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Pedofilia, la Chiesa italiana ha avviato una indagine sugli abusi al suo interno

Lo ha annunciato il neo presidente della Cei, il cardinal Matteo Zuppi. Il report coprirà solo gli ultimi 20 anni, dal 2000 al 2021, e sarà pubblicato entro il 18 novembre. All’indagine stanno lavorando due istituti universitari di criminologia e vittimologia.

27 Maggio 2022 16:5127 Maggio 2022 16:51 Redazione
La Chiesa italiana ha avviato una indagine indipendente sulla pedofilia

La Chiesa italiana, come annunciato oggi dal neo presidente della Cei il cardinal Matteo Zuppi, ha avviato per la prima volta nella storia una indagine sugli abusi sessuali e la pedofilia al suo interno. Il report che coprirà solo gli ultimi 20 anni, dal 2000 al 2021, sarà pubblicato entro il 18 novembre e seguito da rapporti annuali. L’indagine, a cui stanno lavorando due istituti universitari di criminologia e vittimologia, non riguarderà dunque il secolo scorso come invece fatto dalla Chiesa francese con il rapporto Sauvé e da quella tedesca. Questo perché, ha spiegato Zuppi, non pare corretto «giudicare con criteri di oggi cose di 80 anni fa» e i casi più recenti riguardano membri ancora all’interno della Chiesa: «Ci sembra molto più serio, per certi versi ci fa molto più male perché quel periodo ci coinvolge direttamente». Poi il capo dei vescovi ha voluto precisare come non ci sia alcuna «volontà di copertura, è solo un problema di serietà. Non abbiamo interesse a suonarcela e cantarcela da soli, vogliamo una chiarezza vera. Ci prenderemo le botte che dobbiamo prenderci, ci prenderemo le nostre responsabilità». «Il pensiero è sempre per le vittime», ha ribadito Zuppi, «il loro dolore è la prima preoccupazione».

A novembre sarà pubblicato un rapporto sugli abusi nella Chiesa italiana
Matteo Zuppi, presidente della Cei (Getty Images).

Le richieste del coordinamento ItalyChurchToo alla Cei

Prima dell’inizio dell’Assemblea generale della Cei il coordinamento ItalyChurchToo aveva scritto una lettera aperta ai vescovi italiani per chiedere «verità, giustizia e prevenzione, senza scorciatoie». Alla Cei riunita in Assemblea generale per eleggere i nuovi vertici il Coordinamento ha fatto richieste precise, «perché le vittime di abusi perpetrati dal clero e da religiosi abbiano ascolto, riconoscimento, giustizia e risarcimento, e perché siano messe in atto misure efficaci di contrasto agli abusi e non ci siano altre vittime, altri bambini e bambine, adulte e adulti, la cui vita venga devastata. Nessuna indagine interna, nessun accomodamento con lo Stato che diluisca il peso di una responsabilità finora mai ammessa». ItalyChurchToo tra le altre cose chiede  «la piena collaborazione della Chiesa italiana a una indagine indipendente, condotta da professionisti credibili e super partes, che faccia luce sugli abusi compiuti dal clero in Italia, che veda uniti gli sforzi di diverse e altissime professionalità e che utilizzi contemporaneamente metodi qualitativi, quantitativi e documentali». Il coordinamento rigetta dunque indagini con personale e strumenti interni alla Chiesa. In secondo luogo chiede l’apertura degli archivi di diocesi, conventi, monasteri, parrocchie, istituzioni scolastiche cattoliche. E «che siano posti in essere canali di fattiva collaborazione con le istituzioni dello Stato italiano perché i colpevoli di crimini contro i minori vengano perseguiti». Le vittime devono essere «ascoltate, accolte e risarcite, anche finanziariamente». Si chiede anche l’applicazione delle norme stabilite da Papa Francesco «in particolare contenute nel motu proprio Vos estis lux mundi, che sancisce in primo luogo l’obbligo, morale e giuridico, di segnalazione degli abusi ai danni di minori e di persone vulnerabili, o contro qualunque persona con violenza, minaccia o abuso di autorità».
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