La decisione è arrivata nella tarda serata di ieri. Ancora troppe ombre avvolgono la vicenda di Peng Shuai, così la Wta ha deciso di sospendere tutti i tornei previsti in Cina e a Hong Kong. La donna nelle scorse settimane aveva pubblicato un post su Weibo, equivalente cinese di Facebook, in cui accusava l’ex vicepremier Zhang Gaoli di violenze sessuali. Il messaggio fu cancellato nel giro di mezz’ora, ma da quel momento dell’ex tennista si persero le tracce. Solo molti giorni dopo, e dietro le pressioni politiche e dell’intero movimento, la donna è ricomparsa. Ma secondo molti si è trattato di apparizioni orchestrate a tavolino per spegnere i riflettori sulla vicenda. Un piano che evidentemente non ha sortito l’esito sperato. «Non posso chiedere alle nostre atlete di giocare lì», ha detto il presidente della federazione Steve Simon. «Allo stato attuale sono preoccupato per i rischi a cui anche gli staff andrebbero incontro. La Wta farà di tutto per proteggere Peng e le altre giocatrici, ma spero che anche i leader mondiali si comportino allo stesso modo».
“With the full support of the WTA Board of Directors, I am announcing the immediate suspension of all WTA tournaments in China, including Hong Kong.”
— wta (@WTA) December 1, 2021
La lettera della Wta: «Peng Shuai ha avuto molto coraggio»
Una decisione ufficializzata attraverso un messaggio lanciato sul sito ufficiale della federazione: «Peng ha dimostrato quanto sia importante parlare, specie se di mezzo ci sono accuse di violenza sessuale e persone potenti. Lo ha scritto lei stessa: “anche se è come un uovo che colpisce una roccia, o se sono come una falena attratta dalla fiamma, che invita all’autodistruzione, dirò la verità su di te”». Da qui la scelta: «Non voglio e non posso permettere che ciò accada alla Wta e alle sue giocatrici. Di conseguenza, e con il pieno supporto del Consiglio di amministrazione, annuncio l’immediata sospensione di tutti i tornei Wta in Cina, compreso Hong Kong».
La replica di Pechino: «Cina contraria alla politicizzazione dello sport»
Una decisione che, com’era facile prevedere, ha infastidito Pechino. «La Cina si oppone con forza alla politicizzazione dello sport», ha detto il ministro degli Esteri Wang Wenbin. Su Twitter è invece arrivato il commento di Hu Xijin, direttore del Global Times: «La Wta sta costringendo Peng Shuai a sostenere l’attacco dell’Occidente al sistema cinese, privando la libertà di espressione di Peng Shuai e chiedendo che la descrizione della sua situazione attuale soddisfi le loro aspettative». Totalmente diverso il tenore del commento di Novak Djokovic, durante la Coppa Davis: «Sostengo pienamente la posizione della WTA perché non abbiamo abbastanza informazioni su Peng Shuai e sul suo benessere».
#Editorial: WTA suspended tournaments in China amid so-called concerns about safety of Peng Shuai. The WTA is expanding its influence in a speculative way, bringing politics into women’s tennis deeply, setting a bad example for the entire sporting world. pic.twitter.com/XyJUkufDG8
— Global Times (@globaltimesnews) December 2, 2021