Tensione oggi a Trieste dove tra l’altro si vota per il ballottaggio (tra il primo cittadino uscente e candidato del centrodestra, Roberto Dipiazza e Francesco Russo, frontman del centrosinistra). In mattinata al porto si sono registrati scontri tra i lavoratori in protesta contro il Green Pass e le forze dell’ordine che li hanno sfollati con cariche, idranti e lacrimogeni. Non sono tardate le reazioni della politica. Tra i primi Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Seguiti a ruota anche da Alessandro Di Battista.
Salvini torna all’attacco del Viminale
Il segretario della Lega è tornato ad attaccare la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese dopo l’assalto neofascista alla Cgil del 9 ottobre. «Settimana scorsa si permette a un manipolo di neofascisti di mettere a soqquadro Roma, oggi si usano gli idranti contro i pacifici lavoratori e cittadini a Trieste. Ma al Viminale come ragionano?», ha twittato Salvini che, vale la pena ricordarlo, con la Lega fa parte della maggioranza.
Settimana scorsa si permette a un manipolo di neofascisti di mettere a soqquadro Roma, oggi si usano gli #idranti contro i pacifici lavoratori e cittadini a #Trieste. Ma al Viminale come ragionano?
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) October 18, 2021
Meloni punta il dito contro sindacati, forze di maggioranza e media
Sulla stessa linea Giorgia Meloni con la differenza che non definisce “neofascisti” coloro che hanno assaltato il sindacato, anzi torna a puntare il dito proprio contro i sindacati a suo dire “muti” di fronte alle violenze di Trieste e alle “forze di maggioranza”. «Idranti contro i lavoratori che scioperano al porto di Trieste. Lo stesso Governo che nulla ha fatto per fermare un rave illegale di migliaia di sbandati, nulla ha fatto per impedire l’assalto alla sede della Cgil, nulla fa per fermare l’immigrazione illegale e combattere le zone franche dello spaccio e della criminalità, che nulla fa contro le occupazioni abusive di case e palazzi privati, tira fuori dai depositi gli idranti per usarli contro dei lavoratori che scioperano pacificamente per non essere discriminati sul posto di lavoro. Così come vuole la Costituzione, così come richiesto pure dalla Ue. Sindacati muti, media accondiscendenti, forze politiche di maggioranza plaudenti. Ecco in cosa stanno trasformando l’Italia».
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Scontri al porto di Trieste: l’affondo di Di Battista
«Il green pass per i lavoratori, misura inesistente nel resto d’Europa, oltretutto imposta nonostante la campagna vaccinale sia (per quel che loro stessi dicono) stia andando bene è stata una forzatura che ha buttato benzina sul fuoco. Il fuoco si chiama sofferenza, squilibri sociali, povertà, aumento delle bollette», ha detto Alessandro Di Battista all’Adnkronos. «Abbiamo vissuto due anni molto complicati», ha continuato l’ex pentastellato. «Serviva intelligenza, ascolto, pacificazione. Invece sono arrivati i lacrimogeni e i manganelli. E lavoratori che manifestano pacificamente sono trattati da criminali».
Il dem Marcucci: «Presidio a opera di una nazionale del dissenso»
«Le forze dell’ordine vanno ringraziate sempre, anche per come stanno facendo rispettare la legge, ora a Trieste. Stupiscono i distinguo di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini, che pure è un ex ministro dell’Interno», ha sottolineato via Twitter il dem Andrea Marcucci. «Al porto di Trieste, c’è un presidio, che più dei portuali, è a opera di una sorta di ‘nazionale del dissenso’».
Forze dell’ordine vanno ringraziate sempre.
Stupiscono i distinguo di Meloni e Salvini, che pure è un ex ministro dell’interno.
Al porto di #Trieste, c’è un presidio, che più dei portuali, è ad opera di una sorta di ‘nazionale’ del dissenso. #greenpass— Andrea Marcucci (@AndreaMarcucci) October 18, 2021
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