a Marion Marechal, nipote di Marine Le Pen, e proprio per questo tra lui e la leader di Rn da tempo non correva buon sangue. Marechal, 32 anni ed ex deputata del dipartimento di Vaucluse, nel Sud della Francia, recentemente ha dichiarato che non appoggerà la zia. «Se appoggerò Eric non sarà giusto per farmi vedere e dire “sono qua”. Vorrà dire tornare in politica e dunque lasciare l’Issep (la scuola di formazione politica che ha fondato a Lione, ndr). È una vera scelta di vita, una decisione importante», ha detto a Le Parisien. Dal canto suo Zemmour non ha perso l’occasione e provocatoriamente ha dichiarato a Elle che in caso di vittoria proporrebbe Marion come primo ministro ma solo se lo appoggiasse durante la campagna. Una mossa per attirare l‘elettorato femminile e al contempo dare una spallata all’avversaria Le Pen colpendola proprio in casa.

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