Sono circa 150 le aziende che lavorano su possibili sostituti della carne di pollo, maiale e manzo, cioè quelle più consumate a livello globale. Come? Coltivandole in laboratorio. Lo fa ad esempio l’australiana Vow, che è riuscita a creare una polpetta di mammut, estinto circa 10 mila anni fa.

Il potenziale e la sostenibilità della carne creata in laboratorio
Il progetto di Vow mira a dimostrare il potenziale della carne coltivata da cellule, ottenibile dunque senza la macellazione degli animali, evidenziando il legame tra allevamento di bestiame su larga scala, distruzione della fauna selvatica e crisi climatica. La carne coltivata consuma molta meno suolo e acqua rispetto a quella allevata. E non produce emissioni di metano. Per quanto riguarda nello specifico Vow, nel segno della sostenibilità utilizza energia provenienti da fonti rinnovabili e non fa uso di siero bovino fetale. Per creare la polpetta di mammut, Vow ha lavorato con il team di Ernst Wolvetang, docente dell’Australian Institute for Bioengineering presso l’Università del Queensland: la squadra di scienziati ha utilizzato la mioglobina, una proteina ricca di ferro presente nei muscoli del mammut, colmato le poche lacune di Dna usando quello dell’elefante. La sequenza è stata poi inserita nelle cellule staminali del mioblasto di una pecora, che si è replicato fino a raggiungere i 20 miliardi di cellule, successivamente utilizzate dall’azienda per coltivare la carne di mammut.
Il mammut come simbolo del cambiamento climatico
L’idea iniziale, ha spiegato Wolvetang al Guardian, era produrre carne di dodo. Ma del grande uccello endemico di Mauritius, estintosi rapidamente nella seconda metà del XVII secolo in seguito all’arrivo sull’isola dei portoghesi e degli olandesi, non ci sono abbastanza sequenze di Dna. «Abbiamo scelto il mammut lanoso perché è un simbolo della perdita di diversità e un simbolo del cambiamento climatico», ha spiegato Tim Noakesmith, cofondatore di Vow. Si ritiene infatti che il mastodontico animale si sia estinto a causa della caccia da parte dell’uomo e del riscaldamento globale dopo l’ultima era glaciale. A proposito di animali scomparsi, nel 2018 l’azienda Gelton aveva utilizzato il Dna del mastodonte, anch’esso lanoso e simile a un elefante per creare orsetti gommosi.

A Singapore si può già consumare carne di pollo coltivata
«La proteina del mammut non esiste da migliaia di anni. Quindi non abbiamo idea di come reagirebbe il nostro sistema immunitario se la mangiassimo. Ma se ricominciassimo a consumarla, sarebbe in un modo appetibile per gli organismi di regolamentazione», ha specificato Wolvetang. Intanto, la polpetta di mammut sarà presentata al Nemo, il museo della scienza di Amsterdam. Per quanto riguarda i progetti passati e riguardanti animali ancora esistenti, Vow ha già studiato il potenziale “da coltivazione” di oltre 50 specie, tra cui cui alpaca, bufalo, coccodrillo, canguro e pavone. Oltre alla quaglia del Giappone la cui carne sintetica, prevede l’azienda, sarà proposta nei ristoranti di Singapore già da quest’anno. Al di là di progetti ambiziosi riguardanti mammut e dodo, la carne di pollo coltivata è già una realtà – unico caso al mondo – nella città-stato asiatica. Ma due aziende, Good Meat e Upside Foods, hanno recentemente ricevuto l’autorizzazione dalla Food and Drug Administration per vendere i loro prodotti a base di pollo coltivato in laboratorio negli Stati Uniti.