Il presidente della Juventus Andrea Agnelli, il vicepresidente Pavel Nedved, l’ex direttore sportivo Fabio Paratici e altri tre tra dirigenti ed ex dirigenti bianconeri dell’area finanziaria sono indagati con l’ipotesi di falso in bilancio e false fatturazioni. La Guardia di Finanza ha perquisito le sedi del club di Torino e Milano, recuperando documenti relativi alla compravendita di calciatori e alla formazione dei bilanci per gli anni 2019-21.
Falso in bilancio, nel mirino le plusvalenze
Secondo quanto si apprende, oltre ad Agnelli, Nedved e Paratici, gli altri tre indagati sono l’attuale Chief Corporate & Financial Officer Stefano Cerrato, l’ex Chief Corporate & Financial Officer Stefano Bertola e l’ex dirigente finanziario Marco Re. Il reato ipotizzato sarebbe quello del falso in bilancio. L’indagine, denominata “Prisma”, ha avuto avvio nel maggio 2021: sotto accusa in particolare le plusvalenze – per complessivi 282 milioni di euro in tre anni – di cui si sono recentemente occupate anche Consob e Covisoc, secondo cui era necessario approfondire alcuni casi legati a operazioni di mercato sospette effettuate dalla Juventus, su tutte quella relativa allo scambio Pjanic-Arthur con il Barcellona. «Al vaglio vi sono diverse operazioni di trasferimento di giocatori professionisti e le prestazioni rese da alcuni agenti coinvolti nelle relative intermediazioni. È altresì ipotizzato a carico della società il profilo di responsabilità amministrativa da reato, previsto qualora una persona giuridica abbia tratto vantaggio dalla commissione di taluni specifici illeciti. A tutela del mercato finanziario, le perquisizioni sono state avviate successivamente alla chiusura delle contrattazioni settimanali di Borsa italiana», rende noto la Procura.
Falso in bilancio, cosa rischia la Juventus
L’indagine penale, denominata Prisma e avviata in maggio, si è interfacciata a più riprese con gli accertamenti della Consob. La Juventus è indagata anche penalmente, ma ai tifosi interessa di più la giustizia sportiva. Che cosa rischia la società bianconera? Si parla di plusvalenze false, in pratica di operazioni di mercato in cui il prezzo dei calciatori viene gonfiato al momento della vendita (anzi, spesso all’interno di uno scambio), allo scopo di sanare i bilanci in rosso. Il sede di giustizia sportiva il tema è spinoso, perché non ci sono criteri oggettivi per la valutazione di un calciatore, né per capire quanto certe operazioni possano influire sull’esito dei campionati. Per la Juventus potrebbe arrivare una multa oppure una lieve penalizzazione: nel 2018 la Corte d’Appello federale inflisse al Chievo tre punti di penalità per «reiterata violazione ed elusione delle norme di prudenza e correttezza contabile», decisione confermata anche in sede di Collegio di garanzia. Se invece la procura riuscisse a provare che l’alterazione è stata decisiva ai fini dell’iscrizione al campionato, allora potrebbero esserci sanzioni più severe.