Pensioni: da Fornero bis a Quota 102, tutte le possibili riforme

Redazione
21/07/2021

Da dicembre si dirà addio a Quota 100, la riforma delle pensioni voluta dal governo Conte I. Dal ritorno della Legge Fornero a Quota 102 quali scenari possono aprirsi adesso.

Pensioni: da Fornero bis a Quota 102, tutte le possibili riforme

Se da un lato il governo deve affrontare le pressioni dei partiti in merito alla riforma della giustizia, non va meglio quando si passa ad analizzare il fronte pensioni. Il 31 dicembre 2021 infatti segnerà la data di scadenza per Quota 100, la riforma voluta dall’allora governo gialloverde presieduto da Giuseppe Conte.

Il tema terrà banco a lungo, in estate e in autunno, soprattutto dal 27 luglio in avanti, giorno in cui partirà il confronto tra governo e parti sociali. Intanto, ad agitare le acque è arrivata la decisione del primo ministro Mario Draghi di chiamare al governo Elsa Fornero, la promotrice della precedente riforma pensionistica cancellata dal Conte I, chiamata all’interno di un team di consulenza che affiancherà sul tema l’esecutivo.

Pensioni, cosa prevede Quota 100

Ad oggi, Quota 100 consente di inquadrare la pensione al compimento dei 62 anni di età con 38 annualità di contributi versati. Con il ritorno della legge Fornero, il ritiro dal lavoro avverrebbe al compimento dei 67 anni con un’anzianità contributiva di almeno 20 anni. In alternativa c’è l’opzione della pensione anticipata, ossia senza il vincolo dell’età anagrafica ma con solo il requisito contributivo da rispettare, con la quale si arriva invece a 42 anni e 10 mesi per i lavoratori uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Riforma pensioni: le proposte sul banco

Tra le ipotesi per le pensioni dal 2022 circola da tempo l’idea di Quota 41, ovvero i pensionamenti per chiunque abbia 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica. Un’altra possibilità, come proposto dall’Inps, è di andare in pensione a 63 anni con 20 di contributi, percependo fino al compimento dei 67 esclusivamente la quota contributiva e da quel momento in poi anche quella retributiva. C’è poi il ricalcolo di Quota 100, raggiungibile ai 64 anni di età con 36 di servizio lavorativo. In questo caso, per abbassare i costi della misura per le finanze statali, il pensionato potrebbe sì uscire dal lavoro prima dei 67 anni previsti dalla legge Fornero, a patto però di accettare un assegno più basso.

Riforma pensioni: cosa sono l’opzione donna e l’Ape sociale

Fra le altre ipotesi ci sarebbe l’introduzione di Quota 102 la quale seguirebbe lo schema previsto dalla riforma del governo Conte I con i 38 anni di contributi, ma alzerebbe l’età anagrafica a 64 anni. In scadenza a dicembre 2021 anche l’opzione donna e l’APE sociale. Nel primo caso, le lavoratrici possono uscire dal mondo del lavoro dopo 35 anni di contributi al raggiungimento dei 58 anni di età in caso di lavoro subordinato, 59 se autonome. Nel secondo, un sussidio viene erogato ai contribuenti di entrambi i sessi che hanno compiuto 63 anni e con almeno 30 anni di contributi versati. Le due opzioni dovrebbero essere rinnovate, ma per saperne di più occorre attendere l’inizio delle discussioni previsto per la fine del mese.