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Pierluigi Diaco, l’antipatico con l’ego smisurato e protetto da Giorgia Meloni

Gli inizi con Curzi a sinistra, la virata a destra per fare carriera. Ora Pierluigi Diaco ha un programma su Rai2, Bella Ma’, che gli frutta 1.560 euro a puntata. Perfezionista, bigotto sulle parolacce, pieno di sé, ma nessuno in Viale Mazzini può toccarlo: è amicone della premier. Profilo del conduttore tivù più insopportabile d’Italia.

3 Febbraio 2023 17:533 Febbraio 2023 21:34 Ulisse Spinnato Vega
Pierluigi Diaco, l'antipatico con l'ego smisurato e protetto da Giorgia Meloni

Da Sandro Curzi a Giorgia Meloni il salto non è stato repentino, ma somiglia comunque a un doppio carpiato con avvitamento. Casomai eseguito al rallentatore. E il risultato è da applausi, visto che in Rai Pierluigi Diaco, pur professandosi di sinistra, è sulla cresta dell’onda con la destra al governo. Tanto da essere considerato uno dei volti rampanti in quota Fratelli d’Italia, uno di quelli destinati a salire nelle gerarchie della tivù di Stato.

Curzi il mentore, raccomandazioni da Ferrara, Vespa e Costanzo

Eppure tutto inizia negli Anni 90 con Curzi, appunto, il grande giornalista e conduttore che aderì al Partito comunista italiano quando ancora era minorenne, co-fondò Rai3 e al Tg3 creò il mito di TeleKabul. Della serie: «Io mica so’ communista così, sa’! (un pugno solo alzato), so’ communista così!!! (due pugni alzati)», parafrasando il grande Mario Brega diretto da Carlo Verdone. Diaco viene scoperto quando non è nemmeno 18enne, nel 1995: piace a Curzi per il carattere grintoso e il cervello fino di chi sa farsi avanti con astuzia. In effetti Pierluigi agli inizi non ha santi in paradiso, non è “figlio di” e deve sopperire con tigna e spirito di iniziativa. Arriva così il debutto nell’allora Telemontecarlo, ma Diaco aveva approcciato Curzi già in precedenza, invitandolo a una lezione nella sua scuola e poi facendosi accogliere addirittura in visita alla redazione del Tg3. Successivamente si parlerà di altri occhi di riguardo e raccomandazioni illustri a beneficio del giovane dj e conduttore televisivo, da Giuliano Ferrara a Bruno Vespa, fino a Maurizio Costanzo. Ma Curzi rimane il suo vero mentore, tanto che Diaco tempo dopo lo definirà una sorta di secondo padre.

Pierluigi Diaco, l'antipatico con l'ego smisurato e protetto da Giorgia Meloni
Pierluigi Diaco.

Onorevole Dj per approcciarsi a quelli che contavano in politica

Alla luce di un esordio così, si potrebbe supporre che la carriera di Pierluigi sia destinata a rimanere confinata in un alveo che magari va da l’Unità a Liberazione, passando da Rai3 fino al Manifesto. Invece l’anchorman romano, classe 1977, dopo l’impegno antimafia e le giovanili simpatie per La Rete di Leoluca Orlando, collabora con testate quali Panorama, Capital, Liberal, L’Indipendente e appunto Il Foglio di Ferrara. Tutt’altra musica, insomma. Tanto che Diaco farà delle scuse postume a Curzi per le volte in cui riterrà di averlo deluso e per essersi allontanato dalla sua eredità. Intanto televisione e radio vanno in parallelo. Nascono le prime collaborazioni con la Rai a fine Anni 90, lo spazio di approfondimento su Sky Tg24 C’è Diaco, le incursioni a Canale Italia e ancora in Rai, mentre dall’altro lato risulta lunga e prolifica la liaison con Rtl 102.5. Su quelle frequenze, infatti, nasce un programma molto fortunato come Onorevole Dj – Signoria Vostra con il Conte Galè ed Emanuele Filiberto di Savoia. «Un format riuscito che gli ha consentito di approcciare e accreditarsi con tutti quelli che contavano in politica», sussurra a Tag43 una fonte Rai che lo conosce.

