A confronto con i primi ministri ungherese e polacco, il leader del Carroccio starebbe pensando a un nuovo raggruppamento europeo con Fidesz e Pis. Un'azione in netto contrasto con quella auspicata dal ministro dello Sviluppo economico.
Telefoni bollenti a Palazzo Chigi. Pd e Italia viva vogliono far passare l'emendamento della deputata renziana sulla proroga della concessione per l'autostrada Modena-Brennero. Che Bruxelles di sicuro boccerebbe.
Soddisfatto il primo cittadino romano che ha sciolto le riserve sugli assessori: saranno 12, equamente divisi tra uomini e donne. Delega al bilancio e di vicesindaco per Silvia Scozzese.
Giorgetti se ne faccia una ragione: tra Anche gli angeli mangiano fagioli e Kramer contro Kramer, Salvini ha già scelto. Con lui si schiera anche Claudio Borghi. Da Zalone a Banfi, tutti gli attori del pantheon leghista.
Per i senatori la lista «deve recare un numero di candidati pari o superiore al massimo dei posti disponibili, per evitare la presentazione di liste di minoranza» e «non possano essere candidati soggetti in carica da sei o più anni o comunque esercizi».
Il neosindaco di Roma Roberto Gualtieri vuole essere inclusivo. Perciò (su idea del Pd) pensa di affidare a Virginia Raggi la guida della commissione Expo 2030 e a Carlo Calenda quella del Giubileo 2025.
«Basta con i film western, sono passati di moda». Il ministro parlando con Vespa critica la linea della Lega in Europa. E spinge per l'attuale premier al Colle: «Sarebbe un semipresidenzialismo de facto, in cui il presidente della Repubblica allarga le sue funzioni approfittando di una politica debole».
In pensione a 64 anni con 38 di contributi, ma solo nel 2022. Poi si ridiscuterà una riforma strutturale. È questa la soluzione di compromesso scelta dal premier Mario Draghi che mette d'accordo Lega e sindacati.
Il rapper da sempre in prima linea con la moglie Chiara Ferragni per la legge contro l'omotransfobia sui social punta il dito contro il leader di Italia Viva.
Il Senato blocca il Ddl Zan con il voto segreto. Passa la tagliola di Lega e FdI. Salvini: «Sconfitta l'arroganza di Letta e dei 5 stelle: hanno detto di no a tutte le proposte di mediazione». Dubbi sui renziani.