Perché accontentarsi dei Grammy, dei palazzetti pieni e di hit internazionali, quando si presenta l’opportunità di bissare i successi anche sul grande schermo? È stata questa, probabilmente, la domanda che, negli anni, ha spinto numerose popstar di fama mondiale ad approdare al cinema. Se, in alcuni casi, il coraggio di lanciarsi in un’avventura così lontana dalla comfort zone ha aiutato artisti affermati a scoprire un talento nascosto, in altri si è rivelato un clamoroso boomerang. Da Lady Gaga a Prince, passando per David Bowie e Harry Styles, l’Independent ha selezionato dieci musicisti che, tra pellicole da Oscar e sonori flop, hanno tentato con fortune alterne la strada della recitazione.
Le 10 stelle della musica che, tra successi e insuccessi, sono approdate al cinema
Cher, una popstar da Oscar
Dopo aver conquistato il pubblico con la magia e l’eleganza della sua voce, Cher ha dato prova di essere un asso anche come attrice. L’interpretazione magistrale proposta in Moonstruck, nel quale indossava i panni di una vedova alle prese con un inaspettato nuovo amore, le è valsa un Oscar. E la naturalezza con cui è riuscita a risultare credibile in ruoli così diversi come quello della brillante madre single nel lungometraggio Mermaids, dell’operaia di una centrale nucleare in Silkwood e della fattucchiera nel celebre cult Le streghe di Eastwick è la prova del suo innato eclettismo.
Lady Gaga, identikit di una diva a 360 gradi
In una galassia di recensioni negative, pare che l’unica cosa che i critici abbiano salvato di House of Gucci sia stata proprio la performance di Lady Gaga. La cantante di Poker Face è riuscita a restituire al pubblico una versione più o meno fedele di Patrizia Reggiani, stupendo cinefili, fan e addetti ai lavori con un personaggio sfaccettato e multiforme. Nulla di nuovo all’orizzonte. La 35enne, infatti, aveva già dato prova delle sue notevoli doti con il pluripremiato remake A Star Is Born, a fianco del collega e amico Bradley Cooper. Una storia che, probabilmente anche per una serie di affinità biografiche, le aveva permesso di portare a casa un esordio da protagonista di altissimo livello.
Ed Sheeran, tra hit e flop
Avrà collezionato un’infinita serie di sold out e premi importanti, monopolizzato i ranking ufficiali e le playlist di Spotify ma, per il cinema, Ed Sheeran non sembra proprio portato. Anche quando non fa altro che interpretare se stesso. Come nel caso del cameo nella commedia musicale di Danny Boyle Yesterday, dove risulta apatico e robotico. I suoi movimenti sono impacciati e le sue espressioni facciali ambigue. È difficile capire se stia tentando di far ridere lo spettatore o progettando l’omicidio di una delle sue co-star.
Whitney Houston, un talento in ombra
Sebbene il suo profilo da attrice sia stato molto sottovalutato, probabilmente perché il suo lavoro di punta, The Bodyguard, l’ha vista splendere in una parte al 100 per cento autobiografica e, per questo, reputata ‘semplice’ da mettere in scena, Whitney Houston avrebbe meritato molti più riconoscimenti di quelli che ha ricevuto. A testimoniarlo il suo personaggio in Waiting to Exhale che, tra dolore e malinconia, le ha permesso di non sfigurare accanto a due colossi come Angela Bassett e Loretta Devine.
Madonna, molto meglio in concerto
L’accanimento della stampa nei confronti delle deboli doti attoriali di Madonna è noto, ma c’è da dire che le opinioni espresse dai giornalisti sui suoi progetti cinematografici dicono il vero. Fatta eccezione per A League of Their Own, Evita e Dangerous Game, nel resto delle pellicole in cui ha fatto anche solo brevi apparizioni non è riuscita a emergere. Dando quasi l’impressione di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Beyoncé, anche la regina ha dei difetti
Dipinta come la diva delle dive, l’ineffabile regina del pop, quasi una divinità per i cultori del genere, nella recitazione Beyoncé ha dimostrato di non essere poi così perfetta come vogliono farla passare. Le sue performance in Obsessed, La Pantera Rosa e Dreamgirls, anonime e prive di guizzo, sono decisamente da dimenticare. La dimostrazione nero su bianco di quanto, nonostante lo studio e i sacrifici, Queen Bey non sia proprio tagliata per ‘abitare’ il grande schermo. Molto meglio il palco del Super Bowl.
Harry Styles, da idolo teen a promessa del cinema
Lo scioglimento dei One Direction ha aperto a Harry Styles un’infinità di porte. Accanto a una sfavillante carriera da solista, l’ex frontman della band britannica è diventato una delle icone più celebrate dello stile genderless e sta lavorando (con ottimi risultati) per ritagliarsi un piccolo spazio anche come attore. Le potenzialità per sfondare anche in quel mondo ci sono tutte: con Dunkirk di Christopher Nolan ha fatto ricredere molte persone che, su di lui, non avrebbero puntato neppure un centesimo. Ora, dopo il poco convincente cameo in Eternals di Chloé Zhao, è pronto a mostrarsi in una veste diversa nell’horror drammatico Don’t worry darling, nelle sale a partire da settembre 2022. A giudicare dalle indiscrezioni che circolano sul web, il film di Olivia Wilde potrebbe essere il suo canto del cigno.
Prince, stella della musica e meteora del grande schermo
Proprio come quella di Madonna, nonostante il trascinate carisma, anche la carriera cinematografica di Prince è stata un flop. Soprattutto perché, agli occhi del pubblico, appariva meccanico e poco naturale, quasi come se le battute gli venissero suggerite da qualcuno dietro le quinte. Ecco perché dopo Purple Rain non si è prestato più a nient’altro che non riguardasse strettamente la sua vocazione e il suo mestiere originario.
David Bowie, un genio unico nel suo genere
Camaleontico, affascinante, coinvolgente. David Bowie era una visione straordinaria sul grande schermo. Mai fuori luogo, sempre perfetto per i personaggi a cui ha prestato volto e voce, tra alieni, imbroglioni e stravaganti antagonisti dell’eroe della storia. I suoi film, come le sue canzoni, sono rimasti impressi nei ricordi e nella memoria di un’intera generazione: dal grande classico Labyrinth all’indie degli Anni ’90 The Linguini Incident. Un genio difficile da incasellare, una personalità così poliedrica da diventare un modello di riferimento immortale.
Pete Doherty, un dimenticabile attore
Sembra quasi ingiusto ricordare la pessima prestazione di Pete Doherty nel dramma storico Confession of a Child of the Century ma, per dovere di cronaca, è assolutamente necessario. Di lui molti ricorderanno gli eccessi e poco la musica e, fortunatamente, quasi nessuno avrà memoria di Octave, un nobile francese che divide la scena con Charlotte Gainsbourg in una trama costruita a casaccio e interpretata anche peggio. Soprattutto dalla rockstar britannica, forse uno dei motivi per cui il film è sparito dai radar senza lasciare alcuna traccia.