Instagrammer ad alta quota

Camilla Curcio
14/07/2021

Sono sempre di più i piloti d'aereo diventati influencer postando sui social foto della loro quotidianità: hanno follower come se fossero star del cinema e forniscono informazioni utili ai viaggiatori. Ma devono anche fare i conti con gli insulti del web.

Instagrammer ad alta quota

Su Instagram c’è spazio per tutti. Perfino per i piloti di linea che, nei momenti di pausa tra un volo e l’altro, postano selfie sorridenti con l’uniforme e raccontano una tipica giornata di lavoro in cabina di pilotaggio. L’hashtag #PilotsOfInstagram raccoglie gli scatti di personaggi con like e follower da fare invidia ad attori e celebrità di Hollywood. Non vogliono essere influencer e neppure far concorrenza ai content creator. Il loro obiettivo è uno solo: raccontare i retroscena di un mestiere tanto entusiasmante quanto rischioso, mettendosi a disposizione del pubblico per soddisfarne dubbi e curiosità.

Instagram, finestra sulla cabina di pilotaggio

Tra i più seguiti spiccano Patrick Biedenkapp (@PilotPatrick) e Anas Amireh (@PilotAmireh) che vantano, rispettivamente, 800 mila e 500 mila follower. L’esposizione sul social ha regalato loro una fama che non si sarebbero mai aspettati. Soprattutto Amireh, che viene spesso riconosciuto nelle trasferte di lavoro. «In qualsiasi Paese vada, ci sono persone che sanno chi sono», ha raccontato a Cnn Travel, «Mi rende felice perché mi chiedono di fare una foto e, spesso, di condividere con loro storie e aneddoti. La cosa più bella di tutto questo è l’impatto che riesci ad avere sulla gente. Quando qualcuno mi confessa di essere diventato pilota grazie a me, mi commuovo». Ma cosa spinge un utente di Instagram ad appassionarsi alla loro quotidianità? Secondo Raymon Cohen, che lavora sui jet privati e ha oltre 80 mila fan, quest’interesse è motivato dall’inaccessibilità della cabina, a cui è stato vietato l’ingresso ai non addetti ai lavori dopo gli attentati dell’11 settembre. «I turisti non possono più entrare e questo alimenta ancora di più il mistero attorno al nostro mondo», ha spiegato, «Il web rimane l’unico modo per poter vedere da vicino cosa succede prima di un volo».

https://www.instagram.com/p/CO-0a6THlv_/

I piloti forniscono informazioni utili ai viaggiatori

Più che fotografie curate o photoshoppate, pubblicità o contenuti divertenti, i follower cercano informazioni: sul percorso da intraprendere per diventare professionisti, sulle misure di sicurezza, su come comportarsi durante una turbolenza. Ed è proprio questo il motivo per cui i piloti tendono a organizzare l’account come un info point. È il caso di Michelle Gooris (@dutchpilotgirl) che, ogni giorno, prova a rispondere in maniera esaustiva a chi chiede consigli e spiegazioni. «Mi concentro sul fornire informazioni dettagliate e fare luce sugli aspetti meno noti dell’aviazione», ha sottolineato, «cerco di soddisfare le richieste di chi mi segue». Un parterre che rimane, tuttavia, ancora prevalentemente maschile. «Penso che dipenda dal fatto che molti piloti siano uomini. Sono poche le donne che vogliono fare questo lavoro o che pensano di essere tagliate per farlo». Un’opinione condivisa anche dalla collega Maria Fagerstrom, nota come Maria The Pilot. «Nel 2021 c’è ancora gente che rimane a bocca aperta quando vede una donna alla guida di un aereo. Siamo ancora pochissime, meno del 5 per cento a fronte di un 95 per cento di uomini. Mi piacerebbe che questi dati cambiassero e che il gap diminuisse. Da parte mia, continuerò a consigliare alle ragazzine la carriera che ho intrapreso e a incoraggiare tutti ad assecondare i propri sogni, che riguardino l’aviazione o no».

https://www.instagram.com/p/CQL_7hnthIw/

Rispettare le regole per non rischiare grosso

Calibrare la qualità e il valore dei contenuti non è semplice. Soprattutto nel caso di professioni così delicate. Non si tratta solo di caricare un’immagine e condividerla. È un impegno che richiede prudenza e che deve essere portato avanti nel rispetto di linee guida predefinite. Violazioni, atteggiamenti fuori posto, leggerezze possono costare davvero care. Ne è un esempio la disavventura che, nel 2019, ha visto protagonista un pilota cinese, licenziato per aver lasciato entrare una viaggiatrice in cabina. La prova dell’accaduto, postata dalla donna su Weibo, ha costretto i vertici a licenziare il comandante e a radiarlo dalla professione per non aver rispettato la deontologia. Uno scenario che le compagnie aeree provano a evitare, stabilendo regole stringenti, impedendo di fare fotografie sul posto di lavoro o accordando il permesso di farlo a una selezione limitata di dipendenti con la richiesta di non menzionare il loro nome.

Un passatempo o un secondo lavoro?

Al contrario di chi sul web ci lavora e, per forza di cose, tende a trascorrerci più di metà della sua giornata, i piloti riescono a scindere tranquillamente le due dimensioni. «Quando lavoro mi dimentico dei social», ha sottolineato Gooris, «È una cosa che gestisco nel tempo libero, un’attività in più da cui non mi lascio sopraffare». Esattamente il contrario di quel che accade a Fagerstrom che, spesso, si sente in dovere di produrre materiale e interazioni per mantenere alto l’interesse dei follower. «Avere una presenza così forte su Instagram, spesso, ti porta a non staccare mai. Soprattutto se, attorno al tuo account, hai creato un piccolo business. L’algoritmo non aiuta, è rischioso non postare ogni giorno perché potresti sparire ma questo ti spinge a farlo anche quando non ti va».

https://www.instagram.com/p/CM44_VtHw58/

Gli effetti del successo

La notorietà, ovviamente, ha delle controindicazioni. Come fanno i piloti instagrammer a gestire rivalità e i messaggi d’odio online? Nel primo caso, pare che le faide interne siano una rarità e che la competizione sia sana. Anzi, la possibilità di incontrare professionisti del settore sulla stessa piattaforma ha permesso a molti di ampliare considerevolmente il proprio network di conoscenze. Per quanto riguarda insulti e feedback poco carini, invece, il discorso cambia. E spesso tocca le donne, di frequente vittime di commenti sessisti. «Molti sono ancora legati a stereotipi anacronistici, a un modo di pensare vecchio e passato», ha dichiarato Fagerstrom, «Mi capita di ricevere attacchi misogini. Sarebbe più comodo trattarli con indifferenza, bloccare chi li fa e andare avanti ma così non si risolve la discriminazione di genere. È importante parlarne, sensibilizzare, riconoscere il problema e trovare soluzioni immediate».