La polizia stradale vieta gli inseguimenti, poi il dietrofront: «Mai detto»
Una nota del 28 marzo ha scatenato numerose polemiche sottolineando l'invito a non inseguire chi si ferma all'alt o ai posti di blocco. Il dipartimento ha poi smentito e spiegato il senso del documento.
Un divieto agli inseguimenti prima diffuso e poi ritirato. Una giornata particolare per la polizia stradale, dopo la pubblicazione sul web e da parte di alcuni giornali nazionali di una nota del 28 marzo. Nel documento in questione, firmato dal capo del Compartimento della polizia stradale lombarda, Maria Dolores Rucci, si raccomandava agli agenti della stradale di evitare gli inseguimenti. Nessuna caccia lungo le vie delle città della Lombardia, perché considerate «pericolose». In particolare si parla di chi scappa all’alt o da un posto di blocco. Una nota poi smentita, dopo aver alimentato numerose polemiche.

Il divieto agli inseguimenti della polizia stradale lombarda
Nel documento firmato dalla dirigente, si legge che «la reazione del personale deve essere attenta e ponderata tenendo conto “in primis” dell’esigenza di salvaguardare la sicurezza di tutte le persone che circolano su strada, compito primario della polizia Stradale». Ma le frasi che hanno fatto scalpore sono altre. Si parla di rilevazioni di inseguimenti «nonostante le disposizioni impartite, senza che il personale agisca col massimo livello di prudenza e accortezza». Cosa dovrebbero fare, quindi, gli agenti della polizia stradale? «Annotare il numero di targa, il tipo, il modello e la direzione di marcia del veicolo e contattare immediatamente la sala operativa che diramerà i dati a tutte le altre forze di polizia presenti sul territorio per il rintraccio dei fuggitivi».
Telecamere e strumenti informatici per risalire all’auto
Il principio base sarebbe quello di procedere «con la dovuta cautela e richiedendo, nei casi in cui appaia necessario, l’intervento di unità specialistiche». Queste operano con telecamera e strumenti informatici, con cui si risale ai fuggitivi e si cattura chi compie il reato in questione. E agli agenti il documento parla anche di «possibili responsabilità penali e disciplinari» per coloro che si comportano in maniera «imprudente».

La polizia stradale fa dietrofront: «Garanzia di maggiore tutela»
Dopo le polemiche, arriva la smentita. A fare chiarezza è direttamente la polizia stradale, che precisa: «Con le direttive impartite non si è mai voluto venir meno al compito di inseguire gli automobilisti inottemperanti all’obbligo di arrestarsi all’alt, ma c’è l’esigenza di garantire la maggiore tutela possibile all’incolumità degli utenti stradali e degli stessi operatori di polizia. Il dipartimento prosegue e sottolinea ulteriormente: «Le disposizioni impongono l’acquisizione di tutti gli elementi descrittivi ed identificativi dell’automobile in fuga da condividere tempestivamente con la centrale operativa della polizia stradale che, mediante un’attività di coordinamento, coinvolgerà anche altri equipaggi in supporto a quello inseguitore».