Il 16 dicembre 1991 si spegneva a soli 36 anni Pier Vittorio Tondelli, scrittore, saggista, giornalista e drammaturgo che può essere considerato uno dei simboli della “generazione del ‘77”. Le sue opere hanno ispirato in maniera decisiva la cultura italiana degli Anni 80. Nato a Correggio nel 1955, dopo la maturità Tondelli si sposta a Bologna, dove frequenta il Dams e, in particolare, i corsi di Umberto Eco e Gianni Celati. Durante gli anni universitari, per lui segnati da profondi momenti di depressione e sofferenza, si circonda di amici con cui coltiva il suo amore per la letteratura, contribuendo ad alimentare l’ambiente creativo della città e diventando una presenza fissa del negozio di parrucchieri Orea Malià, aperto nel 1978 e punto di riferimento per la scena giovanile, fosse essa punk, dark o new romantic. Visitato da artisti e cantanti di fama – da Vasco Rossi ai Duran Duran, passando per Jean-Michel Basquiat, Freak Antoni e Andrea Pazienza – secondo Tondelli il locale, più che un luogo per farsi un taglio di capelli, era «un salotto, un piano bar, o un videogame, una disko o uno studio televisivo, o un loft newyorchese».
L’esordio letterario con Altri Libertini
La sua prima opera, Altri libertini, viene pubblicata da Feltrinelli all’inizio del 1980, quando lo scrittore è ancora un laureando, e ha subito un buon successo di pubblico e parecchia attenzione da parte della critica. Il romanzo fa però anche discutere per il contenuto ritenuto eccessivo per l’epoca, e il libro viene sequestrato dalle autorità giudiziarie dopo sole tre settimane dalla sua uscita per oscenità e oltraggio alla morale pubblica. Dal processo che ne seguirà, però, Tondelli e l’editore verranno scagionati con formula piena. La laurea arriva poco dopo l’uscita di Altri libertini, quando lo scrittore comincia a lavorare come giornalista al Resto del Carlino. In questo periodo pubblica altri romanzi, tra cui Pao Pao e Rimini. Con quest’ultimo ottiene un nuovo grande successo di pubblico, seguito anche in questo caso da feroci polemiche per il contenuto scandaloso del romanzo.
La morte per Aids nel 1991
Nel 1986, dopo aver fondato la casa editrice Baskerville con un gruppo di amici di Carpi e Bologna, tutti compagni di corso al Dams, manda alle stampe Biglietti agli amici, un complesso libro di alto lirismo, «distillato di “posizioni sentimentali”» rivolte a pochi in uno spazio intimo. Il suo ultimo romanzo, Camere separate, esce nel 1989, lavoro in cui lo scrittore cambia totalemente stile e tono, quasi a volersi distaccare dalla fama di “guru della cultura giovanile”. L’opera, storia di morte e amore omossessuale, che sembra un presagio della prematura scomparsa di Tondelli che, malato di Aids, si sarebbe spento due anni dopo. Non prima, però, di aver pubblicato nel 1990 Un weekend postmoderno. Cronache dagli anni ottanta, vera e propria raccolta del Tondelli-pensiero, un’antologia fatta di articoli, reportage, inediti fa da controcanto alle altre opere narrative dello scrittore. Tag43 vi dà il buongiorno facendovi ascoltare un’intervista che Tondelli ha concesso poco prima dell’uscita di questa suo Zibaldone e dove riflette sul ruolo dello scrittore e in cosa consista «l’essere impegnati».