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Vedo verde

Scendere a prati con la natura

I giardini inglesi, famosi in tutto il mondo, per la meticolosità con cui vengono curati, potrebbero lasciare il posto a campi meno ordinati, ma pieni di specie floreali. Le falciature frequenti negli anni avrebbero infatti rovinato l’habitat di piante e animali.

12 Luglio 2021 13:28 Redazione
La manutenzione eccessiva dei prati inglesi avrebbe portato nel tempo a pregiudicare l'habitat di numerose specie animali

I prati inglesi, noti per la cura meticolosa che viene loro riservata, potrebbero presto essere un ricordo. La campagna si chiama No Mow May (letteralmente, Nessuna falciatura di maggio) ed è l’ultima trovata delle autorità britanniche per consentire alla fauna selvatica di prosperare e non abbandonare le grandi città. Chiamata anche disordine controllato, l’idea consiste nel permettere alla vegetazione di crescere senza l’intervento dei giardinieri, arricchendola, piuttosto, con l’aggiunta di nuove specie.

Non falciare l’erba, una scelta economica e sostenibile

Come riporta il Guardian, a Londra quest’anno il consiglio di Southwark ha deciso di falciare un terzo di erba in meno rispetto al solito nei parchi pubblici, seguito a ruota da diversi college di Oxbridge che hanno trasformato i loro celebri prati in aree fiorite. Una decisione che, oltre a consentire al Comune un cospicuo risparmio in termini economici, strizza l’occhio alla biodiversità, messa in pericolo dalle falciatrici. Farfalle e falene infatti sono state costrette a spostarsi altrove per deporre le loro uova dopo che il loro habitat veniva periodicamente danneggiato.

La scelta, al passo con i tempi, è stata accolta positivamente dai cittadini. «Penso che se avessimo deciso di farlo forse cinque o dieci anni fa, la mia casella di posta si sarebbe riempita per le lamentele della popolazione», ha dichiarato al magazine britannico Will Walpole, direttore dei parchi comunali di Southwark, sottolineando come l’avvicinamento della gente ai problemi climatici degli ultimi anni abbia inficiato molto sulla riuscita dell’operazione. Non solo parchi pubblici, infatti.

Anche i proprietari di giardini privati contrari alla falciatura

Gli abitanti del quartiere londinese hanno anche iniziato a coltivare di loro iniziativa alcune specie floreali nei giardini privati e, secondo un’analisi dell’organizzazione benefica Plantlife, nel 2020 più del 30 per cento ha deciso di non tagliare l’erba, a fronte del 15 per cento dell’anno precedente. Un’altra campagna di sensibilizzazione, chiamata Every Flower Counts (Ogni fiore conta) e lanciata in questi giorni dalla stessa Plantlife, ha incoraggiato le persone a fare la conta dei fiori presenti nel loro terreno privato per scoprire quanti impollinatori potrebbero sostenere.

 

La manutenzione eccessiva dei prati inglesi avrebbe portato nel tempo a pregiudicare l'habitat di numerose specie animali
La cura di un prato inglese in un campo da golf (Getty)

Un inversione di tendenza notevole, se si pensa che nell’ultimo secolo, il Regno Unito ha danneggiato il 97 per cento dei suoi prati a causa della manutenzione intensiva. Anche per questo già nel 2013, Plantlife aveva iniziato una campagna per creare in tutta la nazione 5000 ettari di prati fioriti, ottenendo ora l’approvazione di oltre trenta comuni diversi.

Bristol, la città dei campi fioriti

A Bristol, città che già nel 2018 aveva individuato nella manutenzione eccessiva una delle cause dell’emergenza climatica, oggi si contano un ettaro e mezzo di campi fioriti, distribuiti in novanta aree differenti. Qui i fiori vengono piantati ogni anno al costo di due sterline e mezzo al metro quadro, con un mix di esemplari da giardino e selvatici.

Iniziative anche a Brighton & Hove, dove la chiusura di un campo da golf sta portando alla creazione di prati destinati alla fioritura e al pascolo. Ciò dovrebbe attirare con il tempo una vasta gamma di animali selvatici, tra cui vipere, ghiri, nibbi reali e lepri. A Plymouth, il consiglio comunale ha creato negli ultimi dieci anni una rete di 120 siti per fiori selvatici, con volontari che hanno piantato più di 5.000 piante e 52 chilogrammi di semi. A Leicester, infine, i tetti delle pensiline delle fermate degli autobus sono stati riempiti di fiori per incoraggiare gli impollinatori come api e farfalle.

Tag:Economia circolare
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