Dalle Cinque Terre a Portovenere fino alla costiera amalfitana, sono tanti i luoghi della nostra Penisola che hanno ispirato poeti come Montale, Byron e Goethe. Tag43 vi propone sette mete, guidandovi alla loro scoperta attraverso versi diventati immortali.
Montale e le Cinque Terre
Fra “lame d’acqua”, “muri d’orto”, “dorsi di colli e di cielo” si rincorrono lungo le rive spezzine i luoghi delle Cinque Terre, con il Golfo dei poeti, un anfiteatro d’acque racchiuso da scogliere, consegnato alla poesia da Eugenio Montale che in Liguria, dove ora si snoda il parco letterario a lui dedicato, passava l’estate. Il Nobel per la letteratura spesso si è ispirato ai panorami circondati dalla macchia mediterranea, agli scogli a strapiombo di Monterosso, ai profumi e ai sapori della zona. In Verso Tellaro Montale annota “cupole di fogliame da cui sprizza una polifonia di limoni e di arance e il velo evanescente di una spuma, di una cipria di mare”, quel mare che allude alla felicità, mentre la terra porta a fare i conti con se stessi. (www.lamialiguria.it).
Un tuffo nella grotta di Byron
Con itinerari fra verde e mare, tutelati dall’Unesco, la stessa area aveva già stregato Dante e Petrarca, che canta l’approdo a Portovenere come un “miracolo panoramico”. Proprio qui c’è la grotta dedicata a Byron, il poeta maledetto del Romanticismo inglese, che dell’Italia, visitata per il classico Grand Tour, scrive: «Mi piace vedere il sole splendere ogni giorno, e le viti non piantate su un muro ma abbarbicate ai tralicci… tra vigne rosseggianti come in Francia». Lord Byron, che soggiornò a lungo in Liguria, elesse a suo rifugio creativo la cavità naturale stretta fra le mura del castello e la chiesa di san Pietro. Dalla grotta, paradiso per i patiti dello snorkeling, Byron avrebbe nuotato per otto chilometri fino a Lerici, per raggiungere l’amico scrittore Shelley (lamialiguria.it).

Il mondo di Pascoli
Racchiude l’orizzonte ideale dell’autore da cui prende il nome il borgo romagnolo di San Mauro Pascoli, che si spinge fino al mare. Compreso fra la via Emilia, il fiume Uso e il Rubicone, l’abitato si snoda attorno al palazzo municipale del ‘700, alla ex chiesa di san Sebastiano, che fungeva da oratorio per il vicino monastero delle Orsoline, e al Museo di Casa Pascoli, dove Giovanni nacque nel 1855. L’abitazione in cui visse da bambino ha una struttura semplice e si apre su un giardino con rose rampicanti, giaggioli ed erba cedrina. L’oratorio di casa era la chiesetta intitolata alla Madonna dell’Acqua, che Pascoli menziona in una lettera agli amici di San Mauro: «… il mio mondo ideale ha per confini l’Uso e il Rio Salto e per centro la chiesuola della Madonna dell’Acqua e il camposanto fosco di cipressi». Poco distante sorge la Torre, legata all’infanzia del poeta, un raro esempio di villa romagnola del XVIII secolo, all’interno della tenuta dei principi Torlonia. (emiliaromagnaturismo.it).

Sulle orme di D’Annunzio a Marina di Pietrasanta
Chi non ricorda “Piove su le tamerici salmastre ed arse, piove sui pini scagliosi ed irti, piove sui mirti divini, su le ginestre fulgenti di fiori accolti, su i ginepri folti di coccole aulenti”? Sono versi de La pioggia nel pineto, composta nell’estate del 1902 da D’Annunzio nella Villa La Versiliana, a Marina di Pietrasanta, il borgo lucchese che si affaccia sul Tirreno, tra Forte dei Marmi e Lido di Camaiore. Il Vate, nel cantare l’amore per la Duse, descrive un temporale che durante una passeggiata estiva sorprende due amanti che diventano tutt’uno col paesaggio: il poeta invita all’osservazione, all’ascolto, all’interesse per i profumi. La villa in cui visse per qualche tempo si trova in un parco di 800 mila metri quadri, con lecci, pini e un fitto sottobosco. A tre piani, con finestre incorniciate da finto bugnato, ospita eventi culturali e spettacoli (versilianafestival.it).

La Maremma «aspra e selvaggia» di Carducci
“I cipressi che a Bolgheri alti e schietti Van da San Guido in duplice filar, Quasi in corsa giganti giovinetti, Mi balzarono incontro e mi guardar.” Con questi versi comincia Davanti a san Guido di Giosuè Carducci che rimase sempre legato alla Maremma e ai luoghi della sua infanzia, nei quali tornava spesso per brevi soggiorni. Lungo la costa degli Etruschi, con il mare all’orizzonte, sorge Castagneto Carducci, con il parco letterario dedicato al poeta. Da visitare Bolgheri, centro medievale con le Colline Metallifere sullo sfondo, e Castagneto, che mantiene la fisionomia romanica all’ombra del castello della Gherardesca (discovertuscany.com/it).

Recanati e il mondo di Giacomo Leopardi
Non si può poi non citare Recanati, paese natale di Giacomo Leopardi. Da visitare la casa di famiglia con i 20 mila amatissimi volumi custoditi nella biblioteca paterna. Da due anni, per avvicinarsi al lato più intimo del poeta è stato aperto al pubblico anche il piano nobile del palazzo, con le stanze private. Partendo dal salone de Le ricordanze, il percorso tocca il giardino che fa da cornice a L’infinito e dove ammirava “le vaghe stelle dell’Orsa”. Dall’altro lato della piazza sorge la casa restaurata di Silvia, “allor che all’opre femminili intenta sedevi, assai contenta” (giacomoleopardi.it).

Goethe sedotto dalla costa campana
Il Grand tour in Italia rimase nel cuore di Goethe, rapito dalle coste campane, dai golfi e dai Campi Flegrei. Il poeta scrisse del litorale nella Italianische Reise, ricordando “l’atmosfera piena di vapori, le rocce ombrate… La giornata era bellissima, si scorgeva da vicino il delizioso panorama di Castellammare e di Sorrento… ai nostri piedi il mare, di fronte Capri, a destra Posillipo, sul fianco la passeggiata della Villa Reale, a sinistra un vecchio palazzo dei Gesuiti e, più lontano, la costa di Sorrento fino al Capo Minerva. …si aveva l’intera visione della città bassa verso il molo nonché del golfo e della costiera sorrentina … “. C’è bisogno di aggiungere altro? (costadiamalfi.it).
