Dai tessuti infiammabili ai fornelli: i pericoli in cucina
Cucinare può celare insidie ben più pericolose di un taglio provocato da una lama affilata. Dagli elettrodomestici alle emissioni di gas, tutti i pericoli in cui si rischia di incorrere.
Cucinare può essere un passatempo piacevole, un’attività terapeutica o il modo per dimostrare a qualcuno affetto e attenzione. Tra i fornelli, però, si nascondono insidie da non sottovalutare e, ogni anno, il numero di incidenti domestici provocati da coltelli affilati o acqua bollente maneggiata con disattenzione è sempre più alto. I passi avanti fatti dall’ingegneria e dalle aziende di design sono stati numerosi ma c’è ancora tanta strada da fare per trasformare l’ambiente in una zona immune dai pericoli.
Quali sono i rischi che si corrono in cucina
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, ad esempio, si sono diffusi sul mercato materiali pregevoli esteticamente e adatti a qualsiasi utilizzo, ma fortemente infiammabili. Il nylon e le stoffe sintetiche sono diventati la base di outfit eleganti e sbarazzini che, indossati da chi cucina, si sono ben presto rivelati anche pericolosi. Se, infatti, capitava per caso che la manica di una maglia sfiorasse il fornello, il tessuto non si limitava a prendere fuoco ma arrivava addirittura a fondersi, ricoprendo la pelle di gocce di plastica bruciata che finivano per provocare ustioni più o meno profonde. Un problema ricorrente che ha portato a una soluzione rivelatasi altrettanto nociva. Si tratta dell’aggiunta di ritardanti di fiamma. Composti da sostanze chimiche identificate dagli scienziati come interferenti endocrini, sono pericolosi per l’attività ormonale.

Un elettrodomestico moderno non è necessariamente più sicuro
Ovviamente, il gas non è l’unico potenziale nemico da tenere d’occhio. A volte, infatti, il pericolo sta negli elettrodomestici. E, inaspettatamente, proprio in quelli acquistati perché reputati più sicuri dei precedenti. È il caso dei bollitori elettrici. Come riportato da CNN, già negli Anni 20 ne esistevano esemplari provvisti di spegnimento automatico per evitare che funzionassero a secco e, addirittura, alcuni avevano tappi che si sollevavano una volta raggiunta la temperatura ottimale. Quest’ultimo dettaglio, per quanto possa sembrare comodo, cela una trappola da non sottovalutare: se il bollitore fosse stato riposto sul lavandino e la capsula si fosse sollevata all’improvviso, chiunque si fosse trovato nei paraggi avrebbe rischiato sul serio la propria incolumità perché la pressione lo avrebbe fatto saltare con forza. Oggi, fortunatamente, quelli di ultima generazione sembrano più sicuri perché dotati anche di un’interruttore di sicurezza che si attiva con il vapore ed evita a chiunque lo utilizzi gravi incidenti. Capitati, a cavallo degli Anni 20, a diverse signore anziane abituate a prendere il tè delle cinque.

Pericoli in cucina, i rischi dei fornelli spenti
C’è, poi, un rischio latente a cui tutti badano poco perché non così evidente. Numerosi studi hanno dimostrato che le stufe a gas, anche quando sono spente, continuano a rilasciare metano. E, quando sono in funzione e non si utilizza la cappa, producono anidride carbonica e ossidi di azoto in percentuali fuori norma. Contribuendo, seppur in minima parte, anche alle emissioni atmosferiche alla base della crisi climatica. Che danni può recare tutto questo al nostro organismo? Agli ossidi di azoto, emessi quando il gas brucia, sono state spesso ricondotte patologie cardiovascolari e respiratorie. Un report curato da Rebecca Leber per Vox, ad esempio, ha evidenziato come i bambini che abitano in appartamenti provvisti di fornelli a gas hanno il 42 per cento delle possibilità in più di soffrire di asma. Ecco perché diventa sempre più urgente e insistente l’invito di molti esperti a sostituire questa fonte di inquinamento con l’alternativa elettrica o l’induzione, facendo orecchie da mercante ai reclami dell’industria del gas naturale. Che, soprattutto negli Stati Uniti, sta cercando di arginare l’ormai crescente esodo di consumatori assoldando influencer e social media manager preposti a pubblicizzare con forza i vantaggi di una cucina tradizionale a gas.
