Ben 117 porcellane per un valore complessivo di quasi 2 milioni di dollari. Questa la base di partenza dell’asta che Sotheby’s terrà a New York il prossimo 14 settembre. Si tratta di una preziosissima collezione di porcellane di Maissen appartenute originariamente alla famiglia Oppenheimer, collezionisti ebrei colpiti dalla persecuzione nazista, e poi contrabbandate in tutta Europa per tutto il XX secolo. Gli oggetti, realizzati nel 700, costituiscono solo un quarto dell’originaria collezione e sono conservati in perfette condizioni. Su tutti, spicca un orologio da mensola del 1727 realizzato per il re di Polonia Augusto II detto il Forte e considerato una delle sculture di porcellana più importanti del suo tempo. Presente anche una splendida coppia di vasi Augustus Rex. Pezzi che fanno gola a musei e privati «incantati dalla storia che si cela alle spalle degli oggetti», ha spiegato al Guardian Lucian Simmons, capo del dipartimento restituzioni di Sotheby’s. Franz Oppenheimer e sua moglie Margarethe, infatti, erano grandi appassionati d’arte. «La collezione ci offre una finestra sulla vita di questi collezionisti della Berlino di inizio secolo», ha continuato Simmons. «Incarna lo scorrere del tempo nel 900, rappresentando l’eredità di una famiglia».

Il viaggio incredibile delle porcellane degli Oppenheimer
Quando i nazisti salirono al potere, nel 1933, i coniugi Oppenheimer, rinomati proprietari di miniere di carbone in Slesia, furono costretti a fuggire in Austria per via delle loro origini ebraiche. Raggiunsero Vienna solo tre anni dopo pagando un’ingente tassa punitiva ai nazisti e riuscendo a portare con sé solo alcune casse contenenti le porcellane. La permanenza austriaca però fu molto breve, dato che dovettero emigrare in Ungheria a seguito dell’Anschluss del 1938. Dopo varie peripezie giunsero finalmente, nel 1941, negli Stati Uniti dove, ormai 60enni, si stabilirono in un appartamento di New York. Tra tasse e trasferimenti, la loro ricchezza era quasi esaurita e le porcellane andate perdute a causa di problemi di trasporto. Gran parte della collezione finì tra l’altro proprio in mano ai nazisti. Pezzi pregiati per un grande museo, il Führermuseum, a Linz, che Hitler voleva realizzare. Il progetto non fu mai portato a termine a causa dello scoppio della Seconda guerra mondiale e per le porcellane iniziò un altro viaggio. Furono infatti imballate e caricate su alcuni camion per essere trasferite prima nelle cantine di un monastero boemo e successivamente nelle miniere di sale di Bad Aussee, nelle Alpi austriache. Qui furono recuperate dai Monuments Men, esperti di storia dell’arte degli eserciti alleati incaricati di recuperare oggetti rubati o scomparsi durante la guerra. I loro sforzi sono stati raccontati anche in un film del 2014 con George Clooney. «Ripercorrendo la loro storia, è incredibile che siano giunti a noi integri», ha concluso Simmons. «Questi oggetti hanno affrontato viaggi in camion e persino le difficili strade sulle Alpi, eppure sono ancora in perfette condizioni. È straordinario».