Pierluigi Diaco, l'antipatico con l'ego smisurato e protetto da Giorgia Meloni
Il giornalista e conduttore Pierluigi Diaco. (Getty)

Quando si piazzava fuori dal Teatro Parioli per Costanzo

Nel frattempo Diaco cementa il rapporto con Maurizio Costanzo. Prima entra nel cast della riedizione di Bontà Loro, per cui è anche autore. A Rai2 affianca il conduttore della “camicia coi baffi” in Maurizio Costanzo talk e in radio, manco a dirlo Rtl 102.5, partecipa a Radio Costanzo show. Successivamente, continua a lavorare come autore al Costanzo show tradizionale. Pure in quel caso, la genesi del rapporto tra i due dice molto dell’indole di Diaco, il quale testimoniò direttamente di frequentare la «scuola all’Ippolito Nievo, vicino al Teatro Parioli che mandò un invito. Mi innamorai del talk show, stazionavo davanti al teatro» e già l’immagine è di per sé un po’ inquietante. «Un giorno si avvicinò un signore col sigaro, era lo storico autore di Maurizio, Alberto Silvestri: “Ma tu che vuoi?”. Oggi sono autore del Maurizio Costanzo show». Precisando però che «Costanzo non ha mai fatto una telefonata per me». In tutti i casi, il rapporto è così consolidato che il papà di Se Telefonando ha persino celebrato nel 2017 le nozze di Diaco con il giornalista Alessio Orsingher, protagonista su La7 a Tagadà.

Pierluigi Diaco, l'antipatico con l'ego smisurato e protetto da Giorgia Meloni
Il giorno del matrimonio tra Pierluigi Diaco e Alessio Orsingher.

«Sono un conservatore. Precisino? meglio dire perfezionista»

Pierluigi, dice chi lo conosce, è pignolo ai limiti dell’acribia sul lavoro, rigoroso ed esigente. Lui spiega: «Sono un conservatore che crede nella fatica e nella disciplina. Nulla si ottiene senza impegno e fatica. Per il resto non è vero che sono precisino: meglio dire perfezionista». Si porta dietro pure la nomea di antipatico e lui replica: «È il pregiudizio degli addetti ai lavori, non credo di risultare antipatico a chi ascolta la radio o mi vede in tivù. Ho iniziato a 15 anni, non ero strutturato ad affrontare tutte le pance». Quando, nell’estate del 2010, condusse Unomattina Estate, Aldo Grasso non trattenne la propria di pancia, definendolo un «blando avventuriero del piccolo schermo», è «giovane ma anche vecchio. Non ha un pensiero, ma finge di averlo». Lui si considera un tipo riservato, al matrimonio con Orsingher gli invitati furono inibiti dallo scattare foto e selfie. Ma in realtà la coppia vip sa bazzicare e farsi notare nei salotti romani quando serve. E lui ha pure ceduto alla tentazione di partecipare come concorrente a un’edizione de L’isola dei famosi.

Pierluigi Diaco, l'antipatico con l'ego smisurato e protetto da Giorgia Meloni
Diaco all’Isola dei famosi.

Bella Ma’, l’inizio flop e il cachet fuori media per la quella fascia oraria

«È intelligente, colpisce per questa sua trasversalità che nasce dal fatto che sa blandirti e ammaliarti», dicono ancora a Tag43 dalla Rai. Per poi raccontare: «All’inizio il suo attuale programma, Bella Ma’, andava malissimo. Un giorno la Sala (Simona Sala, attuale direttrice Intrattenimento Day Time, ndr) fece una riunione in azienda e iniziò a urlare come una matta. Lui era ammutolito». In effetti il format televisivo odierno di Diaco sta costando tantissimo e aveva avuto un avvio da incubo a settembre 2022, andando anche sotto il 3 per cento di share. Sala comunque lo ha difeso. Poi pian piano gli ascolti sono migliorati e oggi il programma viaggia sopra un dignitoso 5-6 per cento con oltre 500 mila spettatori nella fascia tra le 15 e le 17, su un canale in difficoltà come Rai2. Ma lui intanto si becca la bellezza di 274 mila euro, di cui 20 mila per l’ideazione del programma, in cambio di 163 puntate concordate; quindi grossomodo 1.560 euro a puntata in una fascia per la quale la Rai paga in media 800 euro. Un cachet superiore persino a quello, molto discusso, di Marco Damilano che però su Rai3 fa il 7 per cento e alza la media della rete. Dagospia ha fatto le pulci a Bella Ma’, calcolando che ogni volta che va in onda costa l’astronomica cifra di 22 mila euro circa. E nel frattempo Diaco ha un programma pure a Radio2, Ti sento, per non farsi mancare nulla.

