Una delle attrazioni più celebri di Praga, l’Orologio astronomico, è finita al centro delle polemiche perché Stanislav Jirčík, l’artista che ne ha curato il dispendioso restauro, avrebbe sostituito i volti dei personaggi al centro dei medaglioni che adornano l’astrolabio con quelli di personaggi moderni o parenti e amici, probabilmente per fare uno scherzo o lanciare una provocazione.
La polemica sulla ristrutturazione di Stanislav Jirčik
Risalente al 15esimo secolo e, da anni, calamita di orde di turisti che, col naso all’insù, osservano i 12 apostoli in movimento mentre controllano l’ora, il monumento è stato riaperto in pompa magna nel 2018 dopo un’operazione di ristrutturazione del vecchio municipio che, nel budget di 2,1 milioni di sterline (oltre 2 milioni e 340 mila euro), includeva anche una revisione del meccanismo dell’ormai pluricentenario orologio. E, ovviamente, anche una rimessa a nuovo del calendario astronomico, a detta degli esperti una presunta riproduzione di un originale del 19esimo secolo a cura del pittore Josef Mánes e raffigurante i mesi dell’anno sotto forma di segni zodiacali.

A sollevare il polverone sulla controversa ristrutturazione, a tre anni dalla fine dei lavori, è stato un comitato locale che ha reso noto come Jirčík avrebbe tradito lo spirito originale dei ritratti, discostandosi totalmente dal dipinto di base, oggi conservato nel museo cittadino della capitale ceca. Discrepanze che, inizialmente passate inosservate, sono state portate alla luce di recente dopo le lamentele di uno dei membri del Club for Old Prague, punto di ritrovo dei cittadini che si impegnano a salvaguardare la città e i suoi tesori artistici e architettonica. La denuncia ha raggiunto per direttissima il ministero della Cultura, che ha reputato opportuno avviare un’indagine.
La versione del restauratore
Come riportato dal Guardian, secondo l’autore dell’esposto, Milan Patka, la riproduzione di Jirčík avrebbe stravolto le sembianze, l’età, il colore della pelle, i vestiti e persino il sesso delle figure disegnate da Mánes. In particolare, in uno dei tondi dove dovrebbe campeggiare Vergine, una fanciulla che, nella prima versione, ha lunghi capelli rossi e un nastro ben evidente, è stata sostituita da una moderna donna di mezz’età, con una chioma grigia o punteggiata da mèches e un vistoso orecchino. O, ancora, in un altro, una sorridente ragazza Acquario è diventata, da un momento all’altro, un uomo coi capelli corti. Quello che, tuttavia, ha più infastidito i puristi è stata, senza dubbio, la decisione del restauratore di sovrapporre, in alcuni casi, i volti di suoi amici e conoscenti, tra cui quello di Kateřina Tučková, nota scrittrice ceca. Che, riconoscendo la somiglianza, ha difeso Jirčik con un post su Facebook: «Da storica dell’arte, tengo a dire che l’artista non era tenuto a ritoccare l’originale ma a crearne una copia, o addirittura un prodotto ex novo».

Tra i silenzi di Jirčik e le critiche dei detrattori
Il sito web che ha diffuso la notizia, Deník N, ha sottolineato come le alterazioni fossero così radicali da essere per forza di cose intenzionali, forse fatte ad hoc con intento ironico. Al momento, il diretto interessato non ha rilasciato dichiarazioni sulla vicenda né risposto alle chiamate dei giornalisti. I detrattori, invece, hanno iniziato a sparare a zero su un gesto che hanno reputato poco rispettoso. «Il risultato è di gran lunga più discutibile dei manufatti realizzati dai principianti che dipingono lungo Ponte Carlo e fanno ritratti ai turisti», ha dichiarato Patka, «perfino loro avrebbero copiato il calendario originale con più attenzione».

Intanto, Adam Scheinherr, assessore alle Infrastrutture, ai trasporti e al patrimonio artistico di Praga, ha spiegato come le prime investigazioni abbiano etichettato l’opera come «banale e sciatta» ma, sull’eventualità di una sostituzione, ha preferito temporeggiare. Prima di agire, infatti, preferirebbe scambiare quattro chiacchiere con Jirčik: «Vorrei discuterne seriamente con lui e chiedergli informazioni più dettagliate su quale sia stata la sua ispirazione e se abbia studiato la produzione di Manes», ha concluso, «abbiamo parecchi schizzi dell’originale e non è complicato farne una copia. Voglio sapere se ci ha almeno provato. L’orologio per noi è un tesoro inestimabile e merita un trattamento privilegiato. Non pensiamo alla spesa economica, il suo valore non ha costo».