A marzo 2023 ci sarà la rivalutazione delle pensioni Inps per chi non ha fin qui beneficiato della rivalutazione degli assegni 2023, con gli aumenti e gli arretrati che saranno corrisposti con il rateo della mensilità alle pensioni superiori a 2.101,52 euro (pari a quattro volte il minimo). È stato tuttavia l’Inps stesso a sottolineare che non tutti i pensionati riceveranno il maxi assegno.

Rivalutazione delle pensioni di marzo 2023
In base a quanto indicato da una nota dell’Inps, «dal 1° gennaio l’Inps ha provveduto ad attribuire la rivalutazione delle pensioni e delle prestazioni assistenziali nella misura del 100% a tutti gli utenti che abbiano ottenuto in pagamento, nell’anno 2022, rate di pensione per un importo inferiore o uguale a 2.101,52 (quattro volte il trattamento minimo). Per tutti gli altri pensionati, nel mese di marzo 2023, l’Inps procederà ad attribuire la perequazione in percentuale in base all’importo annuale in pagamento, come previsto dall’art. 1 comma 309 della legge di Bilancio. Nel mese di marzo saranno inoltre posti in pagamento anche gli arretrati riferiti ai mesi di gennaio e febbraio 2023». L’articolo 1, comma 309, della legge di Bilancio determina anche i nuovi scaglioni per la rivalutazione delle pensioni che è:
- del 100 per cento per i trattamenti fino a 4 volte il minimo;
- dell’85 per cento per i trattamenti fra 4 e 5 volte il minimo;
- del 53 per cento per i trattamenti fra 5 e 6 volte il minimo;
- del 47 per cento per i trattamenti fra 6 e 8 volte il minimo;
- del 37 per cento per i trattamenti fra 8 e 10 volte il minimo;
- del 32 per cento per i trattamenti oltre 10 volte il minimo.

Chi resta escluso
A rimanere esclusi dalla rivalutazione delle pensioni di marzo 2023 sono le prestazioni a carico delle assicurazioni facoltative come Vobis, Iobis, Vmp e Imp, così come le pensioni a carico del Fondo clero ed ex Enpao, come Cl e Vost, l’indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale Indcom, le quali vengono perequate singolarmente. Inoltre, a non ricevere l’aumento sono anche le prestazioni a carattere assistenziale come As, Ps e Invciv e le pensioni che usufruiscono dei benefici previsti per le vittime di atti di terrorismo e delle stragi di tale matrice. Queste ultime, nello specifico, vengono rivalutate singolarmente e con criteri propri. Stesso discorso vale per le prestazioni di accompagnamento alla pensione, come l’Ape sociale, che sono rivalutate per tutta la loro durata.