L’intimità dei grandi scrittori. Il luogo in cui magari hanno trovato ispirazione per opere destinate a fare la storia della letteratura, non solo italiana. Ma anche le stanze in cui si godevano il meritato riposo, dopo una giornata trascorsa sui libri. Cucine, camere da letto, studi: posti destinati a raccontarne l’aspetto professionale, come quello più intimo. Le dimore degli autori in tanti casi sono diventate museo e sono oggi aperte al pubblico. Tag43 ne ha selezionate cinque, da Nord a Sud, isole comprese per un viaggio all’insegna di relax e cultura.
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Cinque dimore di grandi scrittori diventate museo
1- Sui colli Euganei alla scoperta di Petrarca
È circondata dai declivi dolci dei colli Euganei, la piccola casa decorosa e nobile che Petrarca scelse per i suoi anni maturi ad Arquà, seguendone personalmente la ristrutturazione. Al piano terra oggi sono esposte raffigurazioni che ripercorrono la vita dell’autore e raccontano i suoi soggiorni veneti, vi abitava famiglia del poeta. La servitù alloggiava nel piano superiore, dove trovano spazio disegni, incisioni, testi e oggetti di uso quotidiano. La dimora padovana, meta di visitatori da secoli, è affrescata con dipinti cinquecenteschi che si ispirano alle opere letterarie più celebri di Petrarca. Descrivono la dedizione dello scrittore per il giardino e il brolo, l’orto in cui trascorreva parte del suo tempo in cerca di tranquillità.

2- Certaldo, il buen ritiro di Boccaccio
Era il buen ritiro di Boccaccio, che a Certaldo, in provincia di Firenze, decise di passare i suoi ultimi anni. La rigorosa facciata in mattoni, sormontata da una torre e coronata da una loggia al piano superiore, introduce alla casa. Che è stata in parte ricostruita dopo i bombardamenti del 1944. Al piano terra un ampio salone d’ingresso ospita un medagliere che immortala tra gli altri il poeta e i dieci novellatori del Decamerone. Altri spazi custodiscono edizioni illustrate delle opere di Boccaccio e antiche stampe della casa. Al piano superiore si susseguono una biblioteca altamente specializzata, la camera da letto e la loggia dalla quale si gode del magnifico panorama della Valdelsa. Ultima chicca, le scarpe da donna del ‘300, indossate secondo la tradizione dalla cognata di Boccaccio.

3- Recanati, l’Ermo colle di Leopardi
Il poeta de L’infinito rivive attraverso molti ricordi, dai 20.000 amatissimi volumi della biblioteca alle sale di lettura, passando per i ritratti. Tutti custoditi nella dimora di famiglia che troneggia nel cuore di Recanati. Ma dal giugno del 2020 è aperto al pubblico anche il piano nobile del palazzo, con le stanze private di Leopardi. Muovendo dal salone de Le ricordanze, il percorso tocca il giardino e la stanza dalla quale lo scrittore vedeva le vaghe stelle dell’Orsa. E dall’altro lato della piazza sorge la casa restaurata. Qui, lavorava al telaio la Silvia letteraria.

4- Catania, dove tutto parla di Verga
Sono ancora al loro posto i 2600 volumi della biblioteca di Verga, fatti rilegare dal massimo esponente del Verismo, che faceva incidere le sue iniziali sul dorso dei libri. Nell’appartamento, in un palazzo del centro di Catania, tutto parla dello scrittore: nel salotto fanno bella mostra le copie dei manoscritti e nello studio sono sparsi oggetti personali come i tagliacarte. La stanza da pranzo, con le antiche credenze e la chincaglieria, rimanda alle occasioni che vedevano l’intera famiglia riunita attorno al tavolo, per pasti che arrivavano da un altro piano con il passavivande. Verga, infatti, detestava gli odori della cucina. In camera da letto sono custoditi abiti e cappelli d’epoca, alle pareti molte fotografie.
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5- Nuoro, il mondo di Grazia Deledda
Una casa ottocentesca di Nuoro racchiude tutto il mondo del Nobel per la letteratura del 1926, Grazia Deledda. Nell’abitazione con cortile interno, accanto a oggetti e documenti della scrittrice, al piano terra si possono seguire filmati e documentari sulla vita dell’autrice di Canne al vento. La cucina rustica e la dispensa erano organizzate come nelle pagine del romanzo Cosima, con prodotti freschi di stagione, secondo criteri che privilegiavano l’impatto visivo e la ricostruzione di un clima familiare. Stesso discorso per lo studio, che conta i mobili disegnati direttamente da Deledda. In camera da letto è esposta la ricostruzione dell’abito da sposa, possibile grazie a una lettera e allo studio contestuale dell’istituto Superiore Regionale Etnografico.