Dai Pesci al vento, una ricerca racchiuderà tutti i suoni del mare

Fabrizio Grasso
18/02/2022

In Australia stanno creando un database con rumori e versi di tutti gli animali d'acqua dolce e salata. L’obiettivo è monitorare e tutelare gli ecosistemi, ma anche comprendere i metodi di comunicazione di pesci, anfibi e mammiferi.

Dai Pesci al vento, una ricerca racchiuderà tutti i suoni del mare

Anche il mare avrà presto il suo personale album musicale. Un gruppo di scienziati dell’Australian Institute of Marine Science ha intenzione di creare un database con i suoni emessi dai vari animali acquatici. Gli obiettivi della ricerca, disponibili sulla rivista Frontiers in Ecology and Evolution, includerà versi animali oltre a registrazioni umane e suoni riconducibili al vento e al ghiaccio. «La biodiversità è in continuo declino», ha detto Miles Parsons, principale autore dello studio. «Per questo occorre documentare e comprendere le fonti sonore prima che scompaiano definitivamente».

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Balenottere e pesci, nel database migliaia di specie del mare

Come riporta il Guardian, attualmente gli esperti hanno catalogato circa 250 mila specie marine. Si pensa che tutti i 126 mammiferi acquatici emettano suoni, assieme a circa 1000 delle 34 mila varietà di pesci e 100 razze di invertebrati. È molto probabile che l’attuale conoscenza umana sia molto limitata, con diversi animali ancora in attesa di far sentire la loro voce. «Gli habitat acquatici sono i più estesi del mondo, ricchi di suoni prodotti da una grande varietà di animali», ha spiegato Parsons. «L’uomo altera costantemente gli ambienti sottomarini, influenzando lo sviluppo della biodiversità».

Un gruppo di scienziati australiani sta creando un database con i versi degli animali acquatici per monitorare e tutelare l’ecosistema
Una balenottera a Guerrero Negro, in Messico (Foto di Guillermo Arias/AFP via Getty Images)

Il database, nominato Global Library of Underwater Biological Sounds (Glubs), non si concentrerà solo sulle creature del mare, ma si rivolgerà anche alle specie di acqua dolce. Sarà così possibile identificare canti e linguaggi di pesci, rane e mammiferi. Alcuni di essi, tra cui le balenottere, sono persino in grado di evolvere il proprio sistema di comunicazione durante la vita adattandosi ai tempi e agli habitat naturali. Fra gli esempi già noti, si ricorda l’anemone puzzolente del Madagascar, il quale è in grado di produrre suoni da combattimento differenti rispetto al suo corrispettivo dell’Indonesia.

La ricerca intende monitorare e tutelare tutti gli ecosistemi acquatici

Glubs terrà conto di diversi lavori precedenti, già disponibili sui siti web FishSounds e FrogID, che ospitano da anni un campionario piuttosto cospicuo di rumori animali. In aggiunta, la ricerca australiana intende implementare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale al fine di monitorare, tramite i suoni, la salute di barriere coralline, acque profonde ed ecosistemi fluviali e lacustri. Anche i neofiti del mestiere potranno contribuire inviando registrazioni agli esperti che ne valuteranno l’attinenza e utilità. «Abbiamo file con milioni di ore di registrazione in tutto il mondo», ha specificato Jesse Ausubel, fondatore dell’International Quiet Ocean Experiment. «Probabilmente in molte si nascondono specie ancora ignote alla scienza».

Il monitoraggio acustico delle aree subacquee consente di studiare i movimenti degli uragani, il comportamento animale durante i periodi di caccia e persino le rotte migratorie. L’approccio con molte specie, soprattutto quelle che amano grandi profondità, non potrebbe essere possibile senza lo studio dei rumori. «L’uomo utilizza il suono per canzoni d’amore, lavoro e inni speciali», ha concluso Ausubel. «L’IA potrebbe consentirci di scoprire anche le hit del regno subacqueo».