A pochi giorni dal colloquio con il procuratore di Giustizia del Vaticano Alessandro Diddi, Pietro Orlandi ha ricevuto una lettera con parole di critica per le voci da lui rilanciate su Papa Wojtyla. «Mi dicono che il Pontefice ogni tanto usciva di sera e andava in giro con due suoi amici polacchi, qualcuno mi dice che non andava certo a benedire delle case. Non ho mai detto che era un pedofilo, ma ho detto che è giusto indagare a 360 gradi», aveva affermato in un’intervista a Di Martedì su La7.
La lettera ricevuta da Pietro Orlandi su Wojtyla
Si tratta di una missiva scritta a penna con grafia adulta che accusa il fratello di Emanuela di aver infangato il Papa. A renderla nota è stato lo stesso Pietro che l’ha postata nel suo gruppo Facebook, specificando che la lettera è stata recapitata non a lui ma a sua madre, tuttora residente all’interno del Vaticano. Questo il testo: «Caro Pietro sei un bugiardo e lo sai! Quelle vergognose allusioni nei riguardi di Papa Wojtyla non te le ha riferite nessuno, te le sei inventate te… Ma ti sei screditato da solo! Ho sempre supportato la tua famiglia, ma seguire piste suggerite da mitomani e persone notoriamente inaffidabili ha complicato le cose. Il Vaticano è stato anche troppo paziente. Adesso ti ha concesso la nuova inchiesta, ma su quali basi si svolgerà? Con i soliti documenti falsi sulla lista dei cardinali pedofili che di notte vanno a cercare le ragazzine assieme al Papa? Ti dovresti solo vergognare. Dovrai rispondere a Dio delle tue cattiverie. Saluti».

Luciano Dei è il nome che compare alla fine della lettera, priva di mittente. Dando per scontato che si tratti di un nome fasullo, la scelta del cognome Dei (“di Dio” in latino) potrebbe dimostrare che lo scritto è opera di un religioso e che l’autore abbia inteso farlo sapere. Potrebbe dunque trattarsi di un monsignore, di un cardinale o comunque di qualcuno che risiede in Vaticano, come sembra credere lo stesso Pietro: «La stupidità di chi l’ha lasciata e presumo scritta è che voleva far credere che fosse stata spedita da altre città, quindi fuori dal Vaticano, perché si è anche preoccupato di mettere un francobollo… Ma non c’è nessun timbro…».
«Possono offendermi come vogliono»
L’ipotesi è dunque che il mittente, abitando anche lui dentro le sacre mura, l’abbia consegnata (o fatta consegnare) a mano direttamente nella cassetta delle lettere della madre. «Peccato, lascia solo il nome (probabilmente falso) e nessun contatto… Questa è la conseguenza di chi ha voluto giocare a fare il giornalista. Mi si può offendere come vogliono, non mi interessa, ma leggere “Il Vaticano è stato anche troppo paziente” oppure “Dovrai rispondere a Dio delle tue cattiverie”… Beh», ha concluso Pietro.