I lavoratori della Portovesme Srl stanno protestando contro il caro energia. Per manifestare sono saliti su una ciminiera a 100 metri di altezza e hanno annunciato di rimanere lì finché non verrà fatto qualcosa. 1300 operai rischiano di perdere il lavoro.
Le proteste dei lavoratori della Portovesme
Il caro energia metterebbe a rischio la produzione della fabbrica e, di conseguenza, il lavoro di più di mille persone. Oltre ad alcuni degli operai che sono saliti fino a 100 metri d’altezza, da ieri i lavoratori degli appalti sono in assemblea permanente accampati con delle tende nel piazzale della Portovesme srl.
Come hanno dichiarato ai giornali, questo è un atto dovuto dopo che gli operai, con le loro manifestazioni pacifiche, in questi mesi non hanno ottenuto nulla. «Da un anno e mezzo stiamo subendo questa crisi e gradualmente la società, senza una soluzione sul fronte del prezzo dell’energia, sta limitando i reparti marcia: non possiamo più aspettare e attendere le promesse che finora non hanno portato a niente», hanno affermato.

«Questo non è un colpo di testa ma un’azione a sostegno delle vertenze e delle iniziative messe in atto sino a ora dalle Rsu e dai sindacati», proseguono i lavoratori. Quello che gli operai chiedono è un incontro con il ministero per trovare una soluzione al problema del caro energia.

La vicenda va avanti dall’estate 2022
Già a luglio 2022 avevano svolto un’assemblea, insieme a CGIL, CISL e UIL, per discutere circa la gravità della situazione determinata dal caro energia: a fine luglio il costo aveva superato abbondantemente i 500 euro/MWh.
L’amministratore delegato della Portovesme aveva annunciato che, in assenza di un cambio di tendenza del costo energetico, entro ottobre il 90 per cento delle attività aziendali sarebbero state sospese. Una decisione che avrebbe portato a ricorre agli ammortizzatori sociali per più di mille persone tra diretti e indiretti e lo stop quasi totale della fabbrica.
A gennaio 2023 la fabbrica non ha dato agli operai ulteriori risposte in merito, anzi l’azienda sta incrementando la riduzione degli impianti. I dipendenti dunque protestano: «Ci sono già i lavoratori interinali che nel giro di un mese saranno a casa senza coperture». Per quanto riguarda il settore dei lavoratori degli appalti, «non riesce neppure a dare l’anticipazione della Cig: è una condizione alquanto difficile per tutti».