Pontida, nella Lega fervono i preparativi tra dubbi e malumori
Mancano pochi giorni a Pontida. Con le urne dietro l'angolo l'appuntamento sarà concentrato in una sola data: il 18 settembre. Una decisione che fa storcere il naso a qualche leghista della prima ora nostalgico dell'era Bossi. Intanto fervono i preparativi tra stand, gadget e pullman.
Nel cuore della Padania dove, almeno stando agli ultimi sondaggi pubblicati, Fratelli d’Italia ha iniziato la sua scalata ai danni della Lega, al leader del Carroccio Matteo Salvini rimane ancora una carta da giocare e cioè l’appuntamento sul sacro pratone bergamasco. La festa di Pontida si terrà infatti il 18 di settembre e, a quanto risulta a Tag43, il segretario ci punta molto. Anzi, richiamando il suo slogan, ci crede. L’input che sta arrivando alle sezioni, infatti, è ad avere quanta più gente possibile perché, come spiega un leghista ben informato, «è l’unico modo per avere un risvolto mediatico e, quindi, un inevitabile riverbero sui territori. A vantaggio, si spera, del voto».
La prima edizione post pandemia sarà di una sola giornata
Dopo due anni di stop per la pandemia, però, il raduno annuale della Lega sarà in tono minore. Tanto per cominciare, infatti, non sarà una due giorni come da consuetudine e come pure appena ad aprile scorso si vociferava. L’dea era che si tenesse il 17 e 18, ma poi con le elezioni alle porte si è deciso per una sola giornata. Il motivo? «È semplice», spiegano a Tag43, «siamo troppo a ridosso del voto e sottrarre militanti e candidati dai territori per ben due giorni andrebbe a discapito delle urne». Anche lo storico speaker della festa e deputato uscente Daniele Belotti fornisce la stessa spiegazione. «In più», aggiunge, «bisogna considerare che l’iniziativa di Pontida è sempre stata concentrata in una giornata, mentre il sabato sera si svolgeva una festa dei giovani». Quanto basta però per far storcere il naso a qualche leghista delle origini che si sfoga: «Ma come, invece di cavalcare l’onda e approfittare dell’iniziativa sotto elezioni per dare la volata alla Lega si decide di ridurre l’impatto del raduno? Tutto questo ha il sapore di una resa preventiva, un mettere le mani avanti di fronte a un flop preannunciato. Diciamo la verità: questo è il canto del cigno del leader». Proprio intorno alla data, in effetti, la Lega appare alquanto spaccata. Da una parte c’è chi insiste nel dire che «le urne sono solo un comodo alibi perché è già capitato in passato che quest’appuntamento cadesse prima di qualche consultazione» e dall’altra c’è chi ribatte che «non è così. Non è mai capitato così a ridosso». Lo stesso speaker Belotti, ad esempio, puntualizza: «Solitamente il raduno di Pontida si svolge dopo il voto. Anche perché è sempre stata l’occasione per un giuramento degli eletti davanti alla gente».

Duecento i pullman prenotati, ma c’è chi ricorda le 100 mila presenze con Bossi
La gente, appunto. Oltre a treni, aerei e mezzi privati, dall’ufficio stampa del leader del Carroccio fanno sapere che sono «oltre 200 i pullman già prenotati da tutta Italia». Alcuni dei quali, apprende Tag43 da chi è vicino all’organizzazione, «offerti da eletti»: «Solo guardando ai pullman, quindi, parliamo di un totale 10 mila persone. A cui, naturalmente, bisognerà aggiungere tutti quelli che raggiungeranno il pratone autonomamente». Si tratta per lo più di lombardi, ma anche di piemontesi, veneti ed emiliano romagnoli. Nessuno però si sbilancia sui numeri attesi. «Certo, la due giorni è sempre stata un incentivo a organizzarsi da soli. Ora che la festa è concentrata in un solo giorno vedremo», riflette un esponente leghista. «Nel 2019 contammo 70 mila presenze», dice un deputato uscente, «ma allora la situazione era diversa, c’erano state le Europee con il 34 per cento. Adesso siamo nell’ultima settimana di campagna elettorale…». Parole che non mettono d’accordo tutte le camicie verdi. E danno il la al controcanto dei nostalgici: «Io mi ricordo la Pontida di 100 mila persone ai tempi di Bossi. Altro che 200, i pullman erano nell’ordine dei 500».

Dubbi sulla tenuta elettorale della Lega al Nord
Intanto i preparativi fervono, anche se ancora la scaletta degli interventi, a parte quello di chiusura affidato a Salvini, non si conosce. «Ma di sicuro tra le prime file del partito – governatori e amministratori locali in generale, capigruppo e ministri – non ci saranno defezioni», spiega un leghista. «Anche perché, con la vittoria in pugno del centrodestra, nessuno se la sente di contrariare il segretario. Non foss’altro perché ci sarà da comporre una squadra di governo…». Eppure non tutti la pensano così: «Io aspetterei intanto i risultati della Lega al Nord. E poi non credo proprio che ci sarà tutta questa libertà di manovra nel comporre la squadra di governo. Anzi, lo stesso Salvini se fosse anche intelligente, oltre che scaltro e furbo, dovrebbe essere il primo ad abbandonare l’idea di un ritorno al Viminale e in generale di fare il ministro». Comunque sia, ormai manca poco all’appuntamento e, quindi, anche la suspence su chi salirà sul palco ha le ore contate. Nessuna sorpresa, invece, sui punti di ristoro, con bottigliette d’acqua, caffè e panini. Quelli ci saranno, «sono affidati ai militanti bergamaschi», dice a Tag43 una fonte leghista. Così come non mancheranno i gazebo di rappresentanza delle Regioni, con materiale informativo e gli immancabili gadget. In totale «saranno una quarantina». Il numero esatto, però, lo staff della comunicazione non lo ha ancora reso noto. Un’incognita che non toglie il sonno dalle parti di via Bellerio dove, casomai, la preoccupazione è un’altra e cioè riuscire a riempire il pratone bergamasco. A dispetto dell’antico adagio «piazze piene, urne vuote», infatti, quest’anno più che mai la conta delle presenze al raduno sarà importante per capire in quale clima si chiude questa difficile campagna elettorale per la Lega.