Proprio un bel clima 😶‍🌫️ pic.twitter.com/O5Aa5zmjc2

— Trash Italiano (@trash_italiano) January 31, 2023

«Ha un ego smisurato, la polemica non lo offende e per lo più lo diverte»

«Vuole sempre fare come dice lui, è poco incline al compromesso e fa spesso sfuriate agli autori. Comunque ha un ego smisurato, ma la polemica non lo offende e per lo più lo diverte», lo descrivono da Viale Mazzini. Il caratterino del personaggio ogni tanto viene fuori in trasmissione. Come quando ha platealmente rimproverato una concorrente solo perché lei si era lasciata andare a un «che palle che siete!», peraltro in tono lieve. La donna ha chiesto subito scusa, ma lui: «Raffaella, non si possono dire parolacce in tivù, non si può fare. Veramente te lo dico, lo dico a tutti, è sgradevole. Le reazioni istintive in tivù si controllano, siamo il servizio pubblico e non si possono dire». Una filippica che ha suscitato le critiche di molti sui social e gli ha attirato gli strali di Selvaggia Lucarelli via Twitter: «Umiliare una signora nessuno perché ha detto “che palle”, ma ridere della barzelletta sulla moglie putt**a, detta però da una che conta qualcosa. La doppia morale di Diaco che ha chiamato il programma Bella Ma’ per fare il giovane e poi fa le ramanzine da nonno ammuffito».

Umiliare una signora nessuno perché ha detto “che palle”, ma ridere della barzelletta sulla moglie puttan*a, detta però da una che conta qualcosa. La doppia morale di Diaco che ha chiamato il programma “Bella ma’” per fare il giovane e poi fa le ramanzine da nonno ammuffito. pic.twitter.com/mH8tQfoyWE

— Selvaggia Lucarelli (@stanzaselvaggia) January 30, 2023

Spesso sopra le righe, come con Fini e Vianello

Diaco comunque va spesso sopra le righe. Intervistando Gianfranco Fini, lo ha presentato come colui che «ha allevato la leader di Fratelli d’Italia» e l’ex capo di Alleanza nazionale lo ha subito stoppato: «Io non ho allevato nessuno, diciamolo chiaramente. Al massimo ho allevato i miei tre figli». Oppure quando, in una precedente trasmissione, invitò Edoardo Vianello a sgolarsi sul grande classico dei Watussi: «Non ti censurare. Voglio che dici altissimi negri. E dillo, dillo! E diciamolo!».

Diaco finge di chiedere scusa
il cringe – Parte 2 pic.twitter.com/IHqV5UtZUJ

— Il Grande Flagello (@grande_flagello) January 31, 2023

«Giorgia Meloni è una delle mie migliori amiche. Le voglio tanto bene»

Oggi in Rai nessuno può toccarlo perché, come ha detto a Repubblica: «Giorgia Meloni è una delle mie migliori amiche, onesta e leale. Le voglio tanto bene. Io studiavo al Mameli e lei alla Garbatella. Io di sinistra, lei Fronte della gioventù, mai conosciuto una persona così preparata, dolce e tosta. Rivendico l’amicizia. Molte cose che dice le condivido, altre no. Ma non ho mai parlato con lei di Rai, parliamo di altre cose. E si cazzeggia». Allora è chiaro perché l’ad di Viale Mazzini, Carlo Fuortes, lo porti così in palmo di mano e a suo tempo si sia scomodato personalmente per tenere a battesimo il programma del conduttore romano. In una intervista a Leggo, Diaco ha detto che il suo sogno è «abbandonare le scene e dedicarmi a fare l’amplificatore del talento altrui». Adesso però è meglio restare: c’è tanta gente che si sta dedicando ad amplificare il suo.

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