Grazie a TikTok, i personal shopper non sono più un privilegio per pochi. La pandemia e il lockdown hanno ispirato la Generazione Z a reinventarsi e sono state numerose le fashion victim che, approfittando del tempo libero a disposizione e delle competenze acquisite attraverso l’esperienza quotidiana, hanno adoperato il social per darsi una chance come personal stylist. Provando a trasformare una semplice passione in un vero e proprio lavoro.
Un servizio democratico e per tutti i portafogli
Accomunati dal desiderio di rendere democratico e aperto a tutti un servizio tradizionalmente riservato a star del mondo della musica, del cinema e della televisione, sono stati numerosi i ragazzi e le ragazze che hanno iniziato a proporsi come consulenti di stile al pubblico del web. Si tratta soprattutto di membri di Fashion TikTok, una community numerosa di fan sfegatati della moda che, ogni giorno, si dedicano a studiare e divulgare la storia degli stilisti e delle loro creazioni più note, far conoscere brand sostenibili e analizzare, look per look, le sfilate delle grandi maison. Per accedere alla loro expertise non serve avere il portafogli pieno, perché i tariffari sono alla portata di tutte le tasche. Anche di quelle di un adolescente che, tra la paghetta e qualche lavoretto estivo, non vuole disturbare i genitori per uno sfizio che riesce a permettersi da solo.
Takeout By Syd, da un’intuizione a un business di successo
«Per le mie amiche, sono sempre stata la persona che è corsa in aiuto quando avevano bisogno di scegliere un outfit per un appuntamento, una serata o un evento», ha raccontato a Dazed&Digital la canadese Sydnee Grill, «Quando mi sono trovata tra le mani tanto tempo da trascorrere a casa, mi è venuta l’illuminazione. E ho deciso di convertire il mio talento per lo styling in un’occupazione a tutti gli effetti». Così, dall’intuizione di un pomeriggio è nato Takeout By Syd, l’account da cui organizza tutto il suo business. A partire da una cifra base di 20 dollari, la 21enne mette i suoi servizi a disposizione di chiunque. E, per poco meno (16 dollari), propone al cliente di turno quattro combinazioni in base a quello che già possiede nell’armadio. Non le serve vedere dal vivo il materiale o la persona con cui si trova a lavorare: le basta qualche foto dei pezzi che si desiderano assemblare e una raccolta di look e modelli a cui ispirarsi. Nel giro di una settimana, Grill è in grado di compilare un prospetto di abbinamenti e girarlo comodamente al cliente attraverso una mail. Differente, invece, la soluzione che include anche lo shopping. Dopo aver annotato taglie, colori, budget ed eventuali preferenze e aver realizzato un prospetto grafico su Pinterest, Grill scandaglia il web alla ricerca degli accostamenti perfetti. Alla fine dell’esplorazione, è pronta per girare un documento di testo pieno di link a capi e accessori da acquistare per costruire lo stile desiderato. Un pacchetto completo venduto a soli 28 dollari. C’è poi un’ultima alternativa, The Works, riservata a chi non ha la più pallida idea di come ci si muova nel mondo della moda e ha bisogno di un approccio più guidato. Messe da parte le mail, Grill conversa per 45 minuti su Zoom col cliente per conoscerlo meglio e provare a dare un tocco di personalità a un guardaroba fin troppo anonimo. Formule differenti e create ad hoc per soddisfare esigenze d’ogni tipo, una strategia che l’ha premiata con un ottimo feedback da parte del pubblico: nel giro di un anno, ha accumulato oltre 100mila follower e 1.6 milioni di like. Oltre a un’infinità di recensioni positive.
Tra idee genderless, kit di sopravvivenza e soluzioni green
Proposte genderless, tanto colore ed eleganti silhouette. Questi gli elementi più ricorrenti sul profilo dell’attore 21enne Hunter Torr, appassionatosi ai vestiti grazie a uno stage in un negozio di costumi di scena. Le sue doti da istrione e il suo gusto raffinato hanno attirato l’attenzione di 185mila fan che, tra un video e l’altro, hanno iniziato a intasargli la casella di posta di messaggi alla disperata ricerca di consigli. «Molte persone commentavano i miei video con complimenti ai miei outfit o scrivendo quanto desiderassero vestirsi come me», ha spiegato, «Non ci ho pensato più di tanto, ho colto la palla al balzo e ho iniziato a offrire suggerimenti gratuiti». La prima clip, postata a gennaio 2020, ha sancito l’inizio di un boom che dura ancora oggi, a distanza di più di dodici mesi. Il suo obiettivo non è quello di diventare uno stylist ma, nel tempo libero, continua a postare contenuti per incoraggiare anche i più timidi a contattarlo per lavorare insieme su outfit che calzino a pennello. «Il mio mantra è sempre e solo uno: bisogna indossare quel che ci fa sentire bene, è da lì che parte tutto».
Completamente diversa è, invece, l’experience offerta dalla 19enne Savannah Marie, influencer che ha deciso di creare un e-commerce di kit contenenti vestiti, borse e scarpe selezionati accuratamente. Partendo da una base di 3 milioni di seguaci il suo business si è rivelato sin dall’inizio un grosso successo, e nella sola notte del lancio ha venduto 300 box. Partendo dalla proposta base fino a quella premium (acquistabile al costo di 500 dollari), Savannah Marie confeziona a mano ciascuna scatola dopo una breve chiacchierata con l’acquirente, inserendovi una selezione di make up, libri, lingerie e capi d’abbigliamento pari al valore fissato come budget di partenza. Un’idea precedentemente sdoganata su Depop da Bella McFadden, web star canadese e portavoce di un ritorno dell’estetica anni Novanta e del vintage negli armadi della Gen Z. Non può mancare all’appello, ovviamente, il progetto sostenibile. Si tratta di Snitchez n’Stitchez, ideato dalla 20enne Jenna Boatman. Che prova ad educare i suoi 50mila fan a uno shopping etico e a impatto zero, abbandonando il fast fashion e virando sul mercato dell’usato. I suoi pacchetti non costano più di 100 dollari.
Un progetto prezioso per educare le nuove generazioni
Con questo passo in più, TikTok è riuscito a tagliare un traguardo a suo modo rivoluzionario, aprendo a tutti le porte di un’industria tradizionalmente elitaria e di nicchia. «Quando mi è venuto in mente di poter diventare personal shopper, ho cercato di allontanare subito l’idea perché non sono nata né vivo a Beverly Hills e non ho contatti con l’alta società o le celebrità hollywoodiane», ha sottolineato Savannah Marie. «Poi ci ho riflettuto e mi sono detta che chiunque ha diritto a un servizio come questo. Tutti possono e devono usufruire di un privilegio generalmente riservato a pochissimi e, in più, a un prezzo abbordabile». L’avvento dei consulenti improvvisati non ha affatto turbato i professionisti che, nella loro iniziativa, vedono le basi per un progetto fatto di accessibilità e lotta al consumismo. «Imparare a capire cosa ti piace e cosa indosseresti aiuta, automaticamente, a evitare di acquistare roba a oltranza, seguendo le tendenze senza criterio», ha aggiunto Thalia Castro-Vega, stylist californiana, «Spero che questi ragazzi trovino un modo per educare i coetanei a informarsi e a fare scelte pensate e ragionate, senza lasciarsi trascinare dagli influencer o dai trend passeggeri. È giusto sentirsi belli e a proprio agio ma è fondamentale provare a farlo nel rispetto dell’ambiente